Centri salute mentale, Zullo: "Asl di Bari sta violando la legge, Emiliano blocchi il tentativo di ridurli sul territorio"


BARI - “Nell'era Fitto si istituivano con legge nelle ASL i Dipartimenti di Salute mentale come da Progetto Obiettivo Nazionale Salute Mentale, prevedendo la realizzazione e il funzionamento di un Centro di Salute Mentale (CSM) al servizio di un bacino di utenza di 75/120000 abitanti e diretti da un direttore di struttura complessa e funzionante per 36 ore settimanali.  Dopo Fitto, ad onor del vero, il presidente Vendola con la Legge regionale 26 del 2006, nel confermare la previsione di un Centro di Salute Mentale ogni 75mila/120mila abitanti, programmò per una maggiore fruibilità prevedendo il funzionamento per 7 giorni su 7 e per 24 ore al giorno. Certo tutto sulla carta perché con i governi Vendola-Emiliano i Centri sono stati ridotti a strutture semplici in violazione di legge (LR 30/98)". E' il grido di allarme del capogruppo di Fratelli d’Italia alla Regione, Ignazio Zullo.

“Quello che ora sta accadendo nell'era del presidente-assessore Emiliano è ancora peggio - incalza Zullo -: si vogliono ridurre i Centri di Salute Mentale nell'ASL BARI dimensionandoli ad un bacino di utenza di 160/200 mila abitanti in evidente violazione di Legge. Eppure siamo governati da un magistrato che avrebbe dovuto informare l'attività dei Direttori generali al pieno rispetto delle leggi della Regione della quale è Presidente.

“Ma non è solo un fatto formale ma anche e soprattutto un fatto sostanziale: i Centri sono concepiti come baluardo territoriale nella presa in carico totale e a lungo termine della persona con malattia mentale ai fini della prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione e ai fini del contenimento del ricovero ospedaliero nel Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura allo scopo di reinserire e mantenere la persona nel contesto sociale operando nella lotta allo stigma.

“Una riduzione dei Centri di Salute Mentale determina una rarefazione dell'assistenza, perdita dei contatti tra paziente/operatore sanitario, dilatazione dei centri decisionali e distanze tra famiglie e centri programmatori e decisionali. Tutto questo è inammissibile e non è pensabile addurre giustificazioni su necessità di razionalizzazione della spesa perché non è in questo campo che occorre centellinare le risorse ma nel mercimonio che in questo periodo pre-elettorale si consuma in ogni angolo del sistema sanitario e delle Sanitaservice. Ed anche se non si è d’accordo su queste mie ultime considerazioni, avverto il direttore generale della Asl, Antonio Sanguedolce, che la Legge regionale 30/98 che prevede 1 Centro ogni 75/120 mila abitanti è legge e non può violarla con una delibera. Allo stesso modo avverto il Direttore del Dipartimento Salute Mentale e il Direttore Sanitario del loro dovere di esprimere parere contrario e di richiedere la conversione dei Centri da strutture semplici a strutture complesse perché questo è il dettato di legge.

“E non si sentano protetti da Emiliano, il voto di settembre incombe e può determinare un cambiamento che travolgerà chi non avrà rispettato le leggi”, conclude Zullo.
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