Festa del Buoncammino: rimandata e ridimensionata l’ora della Madonna più venerata dagli altamurani


ROBERTO BERLOCO - Altamura. Arriva la Madonna del Buoncammino! Si, ma non come tutti gli anni. Non, cioè, come tradizione vuole, verso questo punto del mese più caldo dell’Estate, con quella che è la Maria cui la comunità locale dedica la devozione forse di maggior cuore, nell’atto di lasciare provvisoriamente la dimora naturale del suo Santuario, per dirigersi verso la città che, con certezza storica, si vuole rifondata da un monarca di sangue germanico durante la prima metà del XIII secolo.

Nessun protocollo tipico della terza Domenica d’Agosto, come quello di cavallerizze e cavalieri che, coi loro destrieri, si danno appuntamento pomeridiano nelle aree tra via Bari e via Londra, in attesa del sopraggiungere del consueto carro infiorato, trainato da buoi lucani e proveniente dal sacro sito di contrada “delli Vasci”, con la statua della Madonna altamurana issata sopra, tra nugoli di bimbi festanti e inneggianti al suo nome.

Nessuna pittoresca cavalcata, dunque, a precedere, in guisa di scorta regale, l’avanzare della Venerata Immagine verso piazza Unità d’Italia, nessuna processione, nessuna folla adorante ad attendere il passaggio della divina protettrice, nessun’Asta della Bandiera, l’unica occasione di umana concorrenza che una festività religiosa consenta nel centro federiciano.

Nulla della cornice di fiori, luminarie - a parte alcune, predisposte per gli onori liturgici all’Assunta officiati ieri, lungo i lati di piazza del Duomo - e di tutto ciò che, nel quadro, circonda la celeste effigie, come anche le centinaia di suoi coprotagonisti, tra clero d’ogni grado, devote e devoti di varie associazioni religiose, autorità civili e militari, in altro modo quella viva, euforizzante atmosfera che, infine, si concentra intorno all’epilogo della consegna delle Chiavi della Città a questa speciale Madre di Dio da parte del Primo Cittadino.

Niente di tutto ciò che, insomma, si ha gioia di vivere durante una giornata singolarissima, assai sentita e vissuta con gusto speciale. Tutto o quasi, al contrario, di ciò che, per quelle che, invece, sono giornate ordinarie, una ben nota emergenza sanitaria ha ormai imposto all’intera collettività da Marzo di quest’anno.

Anche alla co-Patrona cui gli altamurani s’affidano storicamente per la protezione dai pericoli durante il viaggio, oppure anche per impetrare una grazia, viene dato, cioè, d’adeguarsi alle misure di contenimento che valgono per evitare assembramenti. Al suo ingresso trionfale in paese da celebrarsi oggi, si sostituirà, così, un più semplice trasferimento “in forma privata” presso la Chiesa Madre, collocato per il 30 di questo stesso mese.

A partire da tale data, sotto la premurosa vigilanza del Rettore del Santuario Giacomo Paris, si darà il via alla cosiddetta “Peregrinatio Mariae”, rituale col quale la Madonna verrà condotta di parrocchia in parrocchia, per tutte le tredici della giurisdizione ecclesiale cittadina. In queste, durante il giorno di sosta, pur nel rispetto delle norme di comportamento imposte dall’attuale situazione, a chiunque sarà possibile di elevare preghiere e svolgere quei personali gesti di venerazione, altrimenti raccolti nei momenti e nei luoghi previsti dalle consuetudini degli anni passati.

Al 13 di Settembre è fissato, invece, il ritorno della scultura in Cattedrale, dove permarrà sino al 20 dello stesso mese, quando sarà riaccompagnata presso il Santuario secondo le stesse, discrete modalità dell’andata.

Va da sé che, a questo sacrificio di privazione comminato alla moltitudine dei fedeli, fanno da consolatorio contrappeso i mesi trascorsi, con la loro dote di avvenimenti che hanno allietato la vita del tempio mariano, portando ad un grato sorriso gli animi dei suoi frequentatori più assidui, ma pure di quei tanti che, proprio nell’avvicinarsi dell’appuntamento agostano, sono soliti risvegliarsi dal letargo di tiepidezza spirituale nel quale rimangono immersi durante tutto l’anno.

Tra gli esempi, quello del restauro, ancora in progresso, della facciata del Santuario, e quello dell’impianto di nuova illuminazione di quasi due mesi fa, sullo stradone che, provenendo dal paese, precede l’ingresso del santo domicilio per circa mezzo chilometro. Un evento preceduto da quello, quattro anni prima, del tracciamento delle linee di parcheggio lungo ambedue i versanti dello stesso percorso. Segno che, da parte dell’ente municipale, s’è sempre conservata costante una certa attenzione verso il Santuario, anche se il merito di tenerla desta è da attribuire, principalmente, alle periodiche sollecitazioni da parte del suo Rettorato.

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