Tamponi: genitori e pediatri nel caos. Bruno: “Attese estenuanti e carichi di lavoro inutili. La Regione cambi le procedure”


BARI - Genitori e pediatri sono nel caos. La disposizione dettata dalla Regione secondo cui, in caso di un positivo in classe, i pediatri debbano fare la richiesta di tampone per i bambini sul sistema IRIS anziché con la richiesta dematerializzata si sta rivelando, va riconosciuto, del tutto irragionevole. Così in una nota il consigliere Maurizio Bruno (PD)

La procedura imposta dalla Regione - prosegue - obbliga i pediatri a un lavoro più lungo, farraginoso, a indagini più complesse. E allo stesso tempo obbliga i genitori - a qualsiasi ora del giorno e della sera - a doversi recare presso lo studio pediatrico e attendere il proprio turno.

Un’attesa che può protrarsi per un tempo infinito, visto che basta un positivo in una sola classe di 20 bambini, perché a fare la stessa richiesta siano 20 famiglie.

Non è possibile obbligare pediatri e genitori a questi lavoro e a questo stress aggiuntivo, da ripetere per ben tre volte in dieci giorni, quando si possono attuare procedure ben più snelle e veloci.

Come appunto la richiesta dematerializzata che permetterebbe al pediatra o alla pediatra di sbrigare tutto via mail e risparmierebbe ai genitori di dover lasciare anche il lavoro a qualsiasi ora per recarsi nel loro studio.

Inoltre tutto questo non solo sovraccarica i pediatri di altro lavoro sul fronte Covid, ma distrae dal tutto il resto del lavoro che non riguarda la Pandemia e che i medici devono pur sempre portare avanti.

Personalmente mi sono già attivato in Regione per risolvere nel giro delle prossime ore questo disagio inutile e snellire le procedure.

Sono certo che chi di dovere ascolterà questo grido di aiuto e interverrà correggendo il tiro.

Non possiamo aggiungere esasperazione a esasperazione. Soprattutto quando non necessaria, conclude Bruno.

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