Un tribunale che riconcilia parti di città: il Parco della Giustizia di Bari

credits: Diorama

BARI - Di cosa è fatta una città? Di case, scuole, ospedali, negozi, cinema, teatri, musei, parchi, palestre e poi strade che connettono gli edifici e i quartieri l’uno all’altro. Raramente si citano tribunali e carceri. Quasi una contraddizione in termini perché lo spazio urbano è scenario della giustizia (e dell’ingiustizia) in diverse declinazioni, incluse quelle istituzionali e formali.

L’esercizio dei diritti alla salute, al lavoro, a un’esistenza dignitosa dipende dalla forma dello spazio urbano e, contemporaneamente, la determina.

Il Parco della Giustizia di Bari è, in questo senso, paradigmatico di una progettualità che tiene conto della cultura giuridica nel processo di trasformazione della città.

LO SCENARIO

Il Parco della Giustizia di Bari sorgerà nella località Carassi, quartiere ad alta densità di traffico, che nasconde, nell’indifferenziata espansione edilizia senza qualità, una villa ottocentesca, una delle poche chiese rurali rimaste e l’unico menhir ancora presente nella città, oltre alle due ex caserme Milano e Capozzi, da tempo abbandonate e in stato di degrado. Il quartiere si trova sul margine dello spazio urbano in prossimità della zona rurale ed è, attualmente, un’area di vuoto. Il bordo urbano è eterogeneo composto da case popolari e villette unifamiliari di media altezza alternate a spazi aperti.

È in questo contesto che sorgerà il Parco della Giustizia della città di Bari.

Esito di un concorso indetto dall’Agenzia del Demanio, il progetto rivela un’assoluta coincidenza di visione tra i committenti e il raggruppamento vincitore del bando – Atelier(s) Alfonso Femia mandataria, Proger, Magnanimo Ingegneri Associati e Land Italia – sui termini di sviluppo della città contemporanea.

Oltre ad assolvere le necessarie funzioni della Giustizia, il Parco della Giustizia si pone come volano per la nascita di una nuova dimensione, in cui il verde governa lo sviluppo urbano, soddisfacendo esigenze di aggregazione, ludiche, sportive e compensando visivamente e funzionalmente le disarmonie esistenti, a partire dagli spazi di risulta e inutilizzati, dalla mancanza di una compensazione ambientale per l’alta densità di traffico, alla discontinuità ambientale e paesaggistica.

L’idea progettuale si alimenta proprio alle esigenze urbanistiche e architettoniche, sociali ed economiche e punta a ricostruire la connessione tra le parti, a ricomporre i frammenti territoriali, adottando il verde come collante tra le parti e propulsore di attività civiche intergenerazionali, calate laddove si amministra la Giustizia. Ha dichiarato Alfonso Femia: “Per la prima volta, un luogo deputato all’amministrazione della Giustizia si trasforma in area urbana e paesaggio condiviso. Il progetto avvicina aspetti complessi della società, attraverso il filtro della dimensione culturale e ambientale. Il parco che ospiterà la città della Giustizia diventerà un luogo pubblico collettivo ed educativo, innovativo e rispettoso dell’ambiente”.

IL TRIBUNALE-QUADRIFOGLIO

Riproducono la sagoma biomorfa del quadrifoglio, i quattro edifici del Tribunale: nella sfasatura tra le foglie si realizzano i passaggi pedonali e le aree per la sosta. Credenze popolari attribuiscono alle foglie del quadrifoglio il significato di speranza, fede, amore, fortuna, particolarmente emblematici del ruolo degli edifici. Gli edifici coprono il 30 per cento dell’area di progetto, il 70 per cento è destinato a verde.

LA PERMEABILITÀ DEGLI EDIFICI

Ogni tribunale avrà un’area all’aperto, una grande corte. Gli atrii, quasi piazze interne, accoglieranno professionisti e pubblico, creando le condizioni per svolgere attività di studio, lavoro, scambio e relazione. Lo spazio esterno tra gli edifici crea una spina centrale di percorrenza sui punti cardinali Nord/Sud, che sfocia nella Piazza Lineare dei Tribunale, caratterizzata da alberi di specie locali, panchine e aree di sosta.

INVOLUCRO E COPERTURE

In facciata un sistema di frangisole variabili per dimensioni e inclinazioni crea superfici cangianti per la diversa incidenza della luce nel corso della giornata. In copertura il binomio pensiline fotovoltaiche, collettori di energia rinnovabile, e spazi verdi si armonizza con l’intorno ambientale.

LA MOBILITA E IL PROBLEMA (RISOLTO) DEI PARCHEGGI

Per rispondere alla necessità di aree di sosta sia per il tribunale, sia per il quartiere il progetto prevede parcheggi interrati riservati agli addetti ai lavori (che si sviluppano su un unico piano interrato, occupando il centro di ogni edificio); parcheggi a raso lungo la strada perimetrale; parcheggi per car sharing e colonnine di ricarica dei veicoli elettrici. L’ingresso in auto al Tribunale avviene dal versante orientale. Nella parte a Nord sono stati previsti percorsi dedicati alla mobilità dolce che attraversano il parco.

Il PARCO

Il parco ha due caratteri prevalenti: la sua fascia esterna è la porzione deputata all’attività pubblica e a quella sportiva, mentre la parte centrale è un grande cuore verde che crea spazio e suggerisce un paesaggio ampio e naturale. La presenza del grande lago all’interno del parco diventa simbolico nel riconnettere le persone alla natura, nelle parole del paesaggista Andrea Kipar , studio LAND un "pezzo di cielo nel parco per unire tutti questi elementi dove architettura, paesaggio, suolo si incontrano.“ Solamente i percorsi saranno illuminati. Le aree verdi e boschive saranno protette dall’inquinamento luminoso.

L’IMPATTO EMOZIONALE

Informato ai più aggiornati criteri di sostenibilità ambientale, riduzione dei consumi ed efficienza energetica, così come le cogenze legislative e normative impongono, lo studio progettuale ha messo al centro dell’analisi il soddisfacimento degli obiettivi di condivisione degli spazi da parte della collettività. Lo scenario di riferimento è rappresentato dai luoghi in cui la comunità si aggrega, si muove, cresce. Al centro della progettazione abbiamo messo le necessità non più delle persone in quanto singoli individui, ma come membri di un gruppo. Per tenere insieme la scala esigenziale sia individuale, sia collettiva è stato necessario comprendere l’identità della comunità capire le sue necessità e i modelli per il coinvolgimento emozionale, favorendo la realizzazione di un ambiente entro le quali le relazioni si possano costruire“.

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