46° anniversario dell’omicidio di Benedetto Petrone: oggi la commemorazione organizzata dall’amministrazione comunale

BARI - Questa mattina, in occasione del 46° anniversario dell’omicidio di Benedetto Petrone, l’amministrazione comunale ha voluto ricordare il giovane militante comunista, ucciso da una squadraccia fascista, con la deposizione di una corona di fiori sotto il toponimo della strada di Bari vecchia a lui intitolata e, a seguire, presso la lapide commemorativa in piazza Libertà.

Alla cerimonia hanno partecipato il vicesindaco Eugenio Di Sciascio, i familiari e la sorella di Benedetto, Porzia Petrone, l’assessore regionale Giovanni Stea, Franco Intranò, anche lui accoltellato quella sera del 28 novembre 1977, e i rappresentanti del Comitato XXVIII Novembre.

“Come ogni anno, da 46 anni, ci ritroviamo qui con Porzia Petrone e con tutti voi, per ricordare la morte di Benedetto Petrone e la ferocia con cui questo giovane, militante comunista e antifascista, fu ammazzato in questa piazza - ha dichiarato Eugenio Di Sciascio -. In realtà, però, giornate come questa ci consentono di ricordarne la vita e la forza delle sue idee. Ogni volta che ci ritroviamo riuniti sotto questa lapide si rinnova lo spirito antifascista della città di Bari, che coltiviamo anche attraverso momenti come questo. Essere qui oggi, in piazza della Libertà, significa onorare il sacrificio di Benny Petrone che, con la sua militanza, ha difeso proprio quella libertà e la democrazia, che in quegli anni di furore ideologico erano forse ancora troppo fragili. Benny è entrato nella storia di questa città ed è nostro compito continuare a tenere vivo il ricordo di ciò che è successo, che non può e non deve essere archiviato come l’omicidio commesso da un fanatico psicolabile. Si è trattato, invece, come in molti hanno compreso già a poche ore da quel fatto di sangue, di un omicidio premeditato, perpetrato da esponenti della destra ai danni di un ragazzo, un operaio, un militante antifascista. Anche l’ultimo procedimento penale ha evidenziato la matrice politica e ideologica di quella terribile aggressione, il cui obiettivo, com’è scritto negli atti giudiziari, era quello di affermare una supremazia politica.

Oggi, anche alla luce di quest’ultima inchiesta, possiamo affermare senza dubbio che Benedetto Petrone è un martire del fascismo, come scritto su questa targa, ed è per questo che continueremo a ricordare il suo omicidio insieme a una serie di altri eventi accaduti nella nostra città e legati alla lotta antifascista: penso alla strage di via Niccolò dell’Arca, al coraggio di Michele Romito e del popolo di Bari vecchia, al primo congresso dei Comitati di Liberazione Nazionale nel Teatro Piccinni, le voci libere di Radio Bari e l’impegno di Casa Laterza e degli intellettuali del circolo di Benedetto Croce. Proprio in queste ore, nell’androne di Palazzo di Città, grazie alla creatività del maestro Giuseppe Caccavale, stiamo realizzando un intervento artistico per ricordare l’80mo anniversario del primo incontro dei partiti e delle organizzazioni antifasciste, nel gennaio del 1944, in cui furono poste le basi per la libertà e la democrazia del nostro Paese.

Noi crediamo che la verità della storia vada sempre coltivata e alimentata come antidoto alla violenza e al revisionismo: tocca a noi far sì che il fascismo, la cultura dell’odio e della sopraffazione vengano banditi per sempre dal nostro orizzonte, specie oggi che rischiano di insinuarsi nella nostra quotidianità in modo molto più subdolo, minando a poco a poco i diritti, le libertà e i valori condivisi. Ora e sempre resistenza!”.

“Ogni anno state qui accanto a me, oramai vi conosco tutti - ha detto Porzia Petrone -. Per me è una gioia perché significa che nessuno di voi ha dimenticato Benedetto e questa giornata. Bari ha fatto di Benny una bandiera, un simbolo della lotta antifascista e del contrasto alle ingiustizie. Ecco, stasera ci ritroveremo in piazza Chiurlia per ricordare, insieme all’Anpi e ad altri amici, Benedetto, e vorrei che vengano tanti giovani per discutere delle ingiustizie che stanno accadendo in tutto il mondo. Mi piacerebbe farlo proprio con loro, che sono il nostro domani e che dovranno fare in modo che ci siano sempre meno ingiustizie nel mondo”.

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