Anche in Puglia funziona la buona sanità

VITTORIO POLITO - La sanità è il complesso delle condizioni di salute di una collettività che gli amministratori della cosa pubblica hanno il compito e il dovere di salvaguardare, per non procurare ulteriori danni ai cittadini ed all’economia della Regione o dello Stato. Prevenire significa arrivare prima, nel nostro caso il termine si traduce in “impedire”. Si, avete letto bene “impedire”, perché la Sanità pubblica italiana sta cedendo il passo a quella privata ostacolando agli utenti il ricorso in tempi brevi al Servizio Sanitario della propria Regione, quindi, mancanza di prevenzione e, in presenza di infinite liste d’attesa, si costringe il paziente a rivolgersi altrove, utilizzando i cosiddetti “viaggi della speranza”.

Per viaggio della speranza si intende il trasferimento in altre Regioni per affrontare problemi di sanità che, nella propria Regione, sono difficilmente risolvibili per le liste di attesa o altro. Si tratta di un viaggio intrapreso da chi necessita di terapie mediche non disponibili in tempi brevi nella propria Regione. Ovviamente tutto ciò ha costi elevati, come informa la “Fondazione Gimbe” che riferisce che nel 2021 “un fiume da 4,25 miliardi di mobilità sanitaria interregionale” e andata verso Regioni del Nord Italia. Alla Puglia, sempre la detta Fondazione, riferisce che il costo per la nostra Regione per curarsi altrove ammonta a ben 131milioni di euro.

Un comunicato della stessa Fondazione Gimbe sul regionalismo differenziato tra Nord e Sud, sottolinea come la non equità di accesso ai servizi sanitari alimenta un imponente flusso di mobilità sanitaria dalle Regioni meridionali a quelle settentrionali. Di conseguenza, l’attuazione di maggiori autonomie in sanità, richieste proprio dalle Regioni con le migliori performance sanitarie e maggior capacità di attrazione, non potrà che amplificare le diseguaglianze registrate già con la semplice competenza concorrente in tema di tutela della salute. «Ecco perché – ha ribadito Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione, in audizione presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato della Repubblica - abbiamo proposto di espungere la tutela della salute dalle materie su cui le Regioni possono richiedere maggiori autonomie, perché l’autonomia differenziata in sanità legittimerebbe normativamente il divario tra Nord e Sud, violando il principio costituzionale di uguaglianza dei cittadini nel diritto alla tutela della salute».

A questo proposito è il caso di segnalare un caso di buona sanità della nostra Puglia, in cui un otorinolaringoiatra, il dott. Michele Barbara, oggi Direttore dell’Unità Complessa di Otorinolaringoiatria dell’Ospedale Di Venere di Bari- Carbonara, ha eseguito un intervento per la salvaguardia delle corde vocali di un cantante, in questo caso di un tenore di fama nazionale, restituendo al soggetto la possibilità di riprendere a cantare nella condizione di normalità. Il caso è stato oggetto di una trasmissione dell’emittente TV TRM. Chi volesse, può visionare l’intervista al paziente-tenore ed al suo operatore, consultando il video:
 

Quanto sopra sta a dimostrare che anche in Puglia vi sono professionalità che sono oscurate dalle liste d’attesa, costringendo i pazienti a rivolgersi altrove, spesso con risultati non sempre soddisfacenti e con costi elevati. Pertanto è il caso di segnalare che anche quando la sanità funziona, purtroppo non sempre dappertutto, aiuta a migliorare le condizioni di salute dei cittadini senza eccessivi costi per la Regione.. Eseguire un esame diagnostico o un intervento dopo mesi o anni dalla richiesta non ha alcun senso, anzi può essere solo dannoso.

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