Il metodo 'Lean' come nuovo strumento per migliorare il percorso delle Cure domiciliari
BARI – Applicare il “metodo Lean” alle cure domiciliari, per sveltire le procedure e creare processi standardizzati e omogenei in modo da potenziare l’assistenza agli over 65. E’ il cuore del percorso di sperimentazione attuato dalla ASL Bari in collaborazione con l’Università LUM e ASL Caserta, da gennaio 2024, in 3 Distretti Socio-Sanitari (Dss Unico Bari, Dss 4 di Altamura e Dss 13 di Gioia del Colle) con l’obiettivo di rendere più efficienti le Cure domiciliari, applicando appunto la metodologia “Lean”. Con la novità, fortemente voluta dalla Direzione sanitaria aziendale, di realizzare il progetto a livello di Sanità territoriale, un unicum in Italia in questo specifico settore, rispetto alle già rodate applicazioni nelle strutture ospedaliere.
L’obiettivo del progetto appena concluso, strutturato in 6 incontri nell’arco di 4 mesi (in modalità webinar e in presenza), ha previsto che il team multiprofessionale realizzasse un aggiornamento della procedura esistente in ASL Bari sulla gestione delle Cure domiciliari per gli assistiti in ADI dell’intero territorio aziendale, una platea di oltre 25mila persone nel 2023 con più di 500mila prestazioni erogate; una strategia per rendere protagonisti, non solo i vertici aziendali e distrettuali, ma anche i singoli professionisti del territorio, coinvolgendo le unità operative di Assistenza domiciliare, le UDMG (i medici di Medicina generale), gli infermieri impegnati nelle cure a domicilio, gli assistenti sociali e le figure professionali che si occupano di riabilitazione, in modo da contribuire all’intero processo di miglioramento organizzativo.
Un percorso intrecciato strettamente con le innovazioni previste nel Decreto Ministeriale 77, il quale definisce i modelli e gli standard per lo sviluppo dell'assistenza territoriale nel Servizio Sanitario Nazionale, e con i finanziamenti PNRR (ad esempio per l’implementazione delle Centrali Operative Territoriali e la telemedicina) destinati ad aumentare il volume delle prestazioni rese in assistenza domiciliare fino a prendere in carico, entro la metà del 2026, almeno il 10% della popolazione di età superiore ai 65 anni rispetto all’attuale livello medio, di poco inferiore al 5%, tra le diverse regioni italiane.
La realizzazione del progetto è stata articolata in 5 fasi. In particolare, il passaggio dall’approccio organizzativo tradizionale a quello per processi, secondo i concetti chiave del “Lean Thinking”, poi l’individuazione dei principi e degli sprechi nella realtà aziendale, quindi il controllo e il miglioramento continuo dei processi nell’assistenza domiciliare, individuando gli obiettivi prioritari e la conseguente modalità per raggiungerli e per l’implementazione dei risultati a livello aziendale. Fondamentali, per il miglioramento continuo dei processi, il monitoraggio dei dati, delle procedure (finanche della modulistica) e di tutte le informazioni utili al flusso organico del lavoro, con conseguente eliminazione di eventuali ostacoli e criticità.
La nuova procedura realizzata con questa sperimentazione e le soluzioni strategiche proposte, dallo snellimento dei passaggi burocratici ad una più rapida presa in carico dei pazienti, sarà ora implementata a livello aziendale in modo da garantire una migliore qualità del servizio di assistenza domiciliare.