Protesta al Cara di Bari: 'Migliori condizioni di vita e rispetto dei diritti'
BARI – Gli ospiti del Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo (Cara) di Bari si sono rivolti questa mattina alla Prefettura con una lettera contenente una serie di richieste urgenti per migliorare le loro condizioni di vita. Tra i punti salienti, si segnalano la necessità di alloggi più adeguati, una maggiore celerità nelle audizioni con la commissione per l’asilo, e la fine dello sfruttamento lavorativo che coinvolge molti residenti del centro.
La protesta segue la tragica morte, avvenuta il 4 novembre, di Bangaly Soumaoro, un 33enne residente nel Cara. Per il decesso sono attualmente indagati nove operatori sanitari. La vicenda ha acceso i riflettori sulle criticità della struttura e ha spinto i richiedenti asilo a mobilitarsi, con il sostegno di associazioni come Fuorimercato.
Condizioni di vita insostenibili
Nella lettera, i migranti denunciano il degrado delle strutture:
- Bagni: “Sporchi, allagati e senza acqua calda”, una situazione migliorata solo negli ultimi giorni grazie alle denunce pubbliche.
- Container abitativi: Descritti come piccoli moduli metallici dove dormono da otto a dieci persone, spesso in letti a castello. Gli ospiti lamentano la totale assenza di privacy e la convivenza con scarafaggi, topi e cimici.
Attese infinite per l’asilo
Un altro punto critico riguarda i tempi di attesa per i colloqui con la commissione incaricata di esaminare le richieste d’asilo. “Ci era stato detto che l’attesa sarebbe stata di tre-sei mesi, ma molti di noi aspettano da oltre un anno senza alcuna notizia”, si legge nella lettera. Questi ritardi, sottolineano, li costringono a vivere in uno stato di incertezza che mina profondamente il loro benessere fisico e mentale.
Lavoro agricolo e sfruttamento
Gli ospiti del Cara denunciano anche condizioni di lavoro estremamente precarie per chi, tra loro, è impiegato come bracciante agricolo. Molti lavorano senza contratto, senza busta paga e senza alcuna tutela legale o medica. Nonostante l’anticipo dell’orario di apertura dei cancelli del centro alle 4.30 del mattino, rimane difficile per i lavoratori raggiungere i campi senza rischi o difficoltà.
Un appello alle istituzioni
La lettera protocollata in prefettura rappresenta un grido d’aiuto per porre fine a una situazione che gli stessi ospiti definiscono inaccettabile. Le richieste principali includono:
- Alloggi dignitosi: Spazi abitativi più grandi e salubri.
- Tempistiche certe per l’asilo: Audizioni con la commissione entro sei mesi dall’ingresso nel Cara.
- Fine dello sfruttamento: Maggiore attenzione alle condizioni lavorative dei migranti impiegati nei campi.
Questa iniziativa rappresenta un tentativo di sensibilizzare le autorità locali e nazionali sulla necessità di un intervento immediato per garantire il rispetto dei diritti umani e delle normative in materia di accoglienza e lavoro.