Bari, nuove regole per l'apertura di locali: scontro tra Comune e associazioni di categoria

BARI – Il Comune di Bari punta a regolamentare in maniera più stringente l'apertura di locali e attività di somministrazione di cibi e bevande, introducendo un iter autorizzativo specifico che sarà sottoposto ai 5 Municipi per un parere preliminare prima dell’approvazione definitiva in Consiglio comunale.

La proposta del Comune

L’amministrazione ha realizzato una mappatura delle aree cittadine, distinguendole in zone a tutela elevata (come l’Umbertino, via Mazzitelli a Poggiofranco e viale Amendola) e zone a tutela semplice, con l’obiettivo di bilanciare l’offerta ricettiva e migliorare la vivibilità urbana. L’iniziativa punta a evitare concentrazioni eccessive di attività in alcune zone centrali della città, spesso caratterizzate da sovraffollamento, e a promuovere l’apertura di nuove attività in aree meno servite.

Chi vorrà aprire un'attività in queste aree dovrà rispettare requisiti specifici e sottoporsi a un sistema di punteggio, garantendo il rispetto delle prescrizioni iniziali.

La reazione delle associazioni di categoria

La proposta ha sollevato critiche da parte di UniPuglia, l’Associazione delle Piccole Imprese, il cui presidente, Savino Montaruli, ha duramente attaccato l’iniziativa, definendola populistica e priva di basi giuridiche solide.

Montaruli, intervenuto in un dibattito pubblico con l’Assessore alle Attività Economiche Pietro Petruzzelli, ha dichiarato:
“Parlare di aperture selvagge, quando tutte le regole vengono rigorosamente rispettate, significa gettare fango su un’intera categoria. Questa proposta è un attacco diretto ai pubblici esercenti, vittime di un populismo sfrenato che supera ogni limite di sopportazione.”

Montaruli ha ricordato che, secondo la normativa vigente (D.lgs. n. 147/2012), l’apertura di esercizi di somministrazione di cibi e bevande non è più soggetta ad autorizzazione, ma a una semplice Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA). Tale sistema consente l’avvio immediato dell’attività senza bisogno di ulteriori permessi.

Le criticità sollevate

Montaruli ha evidenziato diversi punti controversi della proposta del Comune:

  1. Limitazioni illegittime – L’introduzione di distanze minime tra esercizi o tra attività e luoghi sensibili sarebbe contra legem e potrebbe essere facilmente contestata presso l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM).
  2. Disparità di trattamento – Le nuove regole penalizzerebbero i nuovi esercizi rispetto a quelli esistenti, creando una situazione di vantaggio per questi ultimi.
  3. Contraddizioni con il Documento Strategico del Commercio (DSC) – Montaruli ha ricordato che il Comune stesso, con il Distretto Urbano del Commercio (DUC), ha incentivato l’apertura di attività commerciali in alcune aree centrali della città, che ora verrebbero invece sottoposte a limitazioni.

Appello al dialogo

Montaruli ha concluso chiedendo un confronto diretto con il sindaco Vito Leccese:
“È urgente un tavolo di confronto serio. I provvedimenti, se adottati, non resteranno senza un’azione legale a tutela dei diritti delle imprese. Chi investe risorse importanti nella nostra città merita rispetto e non vessazioni. La propaganda politica la lasciamo a chi vive di politica e difende le proprie poltrone.”