Femminicidio di Martina Carbonaro: oggi l’udienza di convalida per Alessio Tucci. I genitori: “Non immaginavamo, era come un figlio”


NAPOLI
 – Si tiene oggi nel carcere di Poggioreale l’udienza di convalida del fermo per Alessio Tucci, il 19enne che ha confessato il brutale omicidio di Martina Carbonaro, la 14enne uccisa a colpi di pietra lo scorso 26 maggio ad Afragola. Il giovane è accusato di omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere. La Procura di Napoli Nord ha inoltre fissato per il prossimo 3 giugno il conferimento dell'incarico al perito per eseguire l’autopsia, prevista per lo stesso giorno.

Martina è stata ritrovata senza vita in un edificio abbandonato nei pressi dell’ex stadio comunale. Una tragedia che ha scosso l’intera comunità e riportato con forza al centro del dibattito nazionale il dramma dei femminicidi giovanili.

“L’assassino era in macchina con me” – parla il padre di Martina

Profondamente provato, Marcello Carbonaro, padre della vittima, ha rotto il silenzio portando un mazzo di fiori sul luogo del femminicidio:

“Avevo in macchina l’assassino di mia figlia e non lo sapevo. Tucci ha fatto le vacanze con noi al mare, dormiva a casa nostra. Poi l’ha uccisa come un cane”.

Un racconto straziante, che rivela quanto fosse integrato il ragazzo nella vita della famiglia Carbonaro e rende ancora più agghiacciante il gesto che ha messo fine alla vita di Martina.

La madre: “Martina aveva sopportato tanto, forse troppo”

Anche la madre, Fiorenza Cossentino, ha condiviso alcuni dettagli emersi nei giorni precedenti alla tragedia:

“Tre settimane fa ho saputo che Alessio diede uno schiaffo a mia figlia. Lei mi disse di aver sbagliato a sopportare certe cose. Ma tutti sbagliano, l’importante è ammetterlo”.

Cossentino ha poi espresso il sospetto che la figlia potesse aver nascosto altri episodi di violenza:

“Mi ha sempre parlato bene del fidanzato, ma oggi ho il dubbio che sia successo di più. Da poco si era confidata online con un altro ragazzo, e Alessio pensava fosse stata una relazione”.

Infine, ha ripercorso il drammatico momento della scomparsa:

“Dopo aver parlato con Martina alle nove, sono uscita in pigiama. L’ho cercata vicino al bar, dietro la pineta. Ho chiamato Alessio, mi ha detto che erano stati poco insieme e che lei non si era voluta far accompagnare. Ma non era vero”.

Meloni: “Serve una svolta culturale, non bastano solo le leggi”

Anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha commentato il delitto con parole dure e accorate:

“Alla famiglia di Martina va il mio abbraccio pieno di dolore. Alle Istituzioni il dovere di non voltarsi dall’altra parte. Dobbiamo fare di più, tutti insieme. Per Martina. Per tutte.”

Meloni ha ricordato che sono già stati approvati numerosi provvedimenti contro la violenza di genere, ma che “le norme non bastano senza una svolta culturale e sociale profonda”:

“Il femminicidio di Martina ci impone di guardare in faccia un male che non possiamo ignorare né normalizzare: la violenza cieca e possessiva che troppo spesso si abbatte sulle donne, anche sulle più giovani”.

L’Italia sconvolta, ancora una volta

La morte di Martina Carbonaro è l’ennesimo grido d’allarme in un Paese che continua a contare troppe vittime tra le ragazze e le donne per mano di chi diceva di amarle. In attesa degli sviluppi giudiziari, resta il dolore immenso di una famiglia distrutta e di una comunità che oggi si interroga, ancora una volta, su come sia possibile fermare la spirale di violenza che si abbatte sulle donne, troppo spesso in silenzio.