Crisi in Medio Oriente: Israele attacca l’Iran, colpiti impianti nucleari. Violente esplosioni a Teheran


TEHERAN – Una nuova e drammatica escalation ha investito il Medio Oriente. Israele ha lanciato nelle ultime ore un attacco militare diretto contro diversi siti nucleari iraniani, colpendo obiettivi strategici in più aree del Paese, tra cui la capitale Teheran, dove sono state segnalate violente esplosioni.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha definito l’operazione «un successo iniziale» e ha avvertito: «Andremo avanti per giorni», giustificando l’azione con l’accelerazione del programma nucleare iraniano che, secondo Tel Aviv, rappresenta una minaccia esistenziale.

Obiettivi militari e scientifici nel mirino

Secondo fonti militari israeliane, gli attacchi hanno mirato a centrali e laboratori legati al programma nucleare iraniano, causando la morte di almeno sei scienziati nucleari. Tra le vittime anche figure di altissimo profilo militare: il capo di stato maggiore iraniano e il comandante delle Guardie Rivoluzionarie sarebbero stati uccisi nei bombardamenti.

Il sito Iran International, ripreso da media israeliani come Ynet, riferisce anche della morte del consigliere politico di Ali Khamenei, Ali Shamkhani, a seguito delle gravi ferite riportate nell’attacco.

La reazione dell’Iran: “Puniremo Israele”

Durissima la risposta della Guida Suprema iraniana Ali Khamenei, che ha definito l’attacco «un’aggressione criminale» e ha promesso una «punizione dolorosa» per Israele, accusando apertamente anche gli Stati Uniti.

Il comandante dell’esercito iraniano Abdolrahim Mousavi ha confermato che Khamenei ha ordinato alle forze armate di reagire, colpendo «gli autori dell’attacco». L’intera regione resta ora in uno stato di massima allerta, con il rischio concreto di un conflitto su larga scala.

L’Agenzia per l’Energia Atomica monitora la situazione

La IAEA, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, ha dichiarato di stare monitorando i livelli di radiazione nelle zone colpite. Al momento non si registrano anomalie, ma la preoccupazione per una possibile contaminazione resta alta.

Le reazioni internazionali

Gli Stati Uniti, tramite fonti ufficiali, si sono dichiarati non coinvolti nell’operazione. L’ex presidente Donald Trump ha commentato la crisi ribadendo che «l’Iran non deve avere una bomba atomica», auspicando però una via diplomatica. Più diretto il senatore Marco Rubio, che ha avvertito: «Teheran non prenda di mira i nostri interessi».

In Italia, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha convocato una riunione d’emergenza alla Farnesina, coinvolgendo i dirigenti del ministero e gli ambasciatori italiani in Iran, Israele e negli altri Paesi della regione. «La nostra posizione è quella del dialogo. Ci auguriamo che possa riprendere quanto prima il confronto tra Israele e Iran», ha dichiarato Tajani.

La premier Giorgia Meloni ha invece convocato una riunione in videoconferenza con i ministri competenti e i vertici dell’intelligence nazionale per un’analisi della situazione e la valutazione di eventuali ripercussioni per l’Italia e gli interessi italiani all’estero.

Scenario incandescente

La situazione evolve di ora in ora. I mercati internazionali mostrano già segni di nervosismo, mentre le principali cancellerie mondiali si attivano per evitare un’ulteriore escalation. Il rischio di un conflitto aperto tra Israele e Iran, con possibili coinvolgimenti indiretti di Stati Uniti, Unione Europea e Russia, appare oggi più reale che mai.