Siccità, incendi e crollo dei prezzi: grano in crisi in Capitanata, è codice rosso


FOGGIA – Le prime trebbiature del grano in Capitanata restituiscono un quadro allarmante: rese in netto calo, qualità eccellente, prezzi ai minimi storici e una serie di incendi dolosi che hanno già devastato oltre 200 ettari di campi tra Foggia e Lucera. Una miscela esplosiva che mette a rischio l’intera filiera cerealicola della provincia di Foggia, cuore pulsante della produzione di grano duro in Italia.

Rese basse, ma qualità da primato

I primi dati parlano chiaro: nella pianura del Tavoliere, il raccolto medio oscilla tra 10 e 15 quintali per ettaro, con punte di 20 nei terreni meno colpiti dalla siccità. Valori lontanissimi dai livelli dell'anno scorso, quando la media provinciale si attestava sui 23-25 quintali/ettaro. “Quantità in netto calo, soprattutto nella piana, che è la nostra area più produttiva”, afferma Angelo Miano, presidente di CIA Capitanata.

A fronte di questo crollo produttivo, il grano presenta caratteristiche di qualità straordinaria: 84 kg/hl di peso specifico e 14-15% di proteine, ben oltre gli standard richiesti dall’industria molitoria. Tuttavia, ai cerealicoltori vengono riconosciuti meno di 30 euro al quintale, in un mercato sempre più schiacciato da dinamiche penalizzanti.

Prezzi al ribasso: “Non copriamo i costi di produzione”

“Le quotazioni viaggiano tra i 27 e i 28 euro al quintale, ma potrebbero scendere ancora”, denuncia Miano. “Siamo ben lontani da una remunerazione equa, che permetta alle aziende di coprire i costi e sopravvivere. Serve un riequilibrio della distribuzione del valore lungo la filiera”.

A rincarare la dose è Nicola Cantatore, direttore provinciale di CIA Capitanata: “L’Europa e il Governo italiano devono affrontare il problema della concorrenza sleale da parte dei Paesi che producono con costi e regole molto meno stringenti. Così si schiaccia la nostra agricoltura”.

Il dramma degli incendi: 200 ettari distrutti da mani criminali

Oltre alla crisi di mercato, i cerealicoltori devono fronteggiare anche una vera e propria emergenza incendi dolosi. Solo tra Foggia e Lucera sono andati in fumo più di 200 ettari di grano maturo, pronti per la raccolta. “Atti criminali spietati – sottolineano le organizzazioni agricole – che aggravano un quadro già critico”.

Sicolo: “Tracciabilità totale e Granaio Italia, altrimenti la filiera salta”

Per Gennaro Sicolo, presidente regionale e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani, servono misure urgenti e strutturali: “Serve trasparenza sui mercati, riconoscimento dei costi, e tracciabilità totale. Il Governo deve attivare il Granaio Italia e il Registro Telematico, per fermare una spirale al ribasso che rischia di travolgere l’intera filiera”.

Sicolo lancia anche un appello ai consumatori: “Scegliete solo pasta realizzata al 100% con grano italiano. La dipendenza da grano estero, di dubbia provenienza e spesso con triangolazioni opache, sta mettendo a rischio la sicurezza alimentare e il futuro dei nostri agricoltori”.

Conclusione

Tra siccità, incendi dolosi, prezzi in picchiata e importazioni selvagge, la cerealicoltura foggiana è al limite. La richiesta delle associazioni agricole è chiara: “Servono interventi rapidi, concreti e strutturali. Senza di essi, il grano italiano – simbolo del nostro Made in Italy – rischia di scomparire”.