Sinner show a Parigi: 52 settimane da n.1 festeggiate con la 18ª vittoria Slam consecutiva
PARIGI - Quale modo migliore per celebrare un anno intero da numero uno del mondo se non con un’altra prestazione da dominatore assoluto? Jannik Sinner lo fa in grande stile, travolgendo Andrey Rublev in tre set con il punteggio di 6-1 6-3 6-4 in poco più di due ore, negli ottavi di finale del Roland Garros 2025. Il tutto sotto gli occhi di Riccardo Piatti, il coach che lo ha accompagnato nella prima parte del suo percorso e che oggi può solo ammirare quanto lontano sia arrivato il suo ex allievo.
La partita, a conti fatti, ha poco da raccontare: troppo netto il divario, troppo diversa la categoria a cui i due sembrano appartenere. Eppure, la partenza era stata illusoriamente equilibrata: Rublev approccia bene, aggressivo, costringendo Sinner ad annullare due palle break già nel primo game. Ma è solo un fuoco di paglia.
Nel secondo game arriva il primo break per l’azzurro, che replica nel quarto portandosi in fuga. Rublev evita il bagel tenendo il servizio nel sesto game, ma il primo set è già compromesso: Sinner lo chiude 6-1 in 25 minuti, perfetto in ogni fondamentale.
Il secondo parziale è un filo più combattuto, ma la sostanza non cambia. Sull’1-1, Rublev da 40-0 si fa rimontare e perde il servizio: un errore che segna l’andamento del set. Sinner gestisce con autorità e chiude 6-3 in 39 minuti. La sensazione è che il match sia già finito.
Nel terzo set il russo prova a reagire: è più aggressivo, si procura una palla break sul 2-2, ma Sinner la cancella con un servizio al corpo e poi con un dritto esplosivo. È l’unico momento di reale tensione: da lì in poi, Jannik torna a comandare e, sul 5-4, strappa il servizio a Rublev e chiude senza esitazioni.
Implacabile, efficiente, quasi spietato. Sinner firma la 18ª vittoria consecutiva nei tornei dello Slam, confermando non solo il suo status da leader del ranking ATP, ma anche la solidità mentale e tecnica di chi ha ormai fatto il salto di qualità definitivo.
E mentre il pubblico lo acclama e gli ex allenatori lo osservano con orgoglio, Jannik pensa già al prossimo passo. Perché uno come lui, anche dopo 52 settimane da numero uno, non si accontenta mai.
La partita, a conti fatti, ha poco da raccontare: troppo netto il divario, troppo diversa la categoria a cui i due sembrano appartenere. Eppure, la partenza era stata illusoriamente equilibrata: Rublev approccia bene, aggressivo, costringendo Sinner ad annullare due palle break già nel primo game. Ma è solo un fuoco di paglia.
Nel secondo game arriva il primo break per l’azzurro, che replica nel quarto portandosi in fuga. Rublev evita il bagel tenendo il servizio nel sesto game, ma il primo set è già compromesso: Sinner lo chiude 6-1 in 25 minuti, perfetto in ogni fondamentale.
Il secondo parziale è un filo più combattuto, ma la sostanza non cambia. Sull’1-1, Rublev da 40-0 si fa rimontare e perde il servizio: un errore che segna l’andamento del set. Sinner gestisce con autorità e chiude 6-3 in 39 minuti. La sensazione è che il match sia già finito.
Nel terzo set il russo prova a reagire: è più aggressivo, si procura una palla break sul 2-2, ma Sinner la cancella con un servizio al corpo e poi con un dritto esplosivo. È l’unico momento di reale tensione: da lì in poi, Jannik torna a comandare e, sul 5-4, strappa il servizio a Rublev e chiude senza esitazioni.
Implacabile, efficiente, quasi spietato. Sinner firma la 18ª vittoria consecutiva nei tornei dello Slam, confermando non solo il suo status da leader del ranking ATP, ma anche la solidità mentale e tecnica di chi ha ormai fatto il salto di qualità definitivo.
E mentre il pubblico lo acclama e gli ex allenatori lo osservano con orgoglio, Jannik pensa già al prossimo passo. Perché uno come lui, anche dopo 52 settimane da numero uno, non si accontenta mai.