Ilva: sit-in durante processo a Taranto, occhi puntati sulla perizia

di Redazione. Sit-in a Taranto contro l'inquinamento causato dall'Ilva. Alcune decine di persone, tra rappresentanti di associazioni ambientaliste, studenti e cittadini, presidiano il tribunale del capoluogo jonico.

Il presidio avviene in concomitanza con l'incidente probatorio in cui i periti nominati dal gip Patrizia Todisco relazionano sulla consulenza chimica disposta dalla procura per stabilire se le emissioni di fumi e polveri dallo stabilimento siderurgico Ilva siano nocive alla salute degli operai del siderurgico e dei cittadini di Taranto e dei comuni limitrofi, e se all'interno della fabbrica siano rispettate le misure di sicurezza per evitare la dispersione di diossina, Pcb e benzoapirene.

LE INDAGINI - Le indagini sono partite circa tre anni fa, in seguito al ritrovamento di pericolose tracce di sostanze inquinanti nei formaggi provenienti dagli allevamenti di pecore che pascolavano vicino alla zona industriale. Quattro gli indagati tra i quali anche il patron dell'Ilva Emilio Riva e il figlio Nicola. Diverse associazioni hanno lanciato un appello a essere presenti davanti al Tribunale. Molti dei manifestanti, che hanno esposto alcuni striscioni, indossano fasce bianche al braccio.

CONCLUSA UDIENZA - Si e' conclusa da poco l'udienza a porte chiuse davanti al gip del Tribunale di Taranto Patrizia Todisco dell'incidente probatorio nell'ambito dell'inchiesta sull'inquinamento che sarebbe stato provocato dai fumi dello stabilimento siderurgico Ilva. Centinaia di persone, tra i quali molti studenti, hanno 'assediato' da stamane la sede del palazzo di giustizia jonico per manifestare solidarieta' agli allevatori che si sono costituiti parte civile e incitamento alla macchina della giustizia ad andare avanti.

LA PERIZIA - Al centro della camera di consiglio la maxi-perizia fisico-chimica, circa 500 pagine, che dimostrerebbe la correlazione tra le emissioni dello stabilimento, in particolare diossina ma anche policlorobifenili e benzoapirene, e la contaminazione di terreni e di animali degli allevamenti vicini alla fabbrica. Qualche anno fa migliaia di pecore e capre sono state abbattute proprio dopo la rilevazione di una presenza di diossina nel latte, nel formaggio e nella carne, in particolari nelle parti grasse.

Da quel che e' trapelato sembra che le difese dei quattro indagati, tra i quali il patron dell'Ilva Emilio Riva, il figlio Nicola, il direttore dello stabilimento Luigi Capogrosso e il responsabile dell'area agglomerato Angelo Cavallo, hanno chiesto ai periti numerosi chiarimenti e sollevato contestazioni sulla relazione. Anche i pm, Mariano Buccoliero e il procuratore capo Franco Sebastio, e la stessa gip Todisco, a questo punto, sulla base dei rilievi delle difese, sono intervenuti chiedendo a loro volta chiarimenti e hanno fatto le loro considerazioni. La redazione della perizia, da parte di quattro esperti, e' durata oltre un anno.

Entro il 1° marzo sara' depositata la perizia medico-epidemiologica che dovra' stabilire l'eventuale connessione tra questo inquinamento ambientale e le patologie mediche presenti sul territorio. Il 30 marzo e' stata fissata l'udienza nel corso della quale verra' illustrata e discussa anche quest'altra perizia redatta da tre esperti. A quel punto verra' dichiarato chiuso l'incidente probatorio e gli atti potranno essere restituiti alla Procura che, dopo eventuali richieste di supplementi di indagini, trarra' le sue conclusioni.

LE ACCUSE - Tra le accuse ai quattro indagati ci sono il disastro ambientale colposo e doloso, l'avvelenamento di sostanze alimentari, l'omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, il danneggiamento aggravato di beni pubblici, il getto e lo sversamento di sostanze pericolose e l'inquinamento atmosferico. Dopo la costituzione di parte civile di sei allevatori sui nove individuati dal gip, della Provincia e del Comune, oggi e' arrivata anche quella della Regione Puglia, sollecitata a gran voce da molte associazioni ambientaliste.

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