"50 anni di musica e 50 anni di vita": Beppe Carletti dei Nomadi si racconta al Giornale di Puglia


di Daniele Martini - D. Caro Beppe, innanzitutto auguri a te e a tutto il gruppo per questi straordinari 50 anni di musica.

R. 50 anni di musica e 50 anni di vita, perché la musica è vita. E poi non sono stati 50 anni spesi solo a fare musica, ma anche nella vita in generale, nella vita quotidiana così, come quelli che fanno tutti, quelle cose che tutti fanno. Io non sono diverso da tutti questi.

D. Il 14, 15 e 16 giugno a Cesenatico si festeggerà questo grande evento. Come vi state preparando? Quali novità ci saranno per questo spettacolo?

R. Ci saranno 3 concerti, il 14, 15 e 16 giugno, in cui faremo ascoltare non solo 30 canzoni, ma saranno 60, 70. Quindi uno che viene a Cesenatico in quei giorni lì, non ascolterà sempre quelle 29 o 30 canzoni, ma avrà modo di ascoltarne molte di più. Sono 3 giorni molto intensi perché non è solo musica. E' anche convegni, diciamo, sulla solidarietà, sulla nostra storia. C'è una mostra fotografica sulla nostra storia, i dipinti di Augusto Daolio, la partita con la Nazionale Cantanti. Quindi sono tre giorni ricchissimi, veramente pieni insomma: uno che viene lì non si annoia mica di certo, avrà veramente tanto da fare. Chi ama poi i Nomadi in modo particolare, approfondirà ancora di più cosa sono i Nomadi.

D. Volevo parlare con te del grande Augusto Daolio. Volevo chiederti un tuo ricordo personale di Augusto e, secondo te, se fosse ancora vivo, quale canzone recente avrebbe scritto dei Nomadi?

R. Io penso sempre che le canzoni che stiamo portando avanti adesso, sicuramente lui le avrebbe cantate tranquillamente. Quelle che avrebbe scritto questo non lo so, perché è un po’ difficile. Non lo so, per dirti. Una canzone dell'ultimo cd è, diciamo, "Terzo tempo", una canzone come "Non avrai" l'avrebbe scritta sicuramente, ma anche lo stesso "Terzo tempo". Sono canzoni che sono molto vicine al suo modo di scrivere. Quindi, per quanto riguarda il ricordo, io ci ho vissuto 30 anni con lui, il ricordo è il ricordo di una vita perché 30 anni, diciamo, sono una vita. Se vogliamo breve, ma sono una vita. I ricordi sono tutti belli perché io con Augusto ho avuto un rapporto unico, non abbiamo mai litigato. Abbiamo sempre parlato cercando di costruire e non di far finire il gruppo. Questa è stata sempre la nostra filosofia: di guardare sempre avanti, ed è una cosa veramente bella. Sono 30 anni che io porto sempre nel cuore. Per me Augusto non morirà mai.

D. Parliamo ora delle voci soliste dei Nomadi. Si è passati da Danilo Sacco a Cristiano Turato. Che rapporto hai avuto con loro?

R. Il rapporto che ho avuto con Danilo è stato ottimo perché poi ha preso una decisione sua di fare il cantante solista, quindi non c'è  stata nessuna frattura. E' una scelta di vita che va rispettata e che ho rispettato. Chiaramente dispiace sempre quando una persona, dopo 18 anni che è rimasto con noi, decide di fare una strada propria. Si è voluto mettere alla prova. Così ha detto ed io gli ho augurato "Buona fortuna".

Cristiano è poco più di un anno e mezzo che è con noi, è un rapporto molto bello. Lui è un ragazzo molto semplice, tranquillo, con cui si lavora veramente bene, ha portato una ventata di rock perché lui proviene da un rock metallico, da un genere totalmente diverso dal nostro, e diciamo che l'incontro tra lui e noi è positivo. E' veramente positivo perché, come ho detto prima, ha portato il rock, ha portato una ventata di freschezza.

D. Il 18 settembre del 2012 è uscito il vostro ultimo album dal titolo "Terzo tempo". Si tratta di un lavoro pieno di inediti. Ma cos'è per te il terzo tempo? E' cambiato il vostro modo di fare musica?

R. Non è che è cambiato il modo di fare musica, la musica è  sempre nostra, però chiaramente il modo di porgere le canzoni, questo può essere cambiato, ma è cambiato ultimamente con l'avvento di Cristiano perché prima avevamo un modo che chiaramente ha dato alla voce Danilo e adesso siamo diventati un pochino più rock, un po’ più duri rispettando la voce di Cristiano, insomma. Il mio "terzo tempo" è già questo, perché nella vita io, con l'età che ho, potrei già dire che sono nel terzo tempo tranquillamente, e non mi dispiace perché ci sono arrivato. E questo è veramente bello, lo sto vivendo bene con tante soddisfazioni, insomma. Dopo tutti questi anni non è da poco.

D. Volevo parlare con te del tuo progetto che porti avanti con il gruppo, ovvero dell'associazione "Crescerai". Col tempo hai incontrato anche personaggi importanti come, per esempio, il Dalai Lama o Giovanni Paolo II. Quanto hanno influito sulla tua carriera questi personaggi e quali sono i progetti futuri con l'associazione?

R. E' un'associazione che ho fatto insieme ad alcune amiche ed amici. E' una piccola associazione, per cui stiamo portando avanti un progetto nel Madagascar. Anche loro hanno i loro problemi. Però, insomma, stiamo facendo delle cose tutte molto importanti perché ci sono di mezzo i bambini. Questo è sicuramente una cosa positiva, almeno per me. Lo sto già facendo da anni, sono andato personalmente, mi piace tutto questo insomma. Dà tante soddisfazioni. E' un aiuto che si da e lo si fa col cuore perché non è che abbiamo la possibilità di dare ospedali. Però, insomma, delle piccole cose che rendono felice qualche bambino, fare delle cose per farli sorridere e dargli da mangiare, che non è poco. Per questo penso di essere molto orgoglioso.

Per quanto riguarda il resto, insomma, come ho detto prima, il mio terzo tempo, la mia vita di adesso è il mio terzo tempo. Poi il futuro, chissà, il futuro non riesco ancora a leggerlo bene, quindi, quando riuscirò, vedrò un attimino come comportarmi. Io direi che mi reputo una persona fortunata di aver incontrato questi personaggi qua, da Arafat, il Dalai Lama, lasciano dei segni indelebili. Comunque sono due Premi Nobel per la Pace, che possano piacere o no, comunque secondo me hanno fatto, Arafat ha fatto la sua vita per il suo popolo e il Dalai Lama sta facendo altrettanto. L'incontro con questi personaggi servono a crescere e penso che servono a far diventare più uomini, insomma, per quanto riguarda me. Chiaramente, sotto un aspetto musicale, può darsi che io abbia percepito qualcosa che trasmette emozioni che poi trasmetto in musica. Sono cose che, come si dice, che poi non si sanno. Però io posso dire di aver incontrato questi personaggi qua. E' stata una cosa per me meravigliosa, insomma. Questo è quanto ti dà anche la musica, che non mi dà poco insomma.

D. Qual è il consiglio che tu dai ai giovani che si affacciano al mondo della musica e dello spettacolo?

R. Io dico sempre ai ragazzi "Suonate, cantate" per la passione per la musica. Non pensate al successo perché purtroppo, non voglio fare l'uccellaccio del malaugurio, ma purtroppo non arriva mai a tutti e, casomai, si può dire "io sono più bravo di quello lì, quello lì ha fatto successo nella vita". Insomma, è il destino. Dico sempre "Ragazzi suonate perché vi piace, perché amate la musica, perché la musica vi riempie la vita, vi riempie le ore. Dovete suonare per questo". La musica è arte. Chi fa arte non deve pensare subito al successo: la fa perché è arte, perché è quel che ha dentro. Questo dev'essere. Poi dopo è chiaro che qualcuno può dire "tu parli così perché hai avuto un certo successo, hai un certo successo, quindi, insomma, è facile per te dire così". Però io lo dico veramente col cuore: quando ho cominciato a suonare, non pensavo mai al successo ma a suonare, perché mi piaceva suonare. E questo deve essere così. Poi, quando arriva il successo, ben venga. Se non viene però uno non deve smettere né di cantare né di suonare.

D. Fai un saluto ai lettori ed ascoltatori del Giornale di Puglia

Saluto a tutti gli ascoltatori ed i lettori del "Giornale di Puglia". Io spero di poter venire presto a salutarvi di persona, di poter fare un concerto in Puglia perché è bellissima. Non lo dico perché  voglio essere ruffiano, perché è veramente vero e voi lo sapete che abitate in quella terra meravigliosa. Spero di poterci venire presto insomma. Questa è la cosa più bella, quindi, vi auguro una buona estate a tutti. Speriamo che arrivi veramente anche qua da noi e, ripeto, speriamo di vederci presto.

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