Banca Popolare di Puglia e Basilicata, mille incognite all'orizzonte

di Roberto Berloco. ALTAMURA (BA) - Solleva ancora polvere il caso della Banca Popolare di Puglia e Basilicata. Il profondo rosso, nel quale l’istituto di credito altamurano è sprofondato, è non solo al centro di dibattiti e preoccupati interrogativi all’interno della compagine societaria, ma pure ancora sotto la lente d’ingrandimento della Banca d’Italia.

Da questa sono provenuti chiari moniti ad una riorganizzazione più efficiente della governanza, come pure ad un indispensabile aumento del patrimonio e ad una presenza manageriale di miglior qualità in tutti i settori. Nei giorni passati s’erano rincorse varie voci circa l’accorpamento dell’istituto murgiano con altri del settentrione italiano, come il Credito Valtellinese o la Veneto Banca. Ma, ormai, per diverse ragioni, anche legate alla comune territorialità d’origine, quella pugliese, sembra sempre più chiaro l’avvicinamento alla Banca Popolare di Bari.

Nell’ipotesi di una fusione all’istituto barese, con il conseguente assorbimento anche delle logiche di gestione, la speranza è che non venga meno una caratterizzazione, anche umana, che conservava l’identità di una tradizione durata oltre centotrenta anni.

Da parte sua il presidente attuale Pasquale Caso si è già detto determinato alle dimissioni, che aveva pure annunciato e date da qualche giorno, ma respinte in attesa del previsto incontro del ventuno di settembre, data che dovrebbe fare da spartiacque con la fase del nuovo consiglio di amministrazione e con il nuovo corso di vita della banca.

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