Scomparsa Di Vagno, Vendola: piangiano galantuomo

Famoso per la brillantezza e il fascino del suo eloquio, fu maestro di una politica intesa anche come pedagogia, educazione alla convivenza e alle regole dello stato di diritto. Le vicende della crisi della prima repubblica, la lacerazione e la scomparsa dei partiti che avevano edificato le fondamenta della nostra democrazia, non ne piegarono mai la passione civile e la tempra morale.
Ormai ultranovantenne, Di Vagno ci ricordava una verità semplice ma mai banale: senza la bussola della memoria storica, in una condizione di superficialità culturale e di oblio, è facile che una società possa smarrirsi.
Nel buio del presente, occorre ritrovare la luce di un insegnamento che è quello che, di generazione in generazione, Peppino Di Vagno, padre e figlio, hanno offerto all’Italia intera: le radici della libertà diventano robuste se sono ben piantate nella terra dei diritti sociali, la giustizia e la democrazia sono le gambe su cui può, deve, camminare un paese che dal Risorgimento fino alla Resistenza, ha cercato di essere una nazione, un popolo, una idea di civiltà. Piangiamo un galantuomo, una personalità colta e gentile, padre nobile di una Puglia con la schiena dritta”.
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