GiroDiVita: il romanzo d'esordio di Alessio Rega

di Roberta Calò - "Da pochi giorni avevo compiuto diciotto anni ma mi sembrava di non essere mai esistito. Del mondo non sapevo quasi nulla,o meglio, lo avevo sempre visto soltanto da una prospettiva limitata: la mia". Da qui parte il viaggio letterario del giornalista Alessio Rega, classe 1984, che si presenta al pubblico con il suo primo romanzo "GiroDiVita" (Adda Editore, 2014, pp.180, euro 15). Lo scrittore presenterà la sua opera giovedì 28 maggio ore 19:00 presso l’associazione “Pensare ad alta voce” strada vallisa 8, Bari e domenica 1 giugno ore 19:30 presso “Laboratorio Urbano Rigenera” viale della Resistenza, Palo del Colle.

Un romanzo di formazione, come ama definirlo l'autore, che narra le vicende di Gabriele, un adolescente alle prese con i primi confronti con se stesso e con gli altri, altalenante tra scuola, amici e primi amori in cui tutto sembra non avere contorni definiti, in cui si procede per "passi traballanti e insicuri" in una "visione distorta della realtà". Incertezze, fantasmi e torpore si confondono con un senso d’ inadeguatezza e di disagio che premono verso una svolta, verso una reazione, verso una ricerca che conduca ad una identità. Un cammino travagliato, lungo, lento in cui il buio va diradandosi ma in cui gli occhi "devono abituarsi a quel bagliore". Il protagonista "vuoto, pessimista, sfiduciato" che fatica a delineare i confini tra amore e amicizia con Chiara, la sua compagna di gioventù, che non riesce a giustificare le scelte dei genitori, che arranca nel gestire un rapporto di amicizia con Giulio, che veleggia tra indecise personalità senza indossarne nessuna con convinzione, inizia a disegnare la sua circonferenza. Non resiste a Bari, nella sua città natale e decide di ricongiungersi con il padre a Milano aprendo il suo cammino a nuove prospettive. Il suo disegno, la sua circonferenza, il suo giro di vita, lo ricondurranno a Bari per motivi di lavoro e qui, il suo cerchio, si chiude. Il prima e il dopo si incontrano e si confrontano, il passato e il presente devono fare i conti con il futuro e con quelle domande ancora pendenti a cui forse non si possono dare risposte definitive e che nella loro relatività rientrano in un tradizionale e fisiologico iter universale delle cose. Quella di Rega, però, non è una concentricità negativa, quanto piuttosto un’ architettura esistenziale sapientemente ritratta in cui tutti possiamo riconoscerci, un processo di maturazione fisica e psicologica attraverso un profondo e realistico scandaglio delle più comuni emozioni. Scrittore e protagonista si incontrano in un percorso di crescita interiore che porta entrambi a riflettere sugli interrogativi della vita attraverso una prosa chiara, diretta, curata in cui "ogni dettaglio trova il suo giusto equilibrio nell'insieme". Gabriele, che durante i suoi studi si interessa a Schopenhauer convinto che spesso "preferiamo illuderci che esista una via per essere felici perché abbiamo bisogno di ingannarci per dare un senso alla nostra vita e non sentirci inutili", non si abbandona passivamente agli eventi e non rinuncia alla felicità; commette talvolta gli stessi errori nonostante la promessa fatta a se stesso di non ricaderci, consuma caduche notti con il "cuore anestetizzato", si lascia risucchiare da "un vortice di brividi e di emozioni coccolati dalle onde del mare", si fa sedurre dallo scintillio delle illusioni. Un romanzo promettente che trasuda vigore giovanile nell’entusiasmo di vivere e di godere con ingordigia di ogni singolo attimo cogliendo il colore anche nei giorni più grigi e pallidi, in un divenire che conduce ad un se pur incostante equilibrio generale. In ogni anno che passa Gabriele mostra con discrezione tutta la sua umanità, il suo essere così fragile nel cadere e così forte nel rialzarsi, il suo essere così intensamente e palesemente vero da farci inevitabilmente sentire partecipi delle sue vicende, come se stessimo sfogliando le pagine del nostro giro di vita.

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