Lucciole nel calcolo del Pil, scoppia la polemica

"Non saranno queste le innovazioni che faranno crescere il Pil". Sono le parole del direttore del dipartimento Istat per i conti nazionali, Roberto Monducci, a Rainews24, sull'inserimento di alcune attività illegali all'interno del Pil, a seguito delle nuove metodologie stabilite dall'Ue. "Ci si aspetta un impatto limitato".

"Rimaniamo interdetti di fronte al fatto che l'Eurostat abbia deciso, e che noi eseguiremo, di annoverare attività criminali come la prostituzione, il traffico di stupefacenti e il contrabbando tra le attività che contribuiscono al calcolo del Pil": è la posizione delle associazioni Federconsumatori e Adusbef. "Una trovata di cattivo gusto - dicono - che eleva le attività illegali in mano, il più delle volte alle mafie, al rango di produttrici di ricchezza nazionale".

"Oltre che dal punto di vista statistico, l'errore appare intollerabile soprattutto dal punto di vista etico", evidenziano i presidenti delle due associazioni di consumatori, Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti: "Per pura curiosità ci piacerebbe tra l'altro sapere come calcolerebbero il giro di affari di tali attività. In ogni caso, sfruttamento e commercio illegale rimangono sempre attività intollerabili e da condannare, indipendentemente dal loro volume di affari. Non possono magicamente assumere sfumature positive solo se fa comodo annoverarle nella computazione del prodotto interno lordo. Facciamo appello ai parlamentari europei e al Governo italiano affinché si intervenga con determinazione per contrastare ed eliminare questa pessima decisione".

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