Diritti tv nel caos: indagati Paparesta, Lotito e Preziosi. Tifosi Bari, noi mai tranquilli

(Il presidente del Fc Bari 1908)
Nel filone dell'inchiesta della Procura di Milano che concerne le presunte irregolarità nell'assegnazione dei diritti tv del calcio avvenuti la scorsa primavera, tra gli indagati per l'ipotesi di ostacolo all'attività di vigilanza della Covisoc, la Commissione per la vigilanza e il controllo delle società di calcio, il presidente del Bari Gianluca Paparesta, del Genoa Enrico Preziosi e anche Claudio Lotito, presidente della Lazio e componente del Consiglio federale della Figc. E' quanto riporta nell'edizione odierna il Corriere della Sera in riferimento ai presunti ritocchi al rialzo dei bilanci della società tramite operazioni finanziarie anche strutturate all'estero riconducibili a Infront, la società che gestisce i diritti sportivi e il cui numero uno Marco Bolgarelli e altri manager sono anch'essi indagati, o a Tax and Finance. Tali ritocchi ai bilanci avrebbero consentito, secondo l'ipotesi dei pm, di far figurare, davanti ai controlli della Covisoc, un determinato equilibrio finanziario dimostrando in tal modo di rispettare i parametri economici richiesti dalla normativa sulle società calcistiche professionistiche.

"La nostra azienda non è ufficialmente sotto inchiesta. La procura di Milano ha aperto un'indagine a carico di Marco Bogarelli, Giuseppe Ciocchetti e Andrea Locatelli nostri manager". Così in una nota la società Infront in merito agli sviluppi giudiziari dell'inchiesta sui diritti tv. La società rileva poi che "non ha e non ha mai intrattenuto alcun rapporto con la società svizzera di consulenza Tax & Finance e/o con Andrea Baroni". Questa la nota diffusa da Infront stamattina: "Confermiamo che venerdì scorso, 9 ottobre 2015, la Procura di Milano ha aperto un'indagine a carico di Marco Bogarelli, Giuseppe Ciocchetti e Andrea Locatelli, manager di Infront Italy, relativa a una presunta contribuzione per inappropriate pratiche finanziarie nei confronti di due squadre Italiane di calcio e per una presunta turbativa del processo amministrativo dell'asta di assegnazione dei diritti TV della Lega Serie A per il periodo 2015/2018". Infront -si legge nella nota "in qualità di azienda non è ufficialmente sotto inchiesta per le suddette questioni. Infront e il suo management locale stanno collaborando con le autorità al fine di dimostrare la correttezza dell'operato dei manager della società. Infront non ha e non ha mai intrattenuto alcun rapporto con la società svizzera di consulenza Tax & Finance e/o con Andrea Baroni"

Gian Michele Gentile, legale del presidente della Lazio, smentisce: "Non abbiamo avuto alcun atto di nessun genere. Non abbiamo atti, comunicazioni, avvisi da nessuna parte".  Secondo gli inquirenti Bari e Genoa avrebbero beneficiato di aiuti finanziari per iscriversi ai rispettivi campionati di calcio. "Se il pubblico ministero sta indagando su Lotito comunicherà a Lotito che sta indagando su di lui, lo inviterà a nominare un difensore e a me dire se intende essere sentito o meno - spiega Gentile, legale del presidente della Lazio, all'Ansa - ma non ci possiamo muovere sulla base delle notizie di stampa. La procura di Milano non ha mandato nessun atto. Non c'è un atto processuale che dica a Lotito sei indagato. Non ha motivo di nominare nessun difensore. Non sappiamo quale processo è, quale numero è, abbiamo i nomi dei pubblici ministeri perché li leggiamo sui giornali ma non abbiamo altro. Quando ci si muove processualmente si risponde a un atto di provenienza processuale".

"Il Genoa - racconta all'agenzia ANSA Enrico Preziosi, n.1 del club ligure -  è una delle squadre le cui sedi sono state perquisite venerdì scorso: ma siamo tranquillissimi, i soldi che servivano al nostro bilancio li ha messi l'azionista di riferimento, cioè io". "Il conto è tracciabile - prosegue Preziosi -, sono state fatte tutte operazioni semplici e chiare, ove servisse saremmo pronti a dare qualsiasi chiarimento a qualsivoglia autorità competente". Il presidente rossoblù conclude: "Questo è un Paese davvero strano. Uno si sveglia e tira fuori un teorema e tutti quanti gli vanno dietro. Ma io non ho problemi, è tutto chiaro e la Covisoc della Federcalcio prima di tutti lo sa".

MALAGO': "SCANDALI AMAREGGIANO" - "Il calcio ci ricorda di essere non solo un pallone che rotola, ma anche scandali, indagini e tutta una seria di vicende processuali. Questo ci amareggia". Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, in merito all'inchiesta sui diritti tv. "In questa vicenda il Coni non ha nessun tipo di interlocuzione", ha aggiunto, al termine della Giunta.

TIFOSI GALLETTO: "NOI MAI TRANQUILLI"- "Ma possibile che non possiamo mai stare tranquilli? Proprio adesso che la squadra cominciava a girare...": l'inchiesta della Procura di Milano su due operazioni nei bilanci di Genoa e Bari ha diviso sul web i tifosi del club pugliese, la cui gioia per la terza vittoria di fila in campionato è stata 'rovinata' da questa tempesta giudiziaria (c'è il presidente Gianluca Paparesta indagato per l'ipotesi di 'ostacolo all'attività di vigilanza' sul bilancio).
Sui forum-web del popolo biancorosso c'è grande apprensione.

Ecco un commento su 'orgogliobarese.it' di un tifoso preoccupato dopo la precedente inchiesta sul calcioscommesse. "Se dovessimo essere colpevoli stavolta ci faranno scomparire dalla mappa calcistica italiana". Altri sono più speranzosi: "Basta fare vittimismo. Aspettiamo le indagini e incrociamo le dita". Grande attenzione alla vicenda anche sul sito 'solobari.it.

"Se le indagini facessero emergere anche solo un po' del marcio che c'è nel calcio 2.0 - scrive un utente - ben vengano. Chi non ha niente da temere dovrebbe star sereno". C'è chi intravede già un colpo alla rinascita del club con la nuova gestione post-Matarrese. "La cosa più fastidiosa è il danno d'immagine, già veniamo dalla storia delle scommesse che è ancora abbastanza recente". In tanti comunque difendono il club: "Scusate dove sta l'illecito?". Altri commentano l'inchiesta in attesa degli sviluppi. "Il Bari ha diritto di vendere a chi vuole spazi sulla propria maglia, il punto è: può questa operazione aver 'confuso' il lavoro della Covisoc? E' su questo che si concentrerà il lavoro degli inquirenti".

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