Attimi di follia a Lecce, ergastolano spara in ospedale: 2 feriti

LECCE - Attimi di follia al 'Vito Fazzi' di Lecce, dove un detenuto che doveva sottoporsi ad un esame sanitario mentre era in ospedale ha rubato la pistola ad uno dei due agenti di polizia penitenziaria che lo accompagnavano cominciando a sparare all'impazzata. Gli agenti sono rimasti feriti in maniera lieve. Ha rubato un'auto e, armato, è fuggito, sfondando le sbarre all'ingresso. In corso le ricerche della polizia.

L'uomo è l'ergastolano Fabio Perrone, di 42 anni responsabile di un omicidio avvenuto il 28 marzo 2014 a Trepuzzi. Doveva sottoporsi ad una colonscopia. Dopo che gli sono state sfilate le manette per poter eseguire l'esame, Perrone ha sfilato la pistola dalla fondina di uno dei poliziotti penitenziari che lo scortavano e ha sparato almeno 12 colpi di pistola calibro 9 ferendo alle gambe, in modo lieve, un agente penitenziario e un utente della struttura ospedaliera.

Poi ha guadagnato la fuga ed è salito su un'auto con la quale ha travolto un vigilante in servizio alla portineria del nosocomio. Quest'ultimo è ferito ed in stato di choc. Si è impossessato dell'auto, dopo aver puntato la pistola alla tempia della donna che era alla guida della sua utilitaria.

“Piu' risorse per polizie penitenziarie ed apparecchiature sanitarie nelle carceri” - “Esprimo la mia più sentita vicinanza agli agenti di polizia penitenziaria che oggi hanno rischiato la vita, mentre si trovavano all’ospedale Vito Fazzi per sorvegliare un detenuto tradotto nella struttura per accedere a delle prestazioni sanitarie. Ciò richiama con forza il tema del numero degli agenti di polizia penitenziaria in Puglia, assolutamente insufficiente a garantire l’incolumità degli stessi agenti nell’esercizio delle loro mansioni”.
Lo dichiara il presidente del Gruppo di Forza Italia, Andrea Caroppo. 

“Se da un lato –aggiunge- sono necessarie più risorse per aumentare le unità in organico, dall’altro urge dotare le case circondariali di strumenti e apparecchiature in grado di ridurre drasticamente il numero di detenuti tradotti negli ospedali pubblici per prestazioni sanitarie. Il trasferimento del detenuto dal carcere all’esterno, infatti, è uno dei momenti più critici e pericolosi non solo per i cittadini, ma anche e soprattutto per gli agenti. Il caso odierno ne è la dimostrazione ed un paio di mesi feci il medesimo appello alla Asl di Lecce. Mi auguro che l’agente colpito gravemente da un proiettile si riprenda al più presto –conclude Caroppo- ma mi auguro anche che non debbano verificarsi epiloghi più gravi per avere una reazione concreta da parte delle istituzioni interessate”.

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