Povertà educativa in Puglia: i dati di Save the Children

LECCE - Quasi un quindicenne su 4 è sotto la soglia minima di competenze in matematica e 1 su 6 in lettura, percentuale che fra gli adolescenti del Sud che vivono in famiglie più svantaggiate raggiunge rispettivamente il 44,2% e il 34,5%: povertà economica e povertà educativa infatti si alimentano reciprocamente e si trasmettono di generazione in generazione. D’altra parte, notevoli sono le carenze di servizi e opportunità formative scolastiche ed extrascolastiche: in Puglia, solo il 4% dei bambini tra 0 e 2 anni riesce ad andare al nido o usufruire di servizi integrativi, l’84% delle classi della scuola primaria non offre il tempo pieno e il 74% dei minori non accede ad una serie di attività ricreative, sportive, formative e culturali. In particolare, il 55,7% dei minori tra 6 e 17 anni non ha letto neanche un libro nell’anno precedente, il 75,4% non ha visitato un sito archeologico e il 70% un museo, il 57% non ha svolto alcuna attività sportiva.

La povertà educativa, cioè la mancanza delle competenze necessarie per uno sviluppo adeguato e per farsi strada nella vita, è una mina innescata sul futuro di migliaia di bambini e adolescenti pugliesi.

In riferimento al genere, le ragazze e i ragazzi meridionali sono più svantaggiati sia in matematica che in lettura rispetto ai coetanei settentrionali: la percentuale delle ragazze che non raggiungono le competenze minime in matematica è del 32% al Sud, il doppio delle coetanee del Nord (16%) e la stessa differenza percentuale si riscontra per i maschi meridionali (28%) e i loro coetanei settentrionali (14%). Altro fattore della povertà educativa è l’origine migrante dei genitori: il 54% degli adolescenti migranti di prima generazione che vivono al Sud è cognitivamente povero, contro percentuali che vanno dal 37 al 40% per le regioni settentrionali e il centro Italia. 

Lo rivela il nuovo Rapporto di Save the Children “Illuminiamo il Futuro 2030 - Obiettivi per liberare i bambini dalla Povertà Educativa”, che fornisce dati ed elaborazioni originali e lancia 3 Obiettivi, ambiziosi ma realistici – elaborati con il contributo di un Comitato Scientifico –, per eliminare entro il 2030 in Italia la povertà economica ed educativa, sull’esempio dei nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibili indicati dalle Nazioni Unite:

1. Tutti i minori devono poter apprendere, sperimentare, sviluppare capacità, talenti e aspirazioni;
2. Tutti i minori devono poter avere accesso all’offerta educativa di qualità;
3. Eliminare la povertà minorile per favorire la crescita educativa. Ogni obiettivo è declinato attraverso l’individuazione di target specifici e obiettivi intermedi.

L’offerta di servizi educativi di qualità.

L’analisi contenuta nel Rapporto indica che una maggiore offerta di servizi educativi di qualità determina minore povertà educativa: in Italia, i ragazzi provenienti da famiglie povere ma che hanno frequentato almeno un anno di scuola dell’infanzia superano i livelli minimi di competenze sia in matematica che in lettura a differenza dei coetanei che non hanno avuto questa possibilità. L’offerta di qualità si misura anche sul numero delle classi che garantiscono il tempo pieno e sulla disponibilità del servizio di mensa, fattore importante per promuovere le competenze cognitive e non cognitive, assente nel 53% delle scuole pugliesi.

Caratteristiche della scuola frequentata e qualità delle infrastrutture

Anche le caratteristiche della scuola frequentata, come la qualità delle infrastrutture, la connessione ad internet, la partecipazione ad attività extracurriculari, sono correlate all’incidenza della povertà educativa. Il Rapporto rileva che in Italia il 45% dei ragazzi che hanno aule con connessioni internet carenti non raggiunge le competenze minime in matematica e il 41% in lettura, percentuale che scende a 43% e 28% se le scuole sono ben connesse. In Puglia la percentuale di aule non connesse raggiunge il 29%.

Anche la qualità degli edifici scolastici è fondamentale per lo sviluppo delle capacità di apprendimento, tuttavia in Puglia il 68% degli alunni di 15 anni frequenta scuole con infrastrutture insufficienti.

Attività extracurricolari

Nel Rapporto viene anche evidenziata l’importanza delle attività extracurricolari per attivare percorsi di recupero nei minori più svantaggiati. C’è, infatti, una correlazione positiva tra la partecipazione ad attività sportive, musicali, di volontariato e l’incidenza della povertà educativa. Tuttavia in Puglia il 91% degli alunni di 15 anni frequenta scuole che non prevedono attività extracurricolari. A livello nazionale, differenze consistenti si notano tra i ragazzi che svolgono attività sportive e chi non può permettersele: il 52% degli adolescenti italiani che non fa sport non raggiunge le competenze minime in matematica e il 43% in lettura, contro il 35% e il 29% dei coetanei che lo pratica. Stesso discorso vale per le ragazze: chi fa sport mostra in media risultati significativamente più elevati in matematica. Quanto all’abitudine di leggere libri, il 48% dei ragazzi che hanno meno di 10 libri a casa non raggiunge i livelli minimi in matematica e il 42% in lettura, percentuale quasi doppia rispetto a chi può fare affidamento su più di 25 libri (26% e 22%). D’altra parte, i dati mostrano che i ragazzi che vivono in famiglie svantaggiate ma con una disponibilità tra 11 e 25 libri superano la soglia minima di competenze in lettura.

La Campagna “Illuminiamo il Futuro” e i Punti Luce.

Per contrastare la povertà educativa, nel maggio 2014 Save the Children ha lanciato la campagna Illuminiamo il Futuro e avviato l’apertura dei Punti Luce: 13 quelli inaugurati finora, in 8 regioni, a Catania, Palermo, Bari, Brindisi, Gioiosa Ionica, Scalea, Napoli (2 Punti Luce), Roma (2 Punti Luce), Genova, Torino, Milano. E sono in fase di istituzione altri tre Punti Luce a Sassari, Palermo (Zen 2) e Milano (Quarto Oggiaro). Si tratta di spazi ad alta densità educativa che sorgono in quartieri svantaggiati delle città, all’interno dei quali i bambini tra i 6 e i 16 anni e le loro famiglie usufruiscono di diverse attività gratuite, tra cui sostegno allo studio, laboratori artistici e musicali, gioco e attività motorie, promozione della lettura, accesso alle nuove tecnologie, educazione alla genitorialità, consulenze pedagogiche, pediatriche e legali. I Punti Luce hanno finora accolto complessivamente 4.510 minori, di cui 2.854 iscritti e frequentanti regolarmente i centri. Inoltre sono state assegnate 300 doti educative, piani formativi personalizzati per bambini in condizioni accertate di povertà, che prevedono anche un contributo economico per l’acquisto, ad esempio, di libri e materiale scolastico, l’iscrizione a un corso di musica o sportivo, la partecipazione ad un campo estivo o altre attività educative individuate sulla base anche delle inclinazioni e talenti del singolo bambino. In Puglia, Save the Children ha aperto due Punti Luce a Bari e a Brindisi. Il primo, in collaborazione con Mama Happy, ha finora accolto 450 minori. Il secondo, in collaborazione con l’associazione Solidarietà e Rinnovamento, ne ha accolti 150.

L’idea creativa della Campagna “Illuminiamo il Futuro”, a firma dell’agenzia Grey/United, si sviluppa intorno al concetto dell’educazione come un cono di luce che può illuminare il futuro di bambini e adolescenti. L’immagine-simbolo della campagna è una lampada rossa che proietta la sua luce sulla strada percorsa da un bambino, a richiamare il ruolo e la funzione dei Punti Luce di Save the Children: spazi che accendono speranze e opportunità, illuminando il futuro di tanti bambini e adolescenti. Il Rapporto è disponibile al link: http://we.tl/YTCyC6HDyJ

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