Bari, Nicola Valenzano porta in scena Medea


BARI - Torna in scena Badatea, la compagnia teatrale diretta dal regista Nicola Valenzano. Questa volta, il cast rievocherà la storia di Medea, tragedia scritta da Seneca nel I sec. d.c.

"È una Medea abbandonata, una Medea immersa nella sua solitudine e soprattutto Medea esiliata, straniera. Il viaggio di Medea è in fin dei conti il viaggio di una donna come tante che ha affidato al mare le sue speranze, i suoi sogni la propria vita e quella dei suoi figli. Un mare (da cui il titolo AQUA) che "se lo provochi esige vendetta" e la sua vendetta su uomini senza scrupoli che mercificano sui destini di centinaia di persone abbandonandole al mare, stipate in barconi fatiscenti, sono le vittime innocenti che non sopravvivono al viaggio, o che vengono buttate in mare per alleggerire il carico. Portare in scena un classico, può sembrare anacronistico, ma rinnovare la memoria del patrimonio ereditato da chi ha vissuto prima di noi perché torni ad essere vivo, matura una coscienza, che trasforma il dolore in sapienza".

Sabato 22 aprile, ore 21:00 e Domenica 23 aprile, ore 18:00 - Nuovo Teatro Abeliano
info e prenotazioni al 080 542 76 78

TRAMA - Giasone è figlio di Esone re di Iolco in Tessaglia. Poiché il suo regno era stato usurpato dallo zio, per riottenere il ruolo di re deve recuperare il vello d'oro per conto dello zio stesso, che gli avrebbe ceduto il trono una volta entrato in possesso del vello. Allora Giasone organizza una spedizione al fine di recuperare il vello dʼoro, su di una nave chiamata Argo insieme agli Argonauti.

Il vello dʼoro è una pelle di montone che si trova nella Colchide, una regione della Turchia. Il vello era custodito dal re della Colchide, Eete e fatto proteggere da un drago. Una volta arrivato nella Colchide, a Giasone viene detto dal re che per ottenere il vello deve riuscire a superare una serie di prove impossibili. Ma Giasone viene aiutato da Medea, una maga, figlia del re Eete e che, con le sue arti magiche riesce a impossessarsi del vello dʼoro. Giasone decide quindi di scappare con Medea, innamorata di lui.

Il re Eete insegue con delle navi Giasone e sua figlia Medea, la quale allora uccide, facendo uso della sua magia, suo fratello Absirto, facendolo a pezzi e gettandoli a mare, così facendo il padre è costretto a rallentare per raccogliere i resti del figlio. Medea e Giasone si recano poi a Corinto e avranno due figli maschi, Fere e Mermero. Giasone si innamora della figlia del re di Corinto Creonte, di nome Creusa.

Medea, furiosa e impazzita, capisce che non cʼè possibilità per lei di riconquistare Giasone, macchina allora la sua vendetta, rivelando il suo lato mostruoso. Innanzitutto decide di uccidere Creusa: fingendosi benevola le fa arrivare una collana e una veste in dono che, appena indossati, bruciano.

Creonte, che vede la figlia in fiamme, nel tentativo di abbracciarla per spegnere le fiamme, perde la vita bruciando anche lui. Ma Medea decide di vendicarsi ancora e, infine, uccide i suoi due figli, generati con Giasone.

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