Inaugurato il nuovo angiografo al 'Vito Fazzi' di Lecce. "Salverà tante vite"


LECCE - Una cerimonia festosa e per molti aspetti «liberatoria». L’inaugurazione di questa mattina nel reparto di Cardiologia Interventistica ed Emodinamica del “Vito Fazzi”, alla presenza anche dell’assessore regionale alla Formazione, Sebastiano Leo, ha fatto tirare un respiro di sollievo ai vertici della sanità leccese.

Si è festeggiato l’arrivo del 2° Angiografo, di cui si sentiva un disperato bisogno. Sì perché, come ha sottolineato lo stesso direttore generale Silvana Melli, per 19 anni, da quando il compianto Antonio Montinaro ha avviato l’Emodinamica al “Fazzi”, si è andati avanti con un solo, vecchio e oramai inaffidabile Angiografo.

«Abbiamo trascorso notti insonni e di angoscia – ha detto la manager Asl con riferimento, evidentemente, ai rischi che potevano correre i pazienti nel caso di avaria dell’unico angiografo in servizio - Volevamo a tutti i costi colmare un ritardo di molti anni».

E il miracolo è stato reso possibile dall’impegno dell’ingegnere Carmelo Negro, della sua collaboratrice,  Laura Casto e dell’ingegnere clinico Massimo Marra.

«In tre mesi – ha riferito Melli – abbiamo recuperato 18 mesi. Io sono una decisionista – ha aggiunto – Così ho dato l’ok ad anticipare la fornitura dell’angiografo Philips Allura Xper FD 20 destinato al nuovo dipartimento di emergenza (Dea) in costruzione, che entrerà in esercizio tra non meno di 7-8 mesi. E siccome vale molto di più la sicurezza dei pazienti – ha spiegato – ho deciso di trasferire il nuovo angiografo all’Emodinamica interventistica. Se mi verrà contestato che sono previsti 100mila euro per le operazioni di trasferimento, saprò come rispondere».

Delle caratteristiche tecniche e operative del nuovo macchinario ha parlato il primario del reparto, Giuseppe Colonna. «Quando abbiamo inaugurato il reparto 2 anni fa – ha ricordato Colonna – mi sono reso conto che avevamo una bella carrozzeria, come la Ferrari, ma il motore di una 500. Non disponevamo di un secondo angiografo. Ma siamo siamo andati avanti, con spirito di sacrificio e con un angiografo che, nonostante i tanti problemi che presenta, ci ha consentito nel 2016 di effettuare 1732 procedure totali, di cui 635 angiografie, 76 con infarto in corso e 10 interventi di impianto percutaneo di protesi aortica. Solo nel 2016. Con il nuovo Angiografo contiamo su un incremento quantitativo e qualitativo.

Tra le funzioni di ultima generazione il nuovo Angiografo consente una riduzione della dose di radiazione dal 50 all'85% e una grande flessibilità di movimento e posizionamento per tutte le applicazioni cliniche.

Il piano di supporto per il paziente, per esempio, consente un carico massimo di 250 Kg, per includere anche i pazienti obesi.

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