Il caos nel murattiano: ci mancava solo il lago di Piazza Battisti
Accorrete gente, gentili siore e siori! Dalla serie noi non ci facciamo mai mancare niente, finalmente anche la nostra beneamata città dispone di un bel laghetto nel bel mezzo di Piazza Battisti, dove furono gli scavi di quella meraviglia francese che doveva essere il parcheggio sotterraneo. Perchè noi baresi siamo abituati ad opere perennemente incomplete, e a vedere una cosa fatta bene, parliamoci chiaro, un pò ci dispiace. E la foto parla da sè, cari signori. Nel pieno centro della nostra città, dove quei geni incompresi hanno fatto quello scavo di Pompei, in spregio ad ogni impatto sui vestusti palazzi antistanti, che riposavano lì sonni tranquilli da cent'anni, nonchè squisitamente ambientale, sorge un'altra peripezia dell'edilizia nostrana, che sta causando nefasti danni economici ai commercianti della zona, per non parlare dei poveri vessatissimi residenti, che ormai vedono la propria città divisa in due come da un novello muro di Berlino, ma con la novità del laghetto, tanto per destar rinnovata meraviglia al colto e all'inclita.No, non stiamo parlando del nobile specchio d'acqua delle Tuilleries a Parigi o della graziosa Serpentine ad Hyde Park a Londra, ma di un vile pantano che sorge nel bel mezzo del murattiano. E levatevi dalla testa l'idea di farvi abluzioni lì dentro, per risparmiare sui rincari sistematici dell'Acquedotto pugliese: questa è acqua piovana! La cosa più esilarante o tragica, da dove la si voglia vedere, è che anche dei colombini (e non chiamateli vilmente piccioni, perchè qualche ambientalista potrebbe offendersi), sono lì a farvici timida comparsa; chissà che fra poco non faccia capolino pure qualche placida ochetta... Ma a nessuno gli venga nemmeno lontanamente in mente di mettervi dentro un alligatore, altrimenti diventa zoo safari.Ed infine, una pacata domanda sorge spontanea, nemmeno lontanamente polemica. Gentile Sindaco Emiliano, ma lei vive veramente a Bari? Dica la verità, suvvia! Tanto, oramai, non ci offendiamo più. (Vito Ferri)