L'arresto per chi sporca le strade servirà a poco contro l'inciviltà dei soliti noti

di Michele Tedesco
Cuss’ addò stam’ / iè u’ megghie pais”… O probabilmente siamo noi a volerci illudere di questo. Di qualche giorno fa è la notizia secondo cui il sindaco Michele Emiliano vuole rendere Bari la città “più pulita d’ Italia”. Chi abbandonerà i sacchetti al di fuori dei cassonetti, o lascerà in strada rifiuti ingombranti, o non si curerà di raccogliere le eiezioni del proprio animale domestico dal marciapiede, sarà punibile con una multa fino a 200 euro o l’ arresto fino a 3 mesi. L’ unica deroga è prevista per quanti dovessero gettare i rifiuti nel cassonetto in orari non “consentiti”: “solo” 50 euro di contravvenzione. Chi non dovesse rispettare l’ ordinanza dei piani alti del Palazzo di Città, dunque, si macchia del reato di “Inottemperanza all’ Ordine dell’ Autorità”, previsto dall’ articolo 650 del Codice Penale. Ad elevare le contravvenzioni ci saranno gli agenti di polizia municipale e almeno 20 addetti dell’ AMIU ( considerando la popolazione di Bari al 2010 di 320150 residenti, circa uno per 16008 abitanti ). Non ci è dato sapere quanto i primi saranno disposti a “correre il rischio” di essere “linciati”, se è già una consuetudine venire alle mani per una multa per sosta in doppia fila o con 3 delle 4 ruote sul marciapiede. Figuriamoci per un sacchetto fuori posto. Probabilmente la storia procederà secondo il classico copione: dopo aver beccato lo “sfigato di turno”, che magari avrà buttato il sacchetto fuori dal cassonetto, solo perchè questo era stracolmo già dalle prime ore della mattina. Fatta la notizia, il tutto si dissolverà in una bolla di sapone. Di certo, la deposizione del rifiuto urbano non può diventare una gara di velocità, con tanto di starter: non vince chi per primo butta il sacchetto nel cassonetto. Chi trova il contenitore pieno, che fa? Riporta i rifiuti a casa e ritenta il giorno dopo, sperando di arrivare per primo e che i gabbiani non decidano di andare “a cena” proprio da lui? Il livello di civilizzazione di una popolazione urbana si misura anche con il grado di decoro nelle strade, ma soprattutto con il rispetto delle regole. Finchè le nostre strade saranno popolate da figure tranquillamente collocabili nelle gabbie di un qualsiasi zoo, finchè non si avrà la certezza di poter passeggiare in tutta tranquillità, non si potrà mai parlare di “città pulita”, anche se nelle aiuole non fioriranno più pacchetti di Marlboro e bottiglie di Peroni, ma begonie. Il fulcro della questione sta nel trovare il modo di inculcare nella popolazione il concetto di “rispetto della regola”. Rendere inconcepibile ciò che viene percepito e attuato come un comportamento normale. Andare in 4 in scooter senza casco contromano, o sputare come lama peruviani sul marciapiede, o fare orinare il proprio cane sulla portoni dei palazzi, piuttosto che all’ estremità del marciapiede, non deve essere la “norma”. Se esiste la regola, va rispettata. E questo non deve venire a dircelo un vigile armato di blocchetto delle contravvenzioni, tantomeno in un’ epoca in cui tutti hanno “più o meno riscaldato” i banchi a scuola. Dovrebbe essere un concetto innato nella coscienza di ognuno. Ciò purtroppo non accade, e non è raro che comportamenti degni di civiltà primitive si manifestino, non solo negli angoli più remoti della città, ma anche del più “luccicante” centro. Allora, perchè ci meravigliamo tanto quando, magari, al ritorno da un viaggio, in una città del nord, o magari all’ estero, diciamo di aver trovato interni nuclei urbani in ordine? “Nemmeno un mozzicone di sigaretta buttato per strada!”. Come mai? Chiediamocelo! Di sicuro le casse di quei comuni non si rimpiguano con le multe date agli “insozzatori”. Lì probabilmente si viene guardati di cattivo occhio, o addirittura puniti, probabilmente per l’ inversione di latitudine, qualora ci si assumano comportamenti che qui sono catalogabili come “consuetudini”. Cosa fare, dunque? Estendere il concetto di “pulizia” al di là di quello di “igiene pubblica”: Bari sarà pulita solo quando sarà più vivibile. La missione non è affatto impossibile, considerando il fatto che noi tutti abbiamo ciò che manca a tante grandi città italiane, un patrimonio di luoghi e scorci assolutamente invidiabile. Tutelarlo è un obbligo per tutti. Tanto è già stato fatto dall’ Amministrazione comunale, in maniera egregia, per rendere migliore la nostra città. L’ aver affrontato e risolto in maniera intelligente il problema della mobilità urbana e del traffico cittadino è un esempio di cui andare orgogliosi. Tanto c’ è, però, ancora da fare, nella speranza che un domani si possa pensare a Bari ricordandosi del celebre scorcio del lungomare al tramonto, senza dover considerare il “valore aggiunto” di qualche bottiglia di birra abbandonata ai piedi dei lampioni.
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