Il bugiardino

di Davide Bernard
Dobbiamo smettere di pensare al creativo come ad un disadattato che vive nei meandri urbani e si muove nei sotterfugi istituzionali per ottenere consensi e sostentamenti economici. Il concetto o essenza creativa attraversa tutti gli esseri senzienti e assume significati più semplici, legati alla quotidianità. Chi è l'artista? Come vive? Colui che crea opere e inflaziona il mercato azionario? Conosce se stesso? O forse, è un semplice individuo che oltre alla propria espressione creativa, ogni giorno, riesce a non essere plagiato dalle tirannie invisibili dei media, che riconosce la pubblicità come mezzo speculare che distorce i mondi interiori: sì, proprio quei rifugi che ognuno di noi sviluppa e troppo spesso utilizza per svuotarsi e rendersi involucro dei disagi psicologici e fisici. Il creativo è olfattivo, e certe abrasioni e bruciature cerebrali le fiuta prima della lesione cronica, le spoglia in righe satiriche di crescita e opere di vita giornaliera. 'A little more nasty talk may yet be in order' è il titolo della mostra sui fratelli Dinos&Jake Chapman a Polignano a Mare, mi fa pensare a tutte quelle azioni verbali, disumanizzanti, troppo sorridenti e distorte che mi impediscono di cogliere il valore della creatività, estetica da svelare nella propria sensibilità e deduzione logica. O meglio, da assaporare nella conquista dei sensi riscoperti? Slow life! Immagino i vostri punti di domanda pronti a veicolare l'articolo nel cinismo. Non è vero? Bhè, tutta questa introduzione mi ha consentito di farmi ascoltare in un periodo in cui la mia rubrica "Cultura dove sei?", priva di risposta, iniziava ad inaridirsi. Il punto non è attendere il vernissage per scrivere un pezzo, perché penso si possa parlare ogni giorno di artisti che riescono ad affrontare la vita con destrezza e creatività, disoccupati che continuano a sostenere le loro famiglie, precari che si scoprono imprenditori grazie ai progetti spin off e tanto abili da generare mercato creativo e crescita territoriale. In attesa dell'evento parlo degli eventi che ognuno di noi promuove quotidianamente come opere del vissuto. I cosiddetti cazzeggiatori, che hanno reso il nichilismo di Nietzsche una tendenza creativa da ubermensch che comprendono su di sé il senso profondo del concetto e rendono il decadentismo una risorsa di crescita, diventano gli artisti che tritano e ingoiano la contemporaneità. Proprio quei ragazzi che con la loro digitale fotografica formato pacchetto di sigarette riescono a vincere contest creativi, di flickR o Youtube, e a guadagnare qualche soldino (dai tot mila euro in su) extra crisi. Mentre i politici parlano di secessione, federalismo, terronismo, comunismo e fascismo, noi alziamo i pollici su Facebook e "tagghiamo fotografie", attendiamo il commento dell'incognita senza volto che dona sorrisi, portiamo avanti la nostra resistenza contro la lobotomia sociale e ci reinventiamo in soluzioni di sopravvivenza più fervida dell'immaginazione. Tanto tecnologici da avere anche orgasmi in rete (grazie a Youporn) o trovare soluzioni lavorative che ci consentono di emergere dalle difficoltà e di insegnare alla nonna ad utilizzare la chat e inviare trilli su MSN. Sabina Guzzanti per la scelta del titolo del suo film documentario "Draquila" ha coinvolto gli utenti del suo Blog, Obama e Nichi Vendola hanno vinto le elezioni grazie al supporto del web 2.0 gestito dagli elettori, David Lynch (interview project) ha avviato un progetto documentario in cui i contenuti sono i racconti delle persone comuni, emarginati, ricchi di esperienze: tutto questo è il risultato della grande opera. Abbastanza bizzarro e creativo da meritare due righe e condivisione con i veri protagonisti del mondo, noi, artisti che gli eventi non li attendiamo, li creiamo, viviamo.

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