Taranto, chiesti oltre 1,5 milioni di risarcimento per la morte di Sharon Bonillo
TARANTO – I familiari di Sharon Bonillo, la 19enne morta dopo tre giorni di agonia in seguito a un grave incidente stradale avvenuto nella notte tra il 7 e l’8 marzo 2024 in via Mediterraneo a Taranto, hanno chiesto un risarcimento complessivo di oltre 1,5 milioni di euro.
Nel corso della seconda udienza del processo, i genitori della giovane si sono costituiti parte civile. A processo è Marika Simonetti, 34 anni, alla guida della Fiat 500 sulla quale viaggiava Sharon. L’accusa è di omicidio stradale. La donna ha chiesto di essere giudicata con il rito abbreviato.
Imputati anche tre dipendenti del Comune di Taranto – due tecnici e la responsabile del servizio di manutenzione delle strade – ritenuti responsabili, secondo l’accusa, di carenze nella sicurezza della viabilità .
Secondo la ricostruzione della Procura, quella notte la Fiat 500 viaggiava a una velocità superiore ai 100 km/h in un tratto con limite massimo di 50 km/h. L’auto superò un’Opel Corsa senza rispettare la distanza laterale e urtò il veicolo prima di finire fuori strada e schiantarsi contro un palo dell’Enel. I traumi riportati da Sharon risultarono troppo gravi: la giovane morì in ospedale dopo tre giorni.
Il posizionamento del palo dell’Enel, a meno di due metri dalla carreggiata e privo di protezione, secondo la Procura ha rappresentato una concausa del decesso della ragazza. Sharon e la conducente della Fiat 500 non si conoscevano: la giovane, dopo aver partecipato a una festa, aveva accettato il passaggio per rientrare a casa.
