Parabita, uccise e ferì gli aguzzini del figlio: ora chiede la grazia a Napolitano

LECCE. Chiede la grazia al Capo dello Stato la mamma che il 5 novembre del 2007, a Parabita, uccise a coltellate la maestra del doposcuola del figlio di 7 anni. Il bambino era vittima delle 'attenzioni' del marito della insegnante, Luigi Compagnone. Quest'ultimo, un anziano sarto, rimase ferito durante l'aggressione in cui fu uccisa a coltellate la moglie, Iole Provenzano.
”Ricorro a Lei, – scrive la donna a Napolitano – pregandola di non condannare mio figlio per la terza volta, a vivere senza la mamma affianco. Io mi sono macchiata di un peccato mortale, ma mio figlio perche’ deve pagare per essere stato onesto e coraggioso con la sua mamma?”.
Fu il bambino a rivelare alla madre le attenzioni particolari che riceveva dall’uomo ogni volta che andava al doposcuola. La donna, in preda ad un raptus dopo aver saputo quello che accadeva nella casa dove mandava il figlio a doposcuola, aggredi’ la coppia, uccidendo la donna e ferendo l’uomo. Venne condannata dalla Cassazione a sette anni; nel frattempo e’ tornata in liberta’ perche’ ha tre figli di eta’ inferiore ai dieci anni, due dei quali nati dopo il delitto. Ora si rivolge a Napolitano ricostruendo gli eventi e il perche’ del suo gesto.