Uccise marito-padrone e lo bruciò: presa latitante sannicandrese

BARI. Dopo circa tre anni e' finita la latitanza della quarantacinquenne Rosalba Bongallino, di Sannicandro di Bari. La donna era stata condannata nel 2007 con sentenza definitiva e deve scontare 13 anni, 6 mesi e 21 giorni di reclusione per aver ucciso il marito, 'padre e marito-padrone', e occultato il cadavere dell'uomo con la complicita' della figlia quindicenne e della madre che all'epoca dei fatti aveva 77 anni. L'omicidio risale alla notte tra il 29 ed il 30 luglio del 1998 quando la Bongallino fece mangiare al marito, il 36enne Beniamino De Meo, polpette nelle quali aveva sbriciolato un potente sonnifero. Dopo averlo tramortito lo soffocò nel sonno e, con l'aiuto della mamma 77enne e della figlia allora 15enne, caricò il cadavere su un'auto, lo nascose in campagna e gli diede fuoco.
Subito dopo denunciò la scomparsa del coniuge ritenuto dalle donne di famiglia un "padre e marito padrone". Il cadavere semi-carbonizzato dell'uomo fu trovato da due contadini il 6 agosto successivo in un casolare di Acquaviva delle Fonti. Le indagini dei carabinieri portarono nel 1999 al fermo delle tre donne.
Bongallino, dopo aver scontato diversi anni in carcere e agli arresti domiciliari, era tornata in libertà e, sapendo che la sentenza di condanna era diventata definitiva, si era allontanata dalla sua città per sottrarsi alla cattura.
Oggi, dopo lunghe indagini, i carabinieri hanno rintracciato la donna nella città del Brindisino dove Bongallino aveva allacciato una nuova relazione sentimentale.

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