Foto cadavere Sarah, la sociologa: "E' voyeurismo dell'orrore"

ROMA. "E' solo la punta dell'iceberg. Il voyeurismo dell'orrore ormai e' abbastanza costante. Non solo c'e' una spettacolarizzazione del dolore, in cui ci si compiace del dramma altrui, ma e' attivo anche un fenomeno di protagonismo vicario". Lo ha detto la sociologa Chiara Saraceno, in riferimento alla fotografia di Sarah Scazzi, la 15enne uccisa ad Avetrana dallo zio, comparsa sabato scorso sul social network Facebook. L'immagine ritraeva il cadavere della ragazza steso sul tavolo dell'obitorio dell'ospedale, il "Santissima Annunziata" di Taranto.
"Ci si sente protagonisti solo perche' si e' li', perche' si va al funerale o si danno dichiarazioni piu' o meno a vanvera - ha aggiunto Saraceno. Questo comportamento e' sollecitato dai media, sia quando si tratta di drammi veri sia quando i drammi sono inventati, come in alcune trasmissioni televisive. Il senso della privacy, il limite tra cio' che e' pubblico e cio' che e' privato, si e' perso. Il fatto che poi le immagini arrivino su Facebook e' solo una conseguenza del processo".
"Questa fotografia serviva da supporto allo pseudoprotagonista, - ha concluso la sociologa - che sembra dirci 'Guardate, ho anche il cadavere!'. Il tutto nel disinteresse totale per il dramma reale della famiglia, come quando nei vari spettacoli si sollecitano con domande la madre, la zia, la sorella della vittima. Una caduta di civilta' da parte dei media stessi. Se ci sono persone disposte a andare in tv per raccontare la propria parte di dramma, forse sono persone un po' deboli e non andrebbero sollecitate. Ovviamente, i mezzi controllati dal singolo individuo e non piu' dai proprietari dei media, come Facebook, allargano i confini del fenomeno e lo amplificano".

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