Lecce, aste giudiziarie truccate: 11 arresti
LECCE. Aste giudiziarie truccate per favorire le organizzazioni criminali. E' quello che ha scoperto la Dda di Lecce che ha ottenuto l'emissione di undici ordinanze di custodia cautelare eseguite dalla Guardia di Finanza. A vario titolo gli indagati sono accusati, tra l'altro, di estorsione, turbata liberta' degli incanti, abuso d'ufficio, peculato, corruzione, falsita' materiale ed ideologica. I provvedimenti cautelari sono stati richiesti al termine di indagini che hanno consentito di fare piena luce su una fitta rete di collusioni tra professionisti, pubblici dipendenti, faccendieri e soggetti legati alla criminalita' organizzata salentina.
L'OPERAZIONE - L'operazione "Canasta", si e' sviluppata lungo due direttrici principali: quello della vendita di beni mobili da parte di una societa' che approfittava delle procedure esecutive mobiliari arbitraria e impropria dei beni pignorati e quello della vendita di beni immobili, dei rapporti con la criminalita' organizzata, della produzione di documenti falsi e del ruolo avuto da un faccendiere della provincia dalle straordinarie capacita' relazionali.
IL FACCENDIERE - L'uomo aveva sviluppato una moltitudine di contatti con soggetti ben inseriti nel tessuto sociale, istituzionale ed economico salentino e, successivamente, ha messo loro a disposizione le proprie conoscenze personali e professionali per agevolarne gli investimenti.
I LEGAMI CON LA MAFIA - L'operazione si e' sviluppata lungo due direttrici principali: quello della vendita di beni mobili, che ha avuto come soggetti principali gli organi direzionali di una societa' della provincia che opera in quel settore, accusati di aver turbato, piu' volte, il libero svolgimento delle procedure esecutive mobiliari mediante una gestione arbitraria ed impropria degli 'asporti' dei beni pignorati e delle procedure di vendita; quello della vendita di beni immobili, dei rapporti con la criminalita' organizzata, della produzione di documenti falsi e della 'risoluzione' di problematiche legate a posizioni debitorie con l'Ente di riscossione preposto, che ha avuto come protagonista un faccendiere della provincia dalle straordinarie capacita' di relazione.
L'OPERAZIONE - L'operazione "Canasta", si e' sviluppata lungo due direttrici principali: quello della vendita di beni mobili da parte di una societa' che approfittava delle procedure esecutive mobiliari arbitraria e impropria dei beni pignorati e quello della vendita di beni immobili, dei rapporti con la criminalita' organizzata, della produzione di documenti falsi e del ruolo avuto da un faccendiere della provincia dalle straordinarie capacita' relazionali.
IL FACCENDIERE - L'uomo aveva sviluppato una moltitudine di contatti con soggetti ben inseriti nel tessuto sociale, istituzionale ed economico salentino e, successivamente, ha messo loro a disposizione le proprie conoscenze personali e professionali per agevolarne gli investimenti.
I LEGAMI CON LA MAFIA - L'operazione si e' sviluppata lungo due direttrici principali: quello della vendita di beni mobili, che ha avuto come soggetti principali gli organi direzionali di una societa' della provincia che opera in quel settore, accusati di aver turbato, piu' volte, il libero svolgimento delle procedure esecutive mobiliari mediante una gestione arbitraria ed impropria degli 'asporti' dei beni pignorati e delle procedure di vendita; quello della vendita di beni immobili, dei rapporti con la criminalita' organizzata, della produzione di documenti falsi e della 'risoluzione' di problematiche legate a posizioni debitorie con l'Ente di riscossione preposto, che ha avuto come protagonista un faccendiere della provincia dalle straordinarie capacita' di relazione.
