Roma-Bari 1 a 0: cronaca di una sconfitta annunciata
di Nicola Zuccaro
Alle 16.50 di domenica 12 dicembre 2010 con il triplice fischio del sig. Pierpaoli la Roma si confermava la bestia nera del Bari. Eppure per i galletti sembrava girare questa volta a proprio favore la trasferta romana sulla sponda giallorossa. Per la cronaca, già al 5' il Bari aveva la possibilità di risolvere a proprio favore una gara che avrebbe potuto prendere una piega diversa se il tiro di Donati, servito da Caputo, fosse stato ugualmente potente di quello che consentì di battere la Juventus al San Nicola nella prima giornata di campionato. E, invece, altro non si assisteva che ad una delle tante parentesi offerte a partire dal secondo tempo di Genoa-Bari, ovvero da quella domenica datata 3 ottobre 2010 al termine della quale il Bari iniziava la sua caduta libera. Tutto il resto era noia per un Bari che faticava a pungere la difensiva romanista sino a subire al 18' il calcio di rigore per un cinturaggio provocato dal principiante Rinaldi ai danni di Borriello. Dal dischetto Gillet intuìva verso l'angolino destro la sfera calciata da capitan Totti.
Goal sbagliato, goal subìto? Macchè. Intorno alla mezz'ora, sugli sviluppi di uno spiovente, Juan catapultandosi nell'area biancorossa realizzava la rete dell'1-0. Si trattava del risultato definitivo poichè sino al triplice fischio e lungo gran parte della ripresa se il Bari non pungeva, la Roma comunque controllava potendo forse allungare il pallottoliere su un rettangolo di gioco degno della miglior distesa delle praterie e al cospetto di un Olimpico desolatamente vuoto. Il Bari tornava a farsi rivedere all'89': spunto di D'Alessandro per Romero che, chiuso da Cassetti, vedeva la sfera terminare in calcio d'angolo. Era l'ultima palla goal di una gara che il Bari avrebbe dovuto quantomeno pareggiare considerato il cinismo e considerata la durezza dell'avversario che si è imposto per la concentrazione e l'umiltà predicata sin dalla vigilia dal tecnico Claudio Ranieri. Per il Bari giunto a Roma con 10 assenze si allunga la serie delle sconfitte con l'ottavo ko in 9 gare. Giustificare quest'ultima sconfitta per l'assenza di pedine come Almiron e di Barreto la sconfitta in casa della Roma corrisponde ad una arrampicata sugli specchi poichè con una maggiore cattiveria almeno un punto per questo Bari inedìto poteva - riscriviamolo - essere a portata di mano.
Alle 16.50 di domenica 12 dicembre 2010 con il triplice fischio del sig. Pierpaoli la Roma si confermava la bestia nera del Bari. Eppure per i galletti sembrava girare questa volta a proprio favore la trasferta romana sulla sponda giallorossa. Per la cronaca, già al 5' il Bari aveva la possibilità di risolvere a proprio favore una gara che avrebbe potuto prendere una piega diversa se il tiro di Donati, servito da Caputo, fosse stato ugualmente potente di quello che consentì di battere la Juventus al San Nicola nella prima giornata di campionato. E, invece, altro non si assisteva che ad una delle tante parentesi offerte a partire dal secondo tempo di Genoa-Bari, ovvero da quella domenica datata 3 ottobre 2010 al termine della quale il Bari iniziava la sua caduta libera. Tutto il resto era noia per un Bari che faticava a pungere la difensiva romanista sino a subire al 18' il calcio di rigore per un cinturaggio provocato dal principiante Rinaldi ai danni di Borriello. Dal dischetto Gillet intuìva verso l'angolino destro la sfera calciata da capitan Totti.
Goal sbagliato, goal subìto? Macchè. Intorno alla mezz'ora, sugli sviluppi di uno spiovente, Juan catapultandosi nell'area biancorossa realizzava la rete dell'1-0. Si trattava del risultato definitivo poichè sino al triplice fischio e lungo gran parte della ripresa se il Bari non pungeva, la Roma comunque controllava potendo forse allungare il pallottoliere su un rettangolo di gioco degno della miglior distesa delle praterie e al cospetto di un Olimpico desolatamente vuoto. Il Bari tornava a farsi rivedere all'89': spunto di D'Alessandro per Romero che, chiuso da Cassetti, vedeva la sfera terminare in calcio d'angolo. Era l'ultima palla goal di una gara che il Bari avrebbe dovuto quantomeno pareggiare considerato il cinismo e considerata la durezza dell'avversario che si è imposto per la concentrazione e l'umiltà predicata sin dalla vigilia dal tecnico Claudio Ranieri. Per il Bari giunto a Roma con 10 assenze si allunga la serie delle sconfitte con l'ottavo ko in 9 gare. Giustificare quest'ultima sconfitta per l'assenza di pedine come Almiron e di Barreto la sconfitta in casa della Roma corrisponde ad una arrampicata sugli specchi poichè con una maggiore cattiveria almeno un punto per questo Bari inedìto poteva - riscriviamolo - essere a portata di mano.
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