Arte: Copertino, i percorsi onirici del giovane Giorgio Montanaro

BARI. Lungo il percorso della propria vita, c’è chi scopre le proprie inclinazioni, rapportando il tutto al proprio vissuto rappresentativo, alle esperienze che caratterizzano la propria terra natìa, alle peculiarità del vivere quotidiano, e alla semplicità di ciò che ci circonda attraverso un’attenta riflessione del proprio essere e della propria interiorità. L’arte coinvolge e ci coinvolge in un flusso incondizionato di passioni e desideri incupiti facendo scorrere le nostre sensazioni e raffiorare il nostro inconscio. A segnalarsi nel campo dell’arte è un ragazzo di provincia, che nel corso della propria esistenza si ritrova a scoprire la sua passione innata cioè quella che egli definisce lo stato del sentirsi libero e di ritrovare se stesso attraverso il plasmarsi delle sue forme d’arte, con la netta sensazione di essere sempre alla ricerca di un qualcosa da scoprire. Una passione che inizia a covare entrando in contatto con giovani artisti tedeschi circa qualche anno fa, apprendendo così nuove tecniche e nuove capacità in senso artistico. A partire da questo momento, protagonista nel territorio pugliese è Giorgio Montanaro, nativo di Copertino (Le), nel 1987. Un ragazzo giovane ma grande scopritore e conoscitore dell’arte che impara a coltivare grazie ad una serie di esperienze prima in campo scolastico, conseguendo il diploma in decorazione pittorica all’istituto d’arte G. Pellegrino di Lecce, poi in campo musicale come membro di una band. E’ a partire però dal 2000 che diventa un grande appassionato dell’arte visiva che vede incanalarsi nei suoi dipinti. Le sue tele rappresentano elementi della vita quotidiana ma caratterizzanti in quanto forma di rispecchiamento del proprio vissuto, elementi che rimbalzano sempre ai nostri occhi ma che diventano per alcuni come Giorgio momento di riflessione. Rappresentativi sono dipinti che illustrano alcuni tratti della vita nel Salento come quelli relativi alla realtà provinciale di Trepuzzi.
Attraverso un gioco di colori acrilici e di sfumature che si tramutano e si combinano in modo svariato avvincente e melodico grazie alla magia del suo pennello vediamo raffigurati alcune delle giornate tipiche legate alla sua vita come il semplice trascorrere un pomeriggio in bicicletta, accarezzando il sapore della vita umile e spensierata della realtà giovanile, le osterie che spiccano nei vicoli ciechi del paese, grandiosi portoni consumati e logorati dal tempo che scorre, i mutamenti della società contemporanea caratterizzati dal moltiplicarsi delle sue forme.
Strutture come chiese che si in gradiscono davanti la nostra percezione visiva, piccoli ambienti e luoghi di provincia che si emarginano e ancora altro, il tutto combinato attraverso una simbiosi di forme e colori, che ci danno la dimostrazione di quanto questi luoghi siano decisivi nel vissuto di questo artista e di quanto l’arte sia pregnante per le nostre vite.

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