Annegò in sottopasso a Lecce: a giudizio sindaco Perrone e dirigente Branca

LECCE. Dovranno rispondere dell'accusa di omicidio colposo in concorso, il sindaco di Lecce, Paolo Perrone, e la dirigente del Settore Lavori pubblici, Claudia Branca, che oggi sono stati rinviati a giudizio per la morte dell' avvocato leccese Carlo Andrea De Pace, annegato nel sottopasso di viale Leopardi. L'episodio, avvenuto in pieno centro cittadino il 21 giugno 2009, fu causato da un temporale straordinario, che determino' l'allagamento del sottopassaggio nel quale l'auto guidata dalla vittima rimase intrappolato inesorabilmente. Secondo la ricostruzione effettuata dal pubblico ministero Paola Guglielmi, il sistema di smaltimento delle acque reflue di Lecce, progettato e realizzato all'inizio del secolo scorso, sarebbe del tutto insufficiente rispetto alle esigenze attuali della citta'. L'allagamento del sottopasso - spiegarono i consulenti dell'accusa Antonio Vernaleone e Roberto Tomasicchio - sarebbe stato causato non dal mancato reflusso ma da un "rigurgito" delle acque provocato dall'insufficiente funzionamento del sistema di smaltimento delle acque piovane in mare e che si sarebbero riversate all'interno del sottopassaggio. In quel cunicolo allagato la 'spider' su cui viaggiava l'avvocato De Pace fu invasa dall'acqua e all'uomo fu impossibile uscire dall'abitacolo, nonostante i tentativi di soccorso da parte di altri automobilisti. L'ipotesi di reato a carico del sindaco Perrone e della dirigente e' di omicidio colposo per omessa cautela, ovvero per non avere tempestivamente disposto la chiusura del sottopasso. Insieme a loro risulta indagato, e rinviato a giudizio, anche l'ex comandante della polizia municipale Raffaele Urso, accusato di favoreggiamento aggravato. Secondo il magistrato inquirente, Urso avrebbe infatti tentato di depistare le indagini, sollecitando un tenente della polizia municipale a non rendere dichiarazioni ai carabinieri, che stavano indagando al fine di ricostruire la dinamica dell'episodio costato la vita all'avvocato De Pace. Inutili sono stati questa mattina i tentativi degli indagati (difesi dagli avvocati Corleto, Sambati e Piccinni) di discolparsi, il processo a loro carico si aprira' il 28 giugno. I fratelli della vittima (costituiti parte civili con gli avvocati Verri e Muschioschiavone) hanno preannunciato una richiesta di risarcimento danni pari a 600.000 euro.