Internalizzazioni: Losappio e Sannicandro, salve le società in house
BARI. “Il processo di internalizzazione del personale di società e cooperative che forniscono servizi al sistema sanitario regionale non è compromesso dalla sentenza della Corte Costituzionale". E' quanto sostenuto in una dichiarazione congiunta del presidente del gruppo Sel, Michele Losappio, e del consigliere Arcangelo Sannicandro.
"La Corte - aggiungono i conisiglieri - indica un percorso e dispone dei paletti che la Regione e le società in house dovranno attentamente valutare per proseguire nel tortuoso e difficile cammino finalizzato a dare efficienza al sistema e futuro ai lavoratori e che oggi è sterilizzato in conseguenza del piano di rientro e delle sue clausole. Su questo punto certamente una politica concorde potrà aiutare anche nella valutazione dei procedimenti tecnici ed amministrativi e questo è il nostro auspicio".
"Non va tuttavia sottovalutata - sottolineano - la statuizione della validità delle costituzioni delle società in house che costituiscono il motore aggregante di tale processo e che si è provato a fermare in ogni modo, prima davanti ai giudici amministrativi e poi davanti alla Corte.
Questo ‘assalto’ è stato definitivamente fermato confermando così la validità dell’intuizione di Vendola e del centrosinistra sulla praticabilità dei processi di internalizzazione che dovranno quindi proseguire evitando disuguaglianze fra i lavoratori.
Resta l’amarezza per l’altra parte della sentenza che respinge al limbo della precarietà tutta una serie di tipologie professionali che operano nel pianeta sanità in condizioni di inciviltà giuridica e sociale.
Nel 2005 abbiamo ereditato questa situazione, un sistema sanitario fondato su molte figure e funzioni tutte precarie con evidenti ricadute negative sull’efficienza (lo sostiene anche Draghi) e sulla dignità dei lavoratori: medici, infermieri, tecnici, dirigenti.
Abbiamo provato a sanare alcune di queste lacerazioni in un’ottica di lotta alla precarietà che individuiamo come una piaga sociale e civile.
Le grida di esultanza, la vendetta rabbiosa di esponenti del centrodestra fra cui alcuni consiglieri regionali contro queste persone e contro la Puglia chiariscono bene come le diverse opzioni politiche e di programma traccino una differenza di sensibilità fra destra e sinistra.
I lavoratori - concludono Losappio e Sannicandro - hanno materia per riflettere su chi e come è a loro fianco e su chi e come cerca di ricacciarli nell’insicurezza negandogli il futuro”.
"La Corte - aggiungono i conisiglieri - indica un percorso e dispone dei paletti che la Regione e le società in house dovranno attentamente valutare per proseguire nel tortuoso e difficile cammino finalizzato a dare efficienza al sistema e futuro ai lavoratori e che oggi è sterilizzato in conseguenza del piano di rientro e delle sue clausole. Su questo punto certamente una politica concorde potrà aiutare anche nella valutazione dei procedimenti tecnici ed amministrativi e questo è il nostro auspicio".
"Non va tuttavia sottovalutata - sottolineano - la statuizione della validità delle costituzioni delle società in house che costituiscono il motore aggregante di tale processo e che si è provato a fermare in ogni modo, prima davanti ai giudici amministrativi e poi davanti alla Corte.
Questo ‘assalto’ è stato definitivamente fermato confermando così la validità dell’intuizione di Vendola e del centrosinistra sulla praticabilità dei processi di internalizzazione che dovranno quindi proseguire evitando disuguaglianze fra i lavoratori.
Resta l’amarezza per l’altra parte della sentenza che respinge al limbo della precarietà tutta una serie di tipologie professionali che operano nel pianeta sanità in condizioni di inciviltà giuridica e sociale.
Nel 2005 abbiamo ereditato questa situazione, un sistema sanitario fondato su molte figure e funzioni tutte precarie con evidenti ricadute negative sull’efficienza (lo sostiene anche Draghi) e sulla dignità dei lavoratori: medici, infermieri, tecnici, dirigenti.
Abbiamo provato a sanare alcune di queste lacerazioni in un’ottica di lotta alla precarietà che individuiamo come una piaga sociale e civile.
Le grida di esultanza, la vendetta rabbiosa di esponenti del centrodestra fra cui alcuni consiglieri regionali contro queste persone e contro la Puglia chiariscono bene come le diverse opzioni politiche e di programma traccino una differenza di sensibilità fra destra e sinistra.
I lavoratori - concludono Losappio e Sannicandro - hanno materia per riflettere su chi e come è a loro fianco e su chi e come cerca di ricacciarli nell’insicurezza negandogli il futuro”.
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