Barletta, speciale amministrative 2011: intervista ad Alessandro Porcelluzzi (Partito Socialista) candidato al consiglio comunale

di Nicola Ricchitelli. Un saluto a….ospite quest’oggi del Giornale di Puglia nel nostro speciale amministrative un altro giovane di belle speranze militante nel Partito Socialista. Alessandro Porcelluzzi - 29 anni – laureato in Filosofia - con una tesi su John Rawls, grandezza e limiti di una teoria liberale - presso l' Università “La Sapienza” di Roma. Durante gli studi universitari è stato borsista presso la Residenza Universitaria "Lamaro-Pozzani" di Roma - collegio della Federazione Italiana dei cavalieri del lavoro – quindi la laurea specialistica conseguita nel 2005 sempre in Filosofia esponendo una tesi costruita attorno al tema: Democrazia e opinione pubblica, dalla Scuola di Francoforte alla delibertive democracy. Fra il 2005 e il 2007 frequenta la scuola superiore di Counseling filosofico e nel 2008 inizia il dottorato di ricerca presso la Fondazione “Marco Biagi” di Modena. Il suo attivismo politico ha il suo punto di inizio nel 2004 quando diviene Segretario cittadino e vicesegretario provinciale della Sinistra Giovanile – fino al 2006 – quindi nel Settembre 2009 l’esperienza all’interno del progetto "La Puglia migliore" che ha visto fra i suoi ospiti personalità del calibro del Prof. Davide Astori, nonchè Guido Allegrezza, Albert Kasongo e il maestro Antonio Russo, progetto poi confluito nella nascente Sinistra Ecologia e Libertà, il partito di Nichi Vendola. Per le Regionali pugliesi del 2010 contribuisce al cammino della “Fabbrica di Nichi” di Barletta; eletto quindi nel Dicembre dello stesso anno nel Congresso cittadino a Barletta Vice-coordinatore cittadino di Sel, nello stesso periodo da vita con altri amici al Network per il socialismo europeo. A seguito di un articolo contro il familismo, è sorto proprio quest’anno il gruppo interpartitico “Il Palazzo di cristallo” a favore della partecipazione, dell'etica pubblica e del merito in politica. A seguito di forti contrasti con la segreteria cittadina lascia Sel per passare al Partito Socialista dove tutt’ora risulta essere tra i candidati al Consiglio Comunale.

D:Un saluto da Giornale di Puglia ad Alessandro Porcelluzzi – Partito Socialista. Signor Porcelluzzi, alla luce delle sue vicende personali, e alla luce dei numerosi cambi di casacca a cui assistiamo ormai da tempo, oggi avere le idee chiare in politica è più un limite o un vantaggio?
R:« Avere delle idee e lottare per difenderle è sempre stato rischioso. Soprattutto quando queste idee si scontrano con una maggioranza che le osteggia. Ma questo è un limite? Se Socrate avesse taciuto invece di accettare di bere la cicuta, il mondo sarebbe migliore? Aveva ragione la maggioranza a scegliere Barabba invece di Gesù? Non credo».

D:Signor Porcelluzzi, cosa vuol dire socialista e socialismo oggi?

R:« Essere socialista significa desiderare che tutti gli individui possano realizzarsi e raggiungere il benessere e allo stesso tempo abbiano pari opportunità di contribuire alle scelte pubbliche. Essere
socialista oggi significa immaginare una sinistra unita, plurale e pienamente europea. Infine essere socialista oggi per me significa tenere unite due polarità: quella dell'uguaglianza e delle storiche conquiste del movimento dei lavoratori; e quella del riconoscimento delle differenze, la cui matrice è stata il movimento femminista, ma si è poi estesa ad ogni ambito di relazioni».

D: Spostiamo l’accento su una delle tante iniziative di cui si è reso promotore, ed in modo particolare vorrei richiamare l’incontro da lei organizzato sulle differenze sessuali e la politica delle donne a Barletta. Ad ogni tornata elettorale non mancano le presenze femminili nelle candidature. A tuo modo di vedere, il fatto della scarsa eleggibilità delle donne è una questione di scarsa cultura popolare che vuole la donna impegnata nelle faccende domestiche e ad accudire la prole anziché in politica o cosa?

R:« Il rapporto tra il movimento delle donne e la politica non può essere letto in chiave numerica: quante donne siedono in un luogo di potere. Il contatto con il movimento delle donne mi ha permesso di conoscere un approccio differente ai movimenti sociali e politici. Una donna in
più o in meno in Consiglio comunale non significa alcunché. Si tratta, in modo molto più audace, di ripensare tutte le relazioni asimettriche tra i sessi, dentro la politica e fuori di essa. Di pensare "l'umanità” a due". In questo senso la proposta mia, e che il Coordinamento dei giovani socialisti ha fatto propria, della Casa delle donne è molto più incisiva».

D:Signor Porcelluzzi, in caso di elezione quali saranno i suoi punti programmatici con cui contribuirà alla crescita di Barletta?

R:« Crescita è un sostantivo che non mi piace. Perché ha più a che fare con la quantità che con la qualità. In una sola parola il mio programma è: differenze. Un impegno a essere presente ovunque si
declini questa parola: differenze sessuali (sostegno alle battaglie delle donne, ma anche lotta all'omofobia), differenze etniche e di nazionalità (una seria politica di integrazione per rom e nomadi e per i cittadini immigrati), inserimento lavorativo dei disabili fisici e psichici lavorando sulle linee guida regionali, una complessiva revisione dei servizi sociali e formativi che dipendono dal livello comunale».
 
D:Signor Porcelluzzi quale la sua opinione in merito alle undici candidature alla carica di sindaco e i circa 700 candidati al consiglio comunale? A suo modo di vedere così tante candidature sono sintomo di un bipolarismo ormai allo sfascio e che quindi sta smarrendo con il passare dei giorni la propria identità o siamo dinnanzi ad una sorta di politicanti allo sbaraglio in cerca di gloria?

R:« Voglio essere franco e brutale. Non mi stupisce. Quando si fa penetrare il messaggio che l'incarico istituzionale serva a dispensare favori, a costruire clientele, è prevedibile che ad ogni tornata elettorale si moltiplichino aspiranti feudatari e vassalli».

D: Quanto è importante la preparazione e la competenza in politica? Cosa si sente di dire a qualche ragazzino che presto il suo volto sui manifesti con la presunzione di candidarsi in consiglio comunale?

R:« Cosa direi? Non è questione di età.Ti senti libero, competente e forte? Allora hai fatto la scelta giusta. In caso contrario, ti stai prestando al funzionamento di un ingranaggio malato».

D:Signor Porcelluzzi, lei è uno dei promotori del Palazzo di Cristallo. Quanta strada la politica ha ancora da fare affinché i Palazzi del potere siano trasparenti?

R:« La politica specie nel Meridione è vittima della piaga del clientelismo. Quando i diritti si trasformano in concessioni dei potenti, l'etica pubblica è già in ginocchio. Si possono mettere in atto buone pratiche: ad esempio l'anagrafe degli eletti attraverso la quale rendere noti ai cittadini presenze, voti, redditi, compensi e partecipazione in società private degli amministratori. Ma la pre-condizione è eleggere uomini liberi. Non votare persone che hanno conflitti di interesse. Né i loro "figliocci", che rappresentano solo il volto pulito in luogo dell'impresentabile».

D: Disabilità psichica, differenze sessuali, disagio sociale, carceri e diritti. Quanti i passi da fare e quanto Barletta può dirsi avanti o indietro su argomenti di questo tipo?

R:« E' una domanda enorme e richiederebbe tempi lunghi. Provo a rispondere così: esistono certamente delle buone pratiche, penso in particolare al Centro antiviolenza Giulia e Rossella per quanto riguarda il tema delle donne. Ci sono stati impegni di singoli esponenti politici (il consigliere regionale Pastore sul tema dei detenuti). Tuttavia questa città deve uscire da un visione "sviluppista" in cui contano soprattutto le attività produttive e il resto è puro contorno. Una revisione delle politiche sociali e delle pari opportunità, sostituite da una nuova politica delle differenze, credo possa essere la "seconda gamba" del lavoro sulla cultura svolto durante il primo mandato da Maffei».

D:Signor Porcelluzi ripercorriamo un po’ gli ultimi passi politici che da Sel lo hanno portato fin nel Partito Socialista. Cosa non ha funzionato? L’addio a Sel è più una questione di ideali o di uomini?

R:« Nessuna delle due. O forse entrambe. Nel senso che tra ideali e persone in politica contano le scelte. Quelle di Sel a Barletta non corrispondono alla mia visione della sinistra. Ho letto
dall'intervista a Brucoli che non ha apprezzato la mia definizione della sezione cittadina di Sel come bunker. E Brucoli pensa di smentirmi dicendo che in Sel sono arrivate nuove presenze. Sfugge a Brucoli che l'annessione di altri non significa apertura. Per aprirsi bisogna rinunciare al proprio guscio, al bunker appunto. Accettare la diversità e creare assieme un nuovo organismo. Mi fa invece sorridere la definizione di "fragilità politico-culturale" nei miei confronti. Intanto la fragilità è sintomo di delicatezza, raffinatezza. E in secondo luogo non mi sento fragile nè sul piano culturale (il mio curriculum studiorum è a disposizione di tutti), nè su quello politico. Io ho chiara in mente (era così in Sel, lo è oggi nelle liste del Partito socialista) l'idea di una sezione italiana del Partito socialista europeo».

D: Undici candidati sindaci, ma sarà ben più numeroso l’esercito degli aspiranti al consiglio comunale. Vota Alessandro Porcelluzi perché?

R:« Rispondo con una citazione di Alexander Langer: "Vorremmo esistere per tutti, essere di aiuto a tutti ed entrare in contatto con tutti". Votate liberamente, ma scegliete chi può governare la città con competenza, onestà e senza padroni».