Pasqua: tra simbologia e curiosità

di Vittorio Polito. La festività della Pasqua coincide solitamente con l’arrivo della primavera, per cui dopo un inverno freddo e uggioso le prime tiepide giornate rendono ancora più gioioso questo periodo.
La Resurrezione è una giornata di grande felicità che si manifesta con lo stare insieme con gioia, nel ritrovarsi con amici e parenti per il grande pranzo.
E dal momento che Quaresima e Pasqua sono rappresentate anche da tanti simboli e modi di dire, proviamo a ricordarne qualcuno.
L’uovo di Pasqua è un simbolo che sta a significare l’uscita di Gesù dal sepolcro. È sicuramente l’immagine che maggiormente ricorre nell’evento pasquale. Già presso popolazioni e civiltà antiche l’uovo era considerato simbolo di eternità, di nuova vita, di rinascita.
Tra i diversi richiami pasquali appare anche un coniglietto che porta delle uova. La sua presenza non è casuale ma si richiama alla lepre che sin dai primi tempi del cristianesimo era presa a simbolo di Cristo. Inoltre, la lepre, che ha un manto che cambia colore secondo la stagione, venne indicata da Sant’Ambrogio come simbolo della resurrezione.
La colomba richiama l’episodio del diluvio universale descritto nella Genesi (8, 10-11), allorché ritornò da Noè tenendo nel becco un ramoscello di ulivo. La colomba diventa così simbolo di pace e nel periodo pasquale richiama alla pace portata da Gesù. La tradizione vuole anche che alla fine del pasto pasquale, l’elemento principale è l’agnello o il capretto, ed è d’obbligo mangiare un dolce fatto a forma di colomba che simboleggia Cristo che porta la pace agli uomini di buona volontà e lo Spirito Santo che scende sugli uomini per i meriti di Gesù.
L’ulivo, anch’esso simbolo di pace, e quindi riferito a Cristo principe della pace, nasce anche da un’antica leggenda. Si dice che sulla tomba di Adamo sia nato un olivo dal quale la colomba, uscita dall’arca di Noè dopo il diluvio, aveva staccato un ramo per indicare la fine del castigo divino; inoltre la Croce sarebbe stata fatta di legno d’ulivo, sicché è diventato l’albero cosmico, asse del mondo e collegamento tra il cielo e la terra.
Pertanto il ramoscello di ulivo che tutti stringiamo e doniamo la Domenica della Palme, dovrebbe essere un impegno che ci impone di essere costruttori di pace, quella pace che viene da Dio e non quella effimera del mondo, fragile e talvolta insidiosa.
L'agnello pasquale
Con il termine Pasquetta si indica, popolarmente, il primo lunedì dopo la domenica di Pasqua, chiamato Lunedì dell’Angelo. La scampagnata di Pasquetta ricorda l’apparizione di Gesù risorto ai discepoli in cammino verso il villaggio di Emmaus, a pochi chilometri da Gerusalemme.
Nel linguaggio comune ricorrono per il periodo quaresimale e pasquale anche tanti proverbi e “modi di dire”, che trovano la loro origine non solo nelle letture evangeliche ma anche in quelle collegate con la liturgia e le tradizioni cristiane di tale periodo.
“Lungo come una quaresima”, si dice di una persona prolissa, noiosa e insistente.
“Portare la propria croce”, è un modo di dire che trae la sua origine dalla salita al Calvario di Gesù Cristo, ed è da intendersi come la capacità di sopportare e accettare i momenti dolorosi della vita senza cedimenti. “La sua vita è un calvario”, invece, vuol significare una situazione particolarmente penosa.
“Chi vuol far Pasqua deve fare Quaresima”, ovvero per far festa bisogna prima lavorare, nel senso che per raggiungere un fine bisogna sacrificarsi, dal momento che la Quaresima è tempo di sacrificio e di penitenza.
“Gettare la croce addosso a qualcuno”: addossare la responsabilità di un fatto ad un’altra persona per criticarla.
“Essere come San Tommaso”. Frase usata per indicare una ostinata incredulità verso una notizia o un fatto, proprio come fece l’apostolo Tommaso che si rifiutò di credere ai compagni che gli riferivano l’apparizione di Gesù risorto.
“Essere felici come una Pasqua”, è riferito a chi manifesta una grande felicità, proprio perché Pasqua è un giorno di grande gioia, per cui tanti Auguri a tutti.