Barletta, speciale amministrative 2011: intervista ad Emanuele Rizzi(Verdi)
di Nicola Ricchitelli. Un saluto a… ospite quest’oggi di Giornale di Puglia Emanuele Rizzi – candidato al consiglio comunale con la lista dei “Verdi” - 28 anni, diploma di perito elettronico ma soprattutto marito e padre una meravigliosa bambina. Rizzi fa parte dell’Associazione Fraternità per il diritto alla Casa, nonché è componente del direttivo per due mandati di seguito, nel secondo con mansione di presidente del direttivo partecipando a nome dell’associazione agli incontri programmatici organizzati dalla Fabbrica di Nichi in prospettiva delle elezioni regionali.
D:Un saluto ad Emanuele Rizzi, giovane candidato nella lista dei Verdi da Giornale di Puglia. Signor Rizzi, ci riassuma in breve i punti programmatici del suo programma elettorale. Cosa ha bisogno Barletta per cambiare?
R:« Innanzitutto ringrazio il giornale per la possibilità fornitami in questa campagna elettorale che non lascia spazio mediatico a chi nella legalità e contro lo spreco cerca di portarla avanti con forza e volontà. Io parlerei di intenzioni più che di programma. Mi spiego il programma proposto dai Verdi è volto alla salvaguardia ed al rispetto dell’ambiente, alle innovazioni,alla promozione delle energie alternative, alla creazione di lavoro e futuro per le nuove generazioni, al riordino urbano della città ed alla risposta al disagio abitativo della città, al favorire sviluppo e lavoro delle industrie e degli artigiani locali, a favorire lo sviluppo del turismo, e ad intervenire in soccorso delle categorie deboli oggi ormai dimenticate. Ovviamente con elementi caratterizzanti per ognuno, i programmi sono tutti somiglianti, ovvio sono sotto gli occhi di tutti i problemi che affliggono questa città ed è ovvio che tutti mostrino la volontà di risolverli. Quel che conta sono le intenzioni, i metodi e l’impegno che ci si mette per portarli a termine. Mi viene chiesto Barletta di cosa ha bisogno per cambiare, semplice innanzitutto di cambiare l’attuale classe dirigente, legata a vecchi sistemi ormai obsoleti, poi serve estirpare quell’idea di sottomissione alla politica, e conseguente assuefazione agli ormai consolidati sistemi da parte della cittadinanza. Un buon governo si fa collaborando con la collettività che deve essere attiva e stimolata nel riconoscimento dei propri diritti e doveri, la passività è il passaporto per l’emarginazione, e la gente comune è stata volutamente emarginata dalla vita politica. Un problema che affligge Barletta e che mi sta particolarmente a cuore è il disagio abitativo, una risposta ancora insoluta da parte dell’amministrazione, un problema che affligge gran parte delle famiglie, soprattutto le giovani coppie, gli immigrati, le famiglie monoreddito, quelle mono genitoriali, e gli anziani.
D:Signor Rizzi, la sua candidatura arriva dopo circa quattro di militanza nell’associazione “Fraternità per il diritto alla casa”, un'associazione che si è distinta nel corso di questi quattro anni per le tante lotte nell’ambito del diritto alla casa. Quanti e quali i ricordi più belli?
R: Io ho seguito la politica sempre dall’esterno, con l’inizio dell’attività associativa ho potuto partecipare attivamente alla vita politica di questa città, fare politica non è solo stare in consiglio o in giunta, la politica la fa il cittadino sempre e comunque, soprattutto se presente, la fanno le associazioni, e tutti i gruppi di persone che analizzano ed espongono i problemi di una comunità.
Ho da subito sposato le cause promosse dalla nostra associazione, che non si limitano solo all’autocostruzione, ma prestano attenzione a tutti quelli che sono i problemi territoriali, dall’agricoltura, all’inquinamento fino ad arrivare alla rigenerazione urbana per dirne alcune. L’associazione mi ha dato tanti momenti belli, ed anche se siamo ancora in attesa del cantiere in autocostruzione, il solo fatto che oggi la regione lo ritenga un sistema utile e necessario, e che i vari partiti più o meno intenzionati a supportarla ne parlino, è già una vittoria, abbiamo promosso l’autocostruzione, l’abbiamo fatta conoscere, ora manca solo di doverla applicare».
D:Autocostruzione: secondo il tuo punto di vista Barletta e i barlettani sono pronti alla cultura del dover andare su un cantiere a costruirsi la propria casa? A suo modo di vedere, quali sono i punti di forza di questo progetto e quali potrebbero essere i punti di debolezza?
R:« Dopo quattro anni Barletta conosce l’autocostruzione, ma non si più avere la pretesa che questa sia una pratica adatta a tutti, e ritenuta opportuna da tutti. L’importante e dare alla cittadinanza uno strumento utile e forse unico per una risposta ottimale al disagio abitativo, poi chi vorrà o riterrà opportuno deve avere la possibilità di partecipare. Certo è che in questa città non siamo indifferenti all’autocostruzione,l’associazione in quattro anni ne ha incontrato di gente interessata, l’associazione ha avuto contatti con oltre mille persone nel tempo, sapete cosa vuol dire mille famiglie, senza contare gente che si rivolgeva a noi come sportello informativo, o gente che dopo aver perso la casa anche ad opera di sfratto chiedeva aiuto e soluzioni per il problema. Siamo stati contattati da molti comuni vicini interessati all’autocostruzione e che hanno elogiato il nostro lavoro. Io ci vedo solo punti di forza in questo progetto, e lascio a tutti una riflessione, costi abbattuti anche del 40-50%, partecipazione alla costruzione della propria casa, altissimi standard qualitativi, accesso a nuove fonti di energia con risparmio futuro. La partecipazione credo sia ovvia, soprattutto se consideriamo l’elevato costo della casa, ed il mancato rispetto del costo, secondo le indicazioni regionali, delle abitazioni in 167. Considerando che la casa è un diritto e non solo un bene materiale, io sono e sarò sempre per la promozione di ogni forma di housing sociale, sicuro che ogni famiglia che vede soddisfatto il suo bisogno abitativo, senza ricorrere a sacrifici economici dissanguanti, è una famiglia felice, e quindi capace di non rinunciare ad un livello di benessere dignitoso».
D: Quanto è importante la preparazione e la competenza in politica? Cosa si sente di dire a qualche ragazzino che presta il suo volto sui manifesti con la presunzione di candidarsi in consiglio comunale?
R:« Infatti vediamo oggi oltre 700 candidati ma sappiamo benissimo che forse un terzo di questi è veramente proiettato all’attività politica, quindi darei poca importanza ai numerosi candidati, lo ritengo un modo per “garantirsi dei voti”. Sono contrario al riferimento al ragazzino,in quanto io credo che la politica debba essere il pane di tutti, e tutti devono occuparsene anche candidandosi, ovviamente con delle idee, dei propositi e ovvie conoscenze e competenze, e non al solo fine di riempire le liste. Un discorso a parte mi permetto di farlo per i candidati sindaci, sento spesso chiedere: ma tanti candidati è sinonimo di interesse o siamo in un momento di crisi della politica? Io credo che l’alto numero di astensionismo vada di pari passo con l’alto numero di candidati alla carica di sindaco, la cattiva politica di questi anni ha portato la gente ad allontanarsi, mentre per chi ha un senso di partecipazione più spiccato l’impegno e quello di proporre l’alternativa perché tutto riprenda a camminare, ed è ovvio con proposte diverse da quelle che si sono verificate fallimentari».
D: Signor Rizzi, la sfida dei ”Verdi” può dirsi al limite dell’impossibile in termini di numeri, ma quale è stata la risposta della gente nei confronti del vostro progetto?
R:« Non direi al limite dell’impossibile, difficile si, anche se a dire il vero con il passare dei giorni questa difficoltà sembra ridursi sempre più. Questo per almeno tre motivi, uno il candidato sindaco dei verdi proietta enorme fiducia verso l’elettorato, e sarebbe ipocrita negare l’effetto Ciccio Salerno come supporto all’attenzione verso il candidato sindaco Sabrina Salerno, che per fortuna, del padre non porta solo il cognome. In secondo luogo la coerenza e l’onestà mostrata dal gruppo dei verdi, oltre alla caparbietà, alla sobrietà e all’entusiasmo giovanile. Terzo la delusione da parte di buona parte dell’elettorato barlettano nei confronti dell’amministrazione uscente».
D: Immagini di doversi trovare dinanzi ad un giovane per spiegare le sue progettualità e quindi la sua candidatura: quale sarebbe la sua risposta nel caso di domanda «quanto mi dai?».
R:« A questa risposta non devo supporre nulla, purtroppo mi ci sono trovato, rispondendogli che avrei preferito mille volte mi chiedesse come la pensassi sull’ambiente, sull’acqua pubblica, sulla carenza di lavoro, sul turismo, sul fabbisogno abitativo ecc. Molta gente mi ha riferito di aver già trovato chi gli paga il voto, una cosa triste e logorante. Non mi preoccupano i cosiddetti voti non ricevuti, mi preoccupa la svendita del futuro, queste persone si svendono o svendono il futuro dei loro figli. Ne approfitto per esortare tutti ad utilizzare uno strumento unico ed importantissimo quale il voto per decidere le sorti della collettività. Non svendete il benessere collettivo per una serata in pizzeria, è ovvia la delusione dopo aver affidato le redini della città a queste persone, se invece si lavora verso il cambiamento i frutti verranno, e con quelli crescerà la voglia di partecipare, annullando la passività che avvolge il paese, e in questo caso la città. Chi si mostra a voi in questi termini come può essere degno di fiducia, il suo bigliettino da visita dice già sono un corruttore. Invito tutti a denunciare queste persone. Discutendo con la gente emerge l’idea comune che i politici sono tutti uguali, ma so che in fondo sa che non è così, è vero la politica sta commettendo errori, ma in cuor suo la gente riconosce chi è intellettualmente e moralmente onesto. Credo che vada ritenuto voto venduto anche quello chiesto ai rappresentanti di lista, che sono ormai utili solo a reperire voti. Nella scorsa elezione alcuni candidati , e non liste, avevano anche dieci rappresentanti di “candidato”. Tutto ciò è impensabile, anzi ne approfitto per un annuncio la lista dei Verdi cerca simpatizzanti che vogliano fare i rappresentanti di lista gratuitamente. Propongo per le prossime elezioni di gestire i rappresentanti di lista come si è fatto per gli scrutatori, a sorteggio ed uno per lista, avendo tutti lo stesso impegno evitando di creare così quel rapporto clientelare inutile al fine del controllo ma rilevante come bacino di voti a pagamento.
D: Dieci candidati sindaci, ma sarà ben più numeroso l’esercito degli aspiranti al consiglio comunale. Vota al consiglio comunale Emanuele Rizzi perché?
R:«Io dico votate i Verdi e con il loro sindaco Sabrina Salerno perchè abbiamo una voglia immensa di lavorare e cambiare la storia di questa città. Votare Emanuele rizzi perché si propone come strumento del cambiamento, in questi giorni sto invitando tutti ad andare a votare, voler cambiare significa partecipare, e la massima forma di partecipazione è mettersi in gioco in prima persona.
La politica ha bisogno di ringiovanirsi, ha bisogno di nuove prospettive, di nuovi approcci, di nuovi metodi, io voglio lavorare in tal senso in rappresentanza anche della mia generazione, della classe debole della città e di tutta quella gente che nella coerenza ed onesta ha sempre creduto.
Per fortuna a questa tornata elettorale vedo giovani che stimo, mi auguro nel solo interesse della città che facciano parte anche loro della futura “squadra” dirigente di Barletta.
D:Un saluto ad Emanuele Rizzi, giovane candidato nella lista dei Verdi da Giornale di Puglia. Signor Rizzi, ci riassuma in breve i punti programmatici del suo programma elettorale. Cosa ha bisogno Barletta per cambiare?
R:« Innanzitutto ringrazio il giornale per la possibilità fornitami in questa campagna elettorale che non lascia spazio mediatico a chi nella legalità e contro lo spreco cerca di portarla avanti con forza e volontà. Io parlerei di intenzioni più che di programma. Mi spiego il programma proposto dai Verdi è volto alla salvaguardia ed al rispetto dell’ambiente, alle innovazioni,alla promozione delle energie alternative, alla creazione di lavoro e futuro per le nuove generazioni, al riordino urbano della città ed alla risposta al disagio abitativo della città, al favorire sviluppo e lavoro delle industrie e degli artigiani locali, a favorire lo sviluppo del turismo, e ad intervenire in soccorso delle categorie deboli oggi ormai dimenticate. Ovviamente con elementi caratterizzanti per ognuno, i programmi sono tutti somiglianti, ovvio sono sotto gli occhi di tutti i problemi che affliggono questa città ed è ovvio che tutti mostrino la volontà di risolverli. Quel che conta sono le intenzioni, i metodi e l’impegno che ci si mette per portarli a termine. Mi viene chiesto Barletta di cosa ha bisogno per cambiare, semplice innanzitutto di cambiare l’attuale classe dirigente, legata a vecchi sistemi ormai obsoleti, poi serve estirpare quell’idea di sottomissione alla politica, e conseguente assuefazione agli ormai consolidati sistemi da parte della cittadinanza. Un buon governo si fa collaborando con la collettività che deve essere attiva e stimolata nel riconoscimento dei propri diritti e doveri, la passività è il passaporto per l’emarginazione, e la gente comune è stata volutamente emarginata dalla vita politica. Un problema che affligge Barletta e che mi sta particolarmente a cuore è il disagio abitativo, una risposta ancora insoluta da parte dell’amministrazione, un problema che affligge gran parte delle famiglie, soprattutto le giovani coppie, gli immigrati, le famiglie monoreddito, quelle mono genitoriali, e gli anziani.
D:Signor Rizzi, la sua candidatura arriva dopo circa quattro di militanza nell’associazione “Fraternità per il diritto alla casa”, un'associazione che si è distinta nel corso di questi quattro anni per le tante lotte nell’ambito del diritto alla casa. Quanti e quali i ricordi più belli?
R: Io ho seguito la politica sempre dall’esterno, con l’inizio dell’attività associativa ho potuto partecipare attivamente alla vita politica di questa città, fare politica non è solo stare in consiglio o in giunta, la politica la fa il cittadino sempre e comunque, soprattutto se presente, la fanno le associazioni, e tutti i gruppi di persone che analizzano ed espongono i problemi di una comunità.
Ho da subito sposato le cause promosse dalla nostra associazione, che non si limitano solo all’autocostruzione, ma prestano attenzione a tutti quelli che sono i problemi territoriali, dall’agricoltura, all’inquinamento fino ad arrivare alla rigenerazione urbana per dirne alcune. L’associazione mi ha dato tanti momenti belli, ed anche se siamo ancora in attesa del cantiere in autocostruzione, il solo fatto che oggi la regione lo ritenga un sistema utile e necessario, e che i vari partiti più o meno intenzionati a supportarla ne parlino, è già una vittoria, abbiamo promosso l’autocostruzione, l’abbiamo fatta conoscere, ora manca solo di doverla applicare».
D:Autocostruzione: secondo il tuo punto di vista Barletta e i barlettani sono pronti alla cultura del dover andare su un cantiere a costruirsi la propria casa? A suo modo di vedere, quali sono i punti di forza di questo progetto e quali potrebbero essere i punti di debolezza?
R:« Dopo quattro anni Barletta conosce l’autocostruzione, ma non si più avere la pretesa che questa sia una pratica adatta a tutti, e ritenuta opportuna da tutti. L’importante e dare alla cittadinanza uno strumento utile e forse unico per una risposta ottimale al disagio abitativo, poi chi vorrà o riterrà opportuno deve avere la possibilità di partecipare. Certo è che in questa città non siamo indifferenti all’autocostruzione,l’associazione in quattro anni ne ha incontrato di gente interessata, l’associazione ha avuto contatti con oltre mille persone nel tempo, sapete cosa vuol dire mille famiglie, senza contare gente che si rivolgeva a noi come sportello informativo, o gente che dopo aver perso la casa anche ad opera di sfratto chiedeva aiuto e soluzioni per il problema. Siamo stati contattati da molti comuni vicini interessati all’autocostruzione e che hanno elogiato il nostro lavoro. Io ci vedo solo punti di forza in questo progetto, e lascio a tutti una riflessione, costi abbattuti anche del 40-50%, partecipazione alla costruzione della propria casa, altissimi standard qualitativi, accesso a nuove fonti di energia con risparmio futuro. La partecipazione credo sia ovvia, soprattutto se consideriamo l’elevato costo della casa, ed il mancato rispetto del costo, secondo le indicazioni regionali, delle abitazioni in 167. Considerando che la casa è un diritto e non solo un bene materiale, io sono e sarò sempre per la promozione di ogni forma di housing sociale, sicuro che ogni famiglia che vede soddisfatto il suo bisogno abitativo, senza ricorrere a sacrifici economici dissanguanti, è una famiglia felice, e quindi capace di non rinunciare ad un livello di benessere dignitoso».
D: Quanto è importante la preparazione e la competenza in politica? Cosa si sente di dire a qualche ragazzino che presta il suo volto sui manifesti con la presunzione di candidarsi in consiglio comunale?
R:« Infatti vediamo oggi oltre 700 candidati ma sappiamo benissimo che forse un terzo di questi è veramente proiettato all’attività politica, quindi darei poca importanza ai numerosi candidati, lo ritengo un modo per “garantirsi dei voti”. Sono contrario al riferimento al ragazzino,in quanto io credo che la politica debba essere il pane di tutti, e tutti devono occuparsene anche candidandosi, ovviamente con delle idee, dei propositi e ovvie conoscenze e competenze, e non al solo fine di riempire le liste. Un discorso a parte mi permetto di farlo per i candidati sindaci, sento spesso chiedere: ma tanti candidati è sinonimo di interesse o siamo in un momento di crisi della politica? Io credo che l’alto numero di astensionismo vada di pari passo con l’alto numero di candidati alla carica di sindaco, la cattiva politica di questi anni ha portato la gente ad allontanarsi, mentre per chi ha un senso di partecipazione più spiccato l’impegno e quello di proporre l’alternativa perché tutto riprenda a camminare, ed è ovvio con proposte diverse da quelle che si sono verificate fallimentari».
D: Signor Rizzi, la sfida dei ”Verdi” può dirsi al limite dell’impossibile in termini di numeri, ma quale è stata la risposta della gente nei confronti del vostro progetto?
R:« Non direi al limite dell’impossibile, difficile si, anche se a dire il vero con il passare dei giorni questa difficoltà sembra ridursi sempre più. Questo per almeno tre motivi, uno il candidato sindaco dei verdi proietta enorme fiducia verso l’elettorato, e sarebbe ipocrita negare l’effetto Ciccio Salerno come supporto all’attenzione verso il candidato sindaco Sabrina Salerno, che per fortuna, del padre non porta solo il cognome. In secondo luogo la coerenza e l’onestà mostrata dal gruppo dei verdi, oltre alla caparbietà, alla sobrietà e all’entusiasmo giovanile. Terzo la delusione da parte di buona parte dell’elettorato barlettano nei confronti dell’amministrazione uscente».
D: Immagini di doversi trovare dinanzi ad un giovane per spiegare le sue progettualità e quindi la sua candidatura: quale sarebbe la sua risposta nel caso di domanda «quanto mi dai?».
R:« A questa risposta non devo supporre nulla, purtroppo mi ci sono trovato, rispondendogli che avrei preferito mille volte mi chiedesse come la pensassi sull’ambiente, sull’acqua pubblica, sulla carenza di lavoro, sul turismo, sul fabbisogno abitativo ecc. Molta gente mi ha riferito di aver già trovato chi gli paga il voto, una cosa triste e logorante. Non mi preoccupano i cosiddetti voti non ricevuti, mi preoccupa la svendita del futuro, queste persone si svendono o svendono il futuro dei loro figli. Ne approfitto per esortare tutti ad utilizzare uno strumento unico ed importantissimo quale il voto per decidere le sorti della collettività. Non svendete il benessere collettivo per una serata in pizzeria, è ovvia la delusione dopo aver affidato le redini della città a queste persone, se invece si lavora verso il cambiamento i frutti verranno, e con quelli crescerà la voglia di partecipare, annullando la passività che avvolge il paese, e in questo caso la città. Chi si mostra a voi in questi termini come può essere degno di fiducia, il suo bigliettino da visita dice già sono un corruttore. Invito tutti a denunciare queste persone. Discutendo con la gente emerge l’idea comune che i politici sono tutti uguali, ma so che in fondo sa che non è così, è vero la politica sta commettendo errori, ma in cuor suo la gente riconosce chi è intellettualmente e moralmente onesto. Credo che vada ritenuto voto venduto anche quello chiesto ai rappresentanti di lista, che sono ormai utili solo a reperire voti. Nella scorsa elezione alcuni candidati , e non liste, avevano anche dieci rappresentanti di “candidato”. Tutto ciò è impensabile, anzi ne approfitto per un annuncio la lista dei Verdi cerca simpatizzanti che vogliano fare i rappresentanti di lista gratuitamente. Propongo per le prossime elezioni di gestire i rappresentanti di lista come si è fatto per gli scrutatori, a sorteggio ed uno per lista, avendo tutti lo stesso impegno evitando di creare così quel rapporto clientelare inutile al fine del controllo ma rilevante come bacino di voti a pagamento.
D: Dieci candidati sindaci, ma sarà ben più numeroso l’esercito degli aspiranti al consiglio comunale. Vota al consiglio comunale Emanuele Rizzi perché?
R:«Io dico votate i Verdi e con il loro sindaco Sabrina Salerno perchè abbiamo una voglia immensa di lavorare e cambiare la storia di questa città. Votare Emanuele rizzi perché si propone come strumento del cambiamento, in questi giorni sto invitando tutti ad andare a votare, voler cambiare significa partecipare, e la massima forma di partecipazione è mettersi in gioco in prima persona.
La politica ha bisogno di ringiovanirsi, ha bisogno di nuove prospettive, di nuovi approcci, di nuovi metodi, io voglio lavorare in tal senso in rappresentanza anche della mia generazione, della classe debole della città e di tutta quella gente che nella coerenza ed onesta ha sempre creduto.
Per fortuna a questa tornata elettorale vedo giovani che stimo, mi auguro nel solo interesse della città che facciano parte anche loro della futura “squadra” dirigente di Barletta.
