Melania: forse uccisa da rivale d'amore

ASCOLI. Le indagini sull'omicidio di Melania Rea vanno avanti ma aumentano, di ora in ora, dubbi e incertezze degli inquirenti. L'unico fatto sicuro è che una bambina di diciotto mesi crescerà senza la madre, uccisa brutalmente in un pomeriggio qualsiasi, chissà dove e chissà perché. Più scorre il tempo, più si diradano le possibilità di venire a capo del giallo. Le due procure - Ascoli e Teramo - lavorano senza sosta, ma ad oggi il luogo del delitto non è stato ancora individuato e sorgono dubbi anche su quello della scomparsa: alcuni testimoni, infatti, riferiscono addirittura di non essere sicuri che la 29enne sia stata sul Pianoro di Colle San Marco nel pomeriggio di lunedì 18 aprile. C'è l'arma del delitto: un coltellino da piccolo taglio con il quale l'assassino (o gli assassini) hanno con violenta insistenza trafitto il corpo di Melania per ben 35 volte. Si sa che è un delitto d'impeto, ma non si ha ancora idea di un papabile movente in grado di giustificare una tale ferocia. Intanto, si scava nella vita della giovane donna, in quella del marito Salvatore, nella storia di quell'amore a quanto pare non così immune da ombre. Lunedì è stata sentita una soldatessa di Lecce, allieva di Parlolisi qualche tempo fa, con la quale il caporalmaggiore avrebbe avuto una relazione extraconiugale. A quanto pare, neanche l'unica.

L'AMANTE DEL MARITO - Gli inquirenti la definiscono una testimonianza "importante", alla luce dei pochi elementi certi, che potrebbe aprire nuovi scenari. L'ipotesi del killer donna, di una rivale d'amore di Melania, rientra tra i profili ritenuti compatibili dagli esperti sulla base della superficialità delle ferite trovate sul corpo della donna, morta per dissanguamento. Si indaga anche negli ambienti del 235° Reggimento Piceno, dove il marito Salvatore Parolisi, 30 anni, è istruttore delle reclute: acquisiti i fogli di presenza delle soldatesse nei giorni dell'omicidio, tra il 18 e il 20 aprile.