"Nervi saldi e andiamo avanti": Pdl e Lega rilanciano governo dopo sconfitta elettorale

ROMA. Silvio Berlusconi, da Bucarest dove e' impegnato anche oggi nel vertice bilaterale Italia-Romania, prende le misure ai risultati dei ballottaggi nelle elezioni amministrative: ''Abbiamo perso e questo e' evidente. Una volta si vince, una volta si perde. L'importante e' non abbattersi''.

Il premier non ha alcuna intenzione di dimettersi, come gli hanno chiesto Pd, Terzo polo e Idv: ''L'unica strada e' tenere i nervi saldi e andare avanti. La maggioranza e' coesa e determinata. Ci restano alcune riforme da fare: il fisco, la giustizia e il piano per il sud. Nessun risultato mi ha sorpreso perche' avevamo visto ormai quello che stava succedendo''.

Berlusconi vuole dare subito una scossa al Pdl e al governo.

Questa sera, alle 20, a Palazzo Grazioli, e' infatti convocato l'Ufficio di presidenza del Pdl. Ieri pomeriggio il presidente del Consiglio ha telefonato a Umberto Bossi per concordare un'intesa: ''Siamo d'accordo con l'andare avanti insieme. Sapete che sono un combattente e che quando perdo triplico le forze''.

Per quanto riguarda il Pdl, ieri ci sono state le dimissioni da coordinatore di Sandro Bondi che nelle scorse settimane si era dimesso anche da ministro dei Beni culturali. Berlusconi non esclude la possibilita' che venga nominato come coordinatore unico del partito Angelino Alfano, ministro della Giustizia. Da Bucarest annota infatti che ''questo processo e' gia' avviato'' e che e' sua intenzione rilanciare ''alla grande'' il Pdl.

La nomina di Alfano farebbe decadere il ruolo di Denis Verdini e Ignazio La Russa, che formavano insieme a Bondi il triumvirato alla guida del Pdl. Con un coordinatore unico si dichiarerebbe di fatto conclusa la fase del dosaggio e delle mediazioni tra le componenti di Forza Italia e An che sono confluite nel Pdl.

Per Berlusconi: ''Il partito adesso fara' un ragionamento sulla propria organizzazione che avevamo gia' in mente di fare per radicarci di piu' sul territorio''. Potrebbe prendere forma l'idea di tenere il primo congresso del Pdl entro l'anno.

Le dimensioni della sconfitta del centrodestra sono consistenti. Luigi De Magistris e Giuliano Pisapia hanno staccato Gianni Lettieri e Letizia Moratti rispettivamente di 20 e 10 punti percentuali vincendo con il 65% a Napoli e il 55% a Milano. Il centrodestra nei comuni capoluogo vince a Cosenza, Iglesias, Varese ma e' sconfitto a Cagliari, Trieste, Novara, Rimini, Grosseto, Crotone, Pordenone. Nelle provinciali, il centrodestra conserva Reggio Calabria e Vercelli. Il centrosinistra conquista Trieste, Macerata e Mantova. Il risultato finale e' nettamente a favore del centrosinistra: 65 a 27 il risultato nei Comuni, 7 a 4 nelle elezioni provinciali.

Problemi aperti anche nella Lega. Matteo Salvini, capolista del Carroccio a Milano, analizza il risultato nel capoluogo lombardo: ''Nel 2006 la Moratti e il Pdl presero 245 mila voti e noi della Lega 22 mila. Oggi il Pdl ha preso 170 mila voti e noi 57 mila, quindi qualcuno ha perso 75 mila voti mentre noi ne abbiamo guadagnati 35 mila''. Ma la flessione dei consensi leghisti si registra per la prima volta a Novara, Gallarate, Arcore e in altri Comuni del nord passati al centrosinistra.

Il ministro dell'Interno Roberto Maroni, impegnato anche lui nel vertice bilaterale Italia-Romania, commenta cosi' il risultato elettorale: ''Serve una riflessione, e' stata una sberla e o si da' un colpo d'ala, anzi di frusta, nella ripresa dell'azione di governo o si rischia di non dare una risposta al voto''.

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