Perchè il voto di Milano diventa italiano

di Nicola Zuccaro. La canonica pausa di riflessione racchiusa nel Sabato pre-elettorale induce a redigere una considerazione seria sul futuro della politica italiana alla vigilia del voto per il rinnovo di alcune Amministrazioni comunali. Fra queste Milano. Questa peculiarità va rilevata per le seguenti ragioni:
1. Milano è la città del premier Berlusconi sceso a difendere come capolista comunale per il Pdl la sua fida Letizia Moratti. Un atto di coraggio sì, ma anche di una probabile debolezza poichè, a detta di molti milanesi, questa volta a Milano la Moratti come l'intero centrodestra rischia di perdere quelle elezioni a favore di una sinistra radicale che vuol fare del voto milanese quel banco di prova per tornare a governare l'Italia attraverso quel patto di belligeranza con quel Partito Democratico che ha visto giungere ai piedi della Madonnina nel tour elettorale un caricatissimo Pier Luigi Bersani.
2. Milano è la città meridionale per eccellenza, tanto da essere rilevata come la città con la comunità di pugliesi più numerosa di tutto il Nord Italia. Una testata giornalistica regionale come il Giornale di Puglia non può e non deve ignorare questo aspetto ad un anno dalla propria nascita.
Guardare al voto milanese va ben oltre il mero resoconto giornalistico perchè il vasto elettorato milanese di origine pugliese sarà determinante nel determinare, con il proprio voto i destini non soltanto di Berlusconi e del Pdl ma anche dell'intero scenario politico nazionale con epicentro Roma.
Se per quest'ultima, ossia la Capitale, è stato previsto nei giorni scorsi un terremoto, lo sarà, quasi sicuramente, di natura politica, in base anche a quel ruolo decisivo (chissà perchè sempre snobbato dagli elettori e dall'opinione pubblica) di quel terzo polo pronto a raccogliere la delusione e il disgusto per questo perenne muro contro muro che oppone Berlusconi e il Pdl a Vendola-Bersani e Di Pietro e alle loro rispettive formazioni politiche. Motivo per cui il 16 Maggio potrà rivelarsi il giorno del giudizio per la politica italiana, tanto da ipotizzare che il voto di Milano sarà un voto italiano.

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