Barletta, dramma della famiglia “Papagno: il popolo di Facebook in rivolta contro il sindaco Maffei
di Nicola Ricchitelli. «Sono senza un letto ma mi basterebbe un tetto», così cantava un tal Piero Pelù da Firenze in una struggente ballata del 1990. Il servizio trasmesso dalla famosa emittente locale Amica 9, a cura dello straordinario Francesco Zagaria, in men che non si dica è stato postato da numerosi utenti del popolo barlettano di Facebook. Unanime lo sdegno di alcuni utenti, Giuseppe infatti scrive: «Dispiace molto... soprattutto sentire che sia Vendola che Maffei che i Preti non abbiano risposte da dare...», e quindi Pasquale: «Avete fatto i c… vostri per arrivare politicamente, bene ora dimostrate se ne e valso la pena. Aiutate i piu deboli», fino ad arrivare alla proposta di Michele il quale ha invitato tutti gli utenti ad una singolare azione di protesta: «Visto che questa situazione non è accettabile, propongo di postare questo video sulla bacheca del sindaco ripetutamente e tutti fin quando il messaggio non viene preso in considerazione! Alcuni lo stanno già postando....fatelo anche voi!». Detto fatto: infatti, nel giro di poche ore, la bacheca del sindaco Nicola Maffei è stata presa letteralmente d’assalto dal link del servizio realizzato dalla nota emittente barlettana senza ad oggi registrare nessuna reazione da parte del primo cittadino della città di Eraclio.
Ma entriamo in merito alla vicenda, un dramma quello della famiglia Papagno che ha portato i suoi tre membri – moglie, marito ed un figlio oramai maggiorenne - dopo i numerosi sfratti ricevuti, ad alloggiare in una fatiscente autofficina di Via Enaudi qui a Barletta da ormai sei anni, nonché in allarmanti e precarie condizioni.
Raggiunta dai microfoni di Amica 9, a Francesco Zagaria la signora Papagno ha spiegato: «Ci hanno consigliato di chiedere l’indennità di accompagnamento per nostro figlio - vista la sua malattia - e con quei soldi quindi pagare l’affitto della casa. Ma mio figlio non vuole chiedere nessun indennizzo, è giovane, vuole lavorare, ed aspetta un posto lavoro poiché iscritto all’ufficio di collocamento di Bari». In realtà, la stessa signora Papagno ha spiegato come anche gli eventuali soldi dell’indennità di accompagnamento sarebbero serviti a stento per pagare l’affitto, senza contare le eventuali spese di luce, acque e gas. Infatti, allo stato attuale, la famiglia ha serie difficoltà nel provvedere al proprio sostentamento, visto che entrambi i coniugi Papagno non possono contare su nessun indennizzo, viste anche le precarie condizioni fisiche di marito e moglie. La stessa signora Papagno non più di un anno e mezzo fa ha subito un intervento al cuore, mentre suo marito è stato colpito da infarto – a cui va ad aggiungersi il fatto che lo stesso era senza un lavoro da parecchio e troppo tempo - non più di qualche giorno fa, un infarto che allo stato attuale non gli permette di muoversi agevolmente e che al termine del ricovero presso la struttura ospedaliera avrà bisogno di un posto più agevole visto le evidenti difficoltà motorie. A quanto pare, a nulla sono serviti tra l’altro le richieste di aiuto rivolte all’ex sindaco Francesco Salerno prima, e all’attuale Nicola Maffei poi, fino ad arrivare addirittura al governatore regionale Nichi Vendola. «Ho fatto domande di pensione per tre volte ma mi è stata puntualmente respinta, ho chiesta aiuto al sindaco e ai servizi sociali ma non sono stata ascoltata. Ho scritto anche a Nichi Vendola ma non sono pervenute risposte». Ed ancora: «Ci siamo rivolti anche al sindaco di Spinazzola, un caro amico nostro, ma è stato invitato ad occuparsi dei problemi della sua città. Dobbiamo ringraziare il titolare di questo locale che ci ospita senza chiedere nulla in cambio. Mio marito ormai sta crollando, è immobile, non riesce a parlare bene, una volta dimesso dove lo tengo?». Insomma, una situazione che merita quanto prima una rapida soluzione: la stessa signora Papagno ha parlato di suicidio nel caso la sua richiesta d’aiuto restasse inascoltata. L’auspicio è che tali parole altro non siano che un campanello d’allarme per servizi sociali e istituzioni, quelle stesse istituzioni dalle quali ci piacerebbe ricevere delle risposte.
Ma entriamo in merito alla vicenda, un dramma quello della famiglia Papagno che ha portato i suoi tre membri – moglie, marito ed un figlio oramai maggiorenne - dopo i numerosi sfratti ricevuti, ad alloggiare in una fatiscente autofficina di Via Enaudi qui a Barletta da ormai sei anni, nonché in allarmanti e precarie condizioni.
Raggiunta dai microfoni di Amica 9, a Francesco Zagaria la signora Papagno ha spiegato: «Ci hanno consigliato di chiedere l’indennità di accompagnamento per nostro figlio - vista la sua malattia - e con quei soldi quindi pagare l’affitto della casa. Ma mio figlio non vuole chiedere nessun indennizzo, è giovane, vuole lavorare, ed aspetta un posto lavoro poiché iscritto all’ufficio di collocamento di Bari». In realtà, la stessa signora Papagno ha spiegato come anche gli eventuali soldi dell’indennità di accompagnamento sarebbero serviti a stento per pagare l’affitto, senza contare le eventuali spese di luce, acque e gas. Infatti, allo stato attuale, la famiglia ha serie difficoltà nel provvedere al proprio sostentamento, visto che entrambi i coniugi Papagno non possono contare su nessun indennizzo, viste anche le precarie condizioni fisiche di marito e moglie. La stessa signora Papagno non più di un anno e mezzo fa ha subito un intervento al cuore, mentre suo marito è stato colpito da infarto – a cui va ad aggiungersi il fatto che lo stesso era senza un lavoro da parecchio e troppo tempo - non più di qualche giorno fa, un infarto che allo stato attuale non gli permette di muoversi agevolmente e che al termine del ricovero presso la struttura ospedaliera avrà bisogno di un posto più agevole visto le evidenti difficoltà motorie. A quanto pare, a nulla sono serviti tra l’altro le richieste di aiuto rivolte all’ex sindaco Francesco Salerno prima, e all’attuale Nicola Maffei poi, fino ad arrivare addirittura al governatore regionale Nichi Vendola. «Ho fatto domande di pensione per tre volte ma mi è stata puntualmente respinta, ho chiesta aiuto al sindaco e ai servizi sociali ma non sono stata ascoltata. Ho scritto anche a Nichi Vendola ma non sono pervenute risposte». Ed ancora: «Ci siamo rivolti anche al sindaco di Spinazzola, un caro amico nostro, ma è stato invitato ad occuparsi dei problemi della sua città. Dobbiamo ringraziare il titolare di questo locale che ci ospita senza chiedere nulla in cambio. Mio marito ormai sta crollando, è immobile, non riesce a parlare bene, una volta dimesso dove lo tengo?». Insomma, una situazione che merita quanto prima una rapida soluzione: la stessa signora Papagno ha parlato di suicidio nel caso la sua richiesta d’aiuto restasse inascoltata. L’auspicio è che tali parole altro non siano che un campanello d’allarme per servizi sociali e istituzioni, quelle stesse istituzioni dalle quali ci piacerebbe ricevere delle risposte.
