Discoteche: intervista ad Antonio Ferrari, per tutti Ralf

LECCE. Un simbolo della musica elettronica italiana: Lo Zio, come molti sono soliti chiamarlo, o più comunemente Ralf, dopo tanti anni di carriera e tanti successi in giro per il mondo, rappresenta proprio questo. A lui il compito e l’onore di animare, con la sua musica e la sua energia che trasmette in ogni djset, il 15° compleanno del Guendalina di Santa Cesarea Terme (Le).

Una domanda che ti avranno, sicuramente, fatto in tanti è da dove derivi Ralf, il tuo nome d’arte. Ma come mai hai voluto utilizzare uno pseudonimo nel tuo percorso musicale, sebbene il Antonio Ferrari suoni abbastanza bene?

Ralf non è un nome d’arte, ma un soprannome che mi porto dietro sin dall’età di quattordici anni. Dalle mie parti, spesso un soprannome diventa un vero e proprio nome e così, quando iniziai a suonare, come è prevedibile, nei flyers tutti scrivevano Ralf. Anche perché Antonio Ferrari pochi sapevano chi fosse e così è stato fino ad ora. Ad essere sincero,se tornassi indietro imporrei il mio vero nome,che mi piace molto. Non è detto che non succeda, per esempio,a cominciare dalle produzioni.

Il tuo amore per la musica ti ha portato da un piccolo paesino dell’Umbria in giro per il Mondo. In questo tuo percorso qual è la soddisfazione maggiore che hai ricevuto?

Alla fine, la vera, grandissima, impagabile soddisfazione rimane quella di essersi procurato da vivere ed anche magnificamente, con quella che è sempre stata la mia più grande passione e cioè la musica. Un grande privilegio, per il quale ringrazio tutti gli dei dell’universo ogni mattina.

Sei uno dei dj italiani più seguiti ed apprezzati nel mondo. Cosa provi pesando al fatto di essere un punto di riferimento per tanti giovani che intraprendono l’attività di dj?

Questa, non posso negarlo. È un’altra grandissima soddisfazione che la vita mi ha dato e della quale vado molto fiero.

Hai iniziato a fare il dj circa 25 anni fa. In questi anni certamente la musica è cambiata, nel bene o nel male si è evoluta. Secondo te quali sono i principali cambiamenti che le si possono attribuire?

Io dico sempre che l’animo della gente, o come vogliamo chiamare quella strana roba che i poeti chiamano così, è quello che fa godere della musica e l’animo della gente non cambia nel tempo e nello spazio. Siamo buoni, cattivi, dolci, arroganti, aggressivi e docili. Siamo tutte queste cose insieme e molte altre ancora. Siamo come siamo, ma un po’ di note messe insieme ci fanno gioire, emozionare e saltare come degli animali liberi e selvaggi. Questo non è cambiato e non cambierà mai ed è questo che amo e che mi interessa. Gli stili, i generi, i cambiamenti e le pur innegabili ed importantissime evoluzioni sono dettagli di fronte a questa incredibile magia.


In Italia si parla molto bene del clubbing pugliese. Tu, che ti sei esibito nei migliori locali del mondo, che consiglio daresti, agli addetti ai lavori, per continuare ancora meglio in questo settore?

La Puglia ed il Salento, in particolare è uno dei posti che amo di più in Italia e dove mi diverto di più a suonare, per cui, direi che l’unico consiglio che mi sento di dare è di non cambiare e di continuare così.

Se non avessi intrapreso l’attività di dj, di che cosa ti saresti occupato?

Mi sa che è meglio non pensarci. Temo che avrei combinato un sacco di danni, anche se mi piace pensare che avrei fatto il chitarrista o il bassista in un gruppo terribilmente fico!

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