In caicco lungo la costa turca: itinerari possibili

di Maria Grazia Rongo. Grande invenzione il caicco. Questa affermazione farà forse storcere il naso a quanti praticano la vela, ma sta di fatto che queste barche panciute tutte di legno, dove gli alberi ben di raro dispiegano le vele perché si naviga quasi sempre al lento incedere del motore diesel, costituiscono un mezzo ideale per fare turismo nautico. E infatti dalle coste turche, dove sono nati, si stanno pian piano estendendo a quelle greche e a tutto il Mediterraneo orientale, ovunque ci sia una costa che merita di essere esplorata dal mare, miscelando vita balneare e visite a terra. Sono barche lunghe dai 20 ai 30 metri, larghe in proporzione, con in genere 6-9 cabine doppie a disposizione degli ospiti. Le cabine non sono sicuramente suite, ma non hanno nemmeno nulla da spartire con gli spazi angusti di una barca sportiva, offrendo tutti i comfort minimi, aria condizionata, doccia e bagno individuale compresi. Gli ospiti possono dedicare il tempo ad ammirare la costa, a fare bagni in posti stupendi, a prendere il sole sui capienti ponti, a compiere escursioni a terra, perché di tutto, dalla navigazione ai pasti, se ne occupa il personale di bordo. Mediamente si naviga dalle 3 alle 5 ore al giorno, mentre di sera si attracca in porto e si cena in qualche ristorantino, delizia sicura per quanti amano il pesce.
Quindi, notti tranquille in porto, con la possibilità di rientrare a bordo quando si vuole. Unico inconveniente se non si riesce a riempire tutta la barca con parenti e amici, è il dover convivere per tutta la durata della vacanza in spazi comunque limitati con estranei, attenendosi democraticamente per ogni cosa alle decisioni della maggioranza. Il caicco, da noi anche chiamato goletta, rappresenta il mezzo ideale per esplorare la costa turca egea e mediterranea, come dimostra l’elevato affollamento estivo di barche, consentendo di accedere ad un numero infinito di località (isole, promontori, baie, lagune, grotte, spiagge, borghi di pescatori, rovine), diversamente non raggiungibili. Durante questa esplorazione si potranno ammirare acque incontaminate, enormi spiagge sabbiose e minuscole baie rocciose, resti eloquenti di importanti insediamenti greci, ellenistici, romani, bizantini, cristiani, ottomani e medievali, ruderi sommersi, una vegetazione esuberante che va dall’abete alla palma, borghi di pescatori senza luce né strade. E sullo sfondo emozionante sarà vedere le cime innevate del Tauro, nonostante la calura a mare. Partendo dal vivace porto di Bodrum, il più a nord, si attraversa il golfo del Kerme, uno dei più belli, dei più profondi e dei meno abitati della costa, si tocca Knidos, una delle colonie greche più ricche dell’Asia Minore (meritano una visita le rovine dell’anfiteatro e del tempio di Afrodite), per approdare a Datça, ieri piccola località di pescatori e oggi una Saint Tropez in miniatura; l’indomani si naviga fino a Bozburun, un luogo idilliaco con acque cristalline, centro di pescatori e di cercatori di spugne, nonché sede di cantieri dove si costruiscono caicchi di tutte le stazze; il giorno successivo si approda a Marmaris, un fiordo mediterraneo immerso nel verde diventato la più nota e frequentata località balneare dell’Egeo meridionale, dove la mondanità abbonda. Il quinto giorno si punta verso Caunos, per esplorare su piccole imbarcazioni lungo un fiume di canneti le famose e monumentali tombe licie a tempio scavate nella roccia, con possibilità di fare fanghi termali; il giorno seguente si naviga invece su antiche rovine parzialmente sommerse in una baia con pinete che arrivano fino al mare; l’ultimo giorno, si assiste ad un vero tripudio di bagni attorno all’isola di Tersane, dove già ai tempi di Solimano il Magnifico sorgevano cantieri navali, per approdare, infine, a Gocek, dove ha termine la crociera. Esiste anche un itinerario analogo che prevede l’approdo a Rodi, l’isola maggiore del Dodecanneso greco, con la visita ai monumenti del capoluogo e il piacere della vivace vita notturna. Un altro possibile itinerario parte da Gocek e si sviluppa lungo la costa mediterranea fino ad Antalia, percorrendo uno dei tratti più suggestivi e incontaminati del mare turco, disseminato ovunque di rilevanti testimonianze archeologiche. Dopo un bagno nelle splendide acque della baia di Olu Deniz, interdetta alla navigazione per ragioni protezionistiche, si pernotta sull’isola di Gemiler, disseminata di ruderi nascosti tra ulivi e carrubi; il giorno dopo si prevede la visita delle rovine di Xanthos (tombe nella roccia, monastero bizantino e arco romano) e quello successivo si approda alla graziosa località di Kekova, non prima di aver compiuto una emozionante visita in barca alle rovine sommerse per un fenomeno di bradisismo locale. Il quinto giorno è la volta dell’antica Myra, con la visita delle tombe rupestri, il teatro e la chiesa bizantina di San Nicola, il quale prima di essere protettore di Bari fu vescovo di questa antica città, mentre in quello successivo tocca alle imponenti rovine di Phaselis, importante città fenicia, romana e bizantina con ben tre diversi porti nelle sue varie baie, ammirevole sintesi tra l’ambiente marino ancora intatto, la vegetazione mediterranea e i resti archeologici. La conclusione di questa seconda crociera potrebbe essere nella città portuale di Antalya, città pittoresca circondata dalle montagne, dalle foreste, dal mar Mediterraneo e da molte rovine risalenti ai tempi degli antichi greci.

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