Calcio: Gillet saluta Bari in lacrime, addio o arrivederci?

di Nicola Zuccaro. "Ringrazio tutti, dal presidente ai dirigenti, dagli allenatori ai calciatori, tutti voi tifosi coi quali ho condiviso gli anni più belli della mia carriera per questa permanenza a Bari che da oggi sento ancor di più come la mia città. Grazie di vero cuore". Sono da poco trascorse le 12.40 del primo e caldo lunedì di luglio che in una Sala Stampa affollata più dalla tifoseria che dalla stampa locale Jean Francois Gillet saluta in lacrime Bari ed il Bari. Una commozione che diviene più visibile quando un gruppo di fedelissimi ultras intona cori quali: "Sei un capitano", oppure il più popolare "Olè, olè Gillet Gillet". Dopodichè l'ormai portiere del Bologna si è sottoposto in una sala stampa (priva dell'aria condizionata e per nulla invidiabile ai centri per la sauna) alle ultime fotografie e alle ultime firme autografate. Sarà vero addio? E' questa la domanda che si ponevano non solo i colleghi della stampa - stimolati per questo dal veterano del giornalismo biancorosso, Franco Cirici - ma anche da una tifoseria che per quanto anagraficamente precoce sostiene che quello di Gillet potrebbe rivelarsi, nel tempo, anzichè un addio, un arrivederci. Considerati i suoi 31 anni, e raggiunti i 35 dopo i 4 anni trascorsi fra i pali del Bologna, Jean Francois tornerebbe, coi Matarrese ancora proprietari del Bari, in Via Torrebella non in porta ma dietro una scrivania. Gillet successore di Angelozzi come malignamente domandava lo stesso collega Cirici all'ex capitano del Bari? Come più volte sostenuto dallo storico del Bari, Gianni Antonucci, il calcio è la miniera dell'imprevedibilità e come redazione sportiva aggiungiamo: essa vale sul campo come nelle stanze e, nella fattispecie di Gillet, dietro le scrivanie. Ragion per cui, interpretando il pensiero di una parte di quella giovane tifoseria, quelle lacrime potrebbero rivelarsi, col tempo, di coccodrillo.