Processo La Fiorita: Fitto prosciolto ma imputato. Il legale, situazione kafkiana

BARI. Il ministro Raffaele Fitto ha chiesto oggi ai giudici nel processo in cui e' imputato a Bari che sia cancellata per lui l'imputazione di associazione per delinquere per la quale e' stato prosciolto in via definitiva dalla corte di Cassazione il 18 gennaio scorso. Lo rende noto il suo difensore, il deputato Pdl Francesco Paolo Sisto, il quale sottolinea che alla richiesta, per la seconda volta, si e' opposto il pm d'udienza: ''Alla assurdita' della vicenda, facilmente definibile kafkiana, si accompagna l'inspiegabile ed inusuale atteggiamento della Procura di Bari''.

L'INCHIESTA - L'inchiesta della Procura di Bari, condotta dal pm Renato Nitti, riguarda reati che sarebbero stati compiuti nella sanita' pugliese tra il 1999 e il 2005, quando Fitto ricopriva il ruolo di presidente della Regione Puglia. Al centro della vicenda c'e' anche una presunta tangente di 500 mila euro che l'imprenditore ed editore romano Giampaolo Angelucci avrebbe versato nel 2004 al movimento politico 'La Puglia Prima di Tutto', che fa capo a Fitto, in cambio dell'appalto per sette anni da 198 milioni di euro per la gestione di 11 Residenze sanitarie assistite (Rsa). L'ex governatore pugliese, a gennaio, e' stato invece prosciolto dal reato di associazione per delinquere, ma nonostante la decisione passata in giudicato l'accusa non e' stata cancellata.
''Il giudice dell'udienza preliminare, l'11 dicembre 2009 - scrive in una nota l'avvocato del ministro e deputato del Pdl Francesco Paolo Sisto - ebbe a prosciogliere Raffaele Fitto dal reato di associazione per delinquere affermando la sua completa estraneita'. Nella decisione il gup dichiarava esplicitamente che Raffaele Fitto non avrebbe mai dovuto essere indagato per quel reato. Tale decisione e' stata confermata il 18 gennaio 2011 dalla Cassazione, respingendo l'appello della Procura con motivazione, se possibile, ancora piu' perentoria".