Manovra: Alfano fa da mediatore nel Pdl

ROMA. Si delinea un accordo nel Pdl sulle modifiche alla manovra economica, seppure senza accentuare scelte strategiche in grado di riportare sotto controllo la spesa pubblica e i deficit di bilancio. Angelino Alfano, segretario del Pdl, incontrando ieri sera i vertici dei gruppi parlamentari del suo partito a Palazzo Madama e' sembrato badare piu' alla stabilita' della maggioranza che ad accentuare le differenze esistenti nel centrodestra per fare chiarezza. E' lo spauracchio di un possibile governo tecnico a consigliare prudenza.
Alfano, in una riunione durata oltre quattro ore, ha anche preso atto della posizione della Lega contraria a riformare ulteriormente il sistema pensionistico. Da qui l'annuncio che la maggioranza esclude interventi in materia previdenziale.
Il segretario del Pdl ha mostrato disponibilita' a ritoccare anche il contributo di solidarieta', pur senza precisare le eventuali modifiche.
L'ipotesi piu' accreditata e' quella di un innalzamento a 200 mila euro dei redditi che dovranno contribuire con un prelievo del 5% alla manovra. Il decreto varato dal governo prevede una tassa del 5% per la parte di reddito che supera i 90 mila euro e del 10% per quelli sopra i 150 mila euro.
Alfano si e' inoltre detto d'accordo sulla proposta di Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, di abolire le Province. Il punto fermo dei ragionamenti del neosegretario ha ruotato intorno all'idea che la stabilita' di governo non va messa in discussione. Quindi nessuna tentazione di sostituire sulla manovra al rapporto con la Lega quello con il Terzo polo, nonostante la mano tesa di Pier Ferdinando Casini.
Alfano ha messo in testa alle sue osservazioni la notizia che Silvio Berlusconi sta studiando alcune proposte di modifica della manovra che saranno rese pubbliche entro domenica (lunedi' e' il tempo massimo per presentare emendamenti al testo in discussione nelle commissioni del Senato). Una delega quindi al premier per precisare le modifiche definitive alla manovra.
Tra le nuove proposte allo studio della maggioranza c'e' pure quella di fissare un tetto massimo agli stipendi dei supermanager e dei funzionari di Stato. Una cinquantina tra deputati e senatori del Pdl hanno firmato una proposta di legge che va in quella direzione.
Alfano quindi apre al confronto sulla manovra e chiede che non sia ideologico: ''Noi abbiamo un luogo istituzionale del dibattito che e' il Parlamento. Abbiamo un mese per valutare le proposte che il Parlamento fara' emergere e dovremo trovare un'intesa in Parlamento che valorizzi il bene del paese. Noi non abbiamo pregiudiziali nei confronti di nessuno, ne' della sinistra, ne' del terzo polo. Abbiamo le idee chiare su un punto: il confronto non deve essere ideologico ma deve guardare al bene dei cittadini''.
Il segretario del Pdl e' sembrato cosi' venire incontro alle richieste dei cosiddetti ''frondisti'' del suo partito che criticano l'operato di Giulio Tremonti, ministro dell'Economia. Ha detto a questo proposito Alfano: ''Do atto a Tremonti di essersi mosso in mezzo a paletti molto stretti, ma questo non significa che la manovra sia il Vangelo''.
Quanto alla possibilita' di un innalzamento di un punto dell'Iva, la questione non e' stata sciolta dal segretario del Pdl. Sul provvedimento pesano l'opposizione di Tremonti e lo scetticismo della Lega. Ieri c'e' stato anche il no di Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat: ''Qualsiasi aumento delle tasse avra' un impatto sulle aiuto e sui consumi''.
Se la maggioranza sembra voler smussare i punti piu' controversi della manovra affidandosi alle proposte di mediazione che verranno da Berlusconi, l'opposizione resta critica sul provvedimento. ''L'impatto della manovra sul 2012-2014 e' fortemente recessivo e tale da scompaginare le tutele sociali'', ha ripetuto ieri Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, nell'incontro con le parti sociali sulle controproposte messe a punto dal suo partito.
Tags:
Politica