Trinitapoli: “Tourpolitik”, intervista al consigliere comunale Anna Maria Tarantino (Vie Nuove)


di Nicola Ricchitelli. Non le manda a dire Anna Mara Tarantino – già candidato sindaco alle scorse amministrative di Trinitapoli e quindi consigliere comunale all’opposizione nel Comune di Trinitapoli – in merito ad alcune decisioni prese dall’attuale amministrazione di centrodestra guidata dal sindaco Francesco Di Feo. Proprio a Di Feo la Tarantino nel corso dell’intervista non risparmierà critiche taglienti, così come non risparmierà parole dure al resto dei componenti dell’esecutivo trinitapolese.
Un'intervista che non ha risparmiato altresì i vari momenti aldilà della carriera politica della Tarantino, come ad esempio il pluriennale soggiorno milanese all’epoca di Tangentopoli e l’impiego al Tribunale di Milano, e la situazione politica nel centro sinistra trinitapolese.

D: Un saluto al consigliere comunale di Trinitapoli Dott.ssa Anna Maria Tarantino – già candidato sindaco con la lista “Vie nuove” - Dottoressa Tarantino quale la sua opinione su questi primi 100 giorni di amministrazione Di Feo?

R:«Molto negativa! Abbiamo scoperto subito, alla prova dei fatti, che questo sindaco è privo di una benché minima cultura democratica, che calpesta la legge con disinvoltura, che non ama e comunque non è in grado di confrontarsi con il merito delle nostre proposte, preferendo nascondersi dietro gli insulti che attinge da un copioso repertorio che tiene sempre a portato di mano anzi di bocca. Qualche esempio: il Sindaco di Feo ignora completamente che tutti i consiglieri, anche quelli di opposizione, hanno dei diritti che non possono essere cancellati né da lui né da un voto di maggioranza. Addirittura ha fatto diramare una circolare con cui invita gli impiegati ad allontanare dal Comune i consiglieri di minoranza. Tenta sempre di impedire che i consiglieri esercitino il potere-dovere di interrogare gli amministratori o di presentare mozioni. E quando non ci riesce tenta di svilire la valenza democratica con i consueti improperi. Per ben due volte ha impedito ai gruppi di opposizione di tenere una conferenza stampa nel locali del Municipio costringendoci a ricevere i giornalisti sui gradini della vicina Chiesa di San Giuseppe. E qui gli esempi potrebbero continuare. Come Presidente dell’Unione, carica che ricopre illegalmente, induce l’Assemblea a deliberare senza ripristinare prima l’integrità dell’organo, pur sapendo che molti consiglieri componenti si erano dimessi. Nell’Unione, poi, ha distribuito deleghe per materie estranee alla competenza dell’Ente e, con una disinvoltura senza pari, si è mostrato indifferente alle obiezioni che gli ha rivolto per iscritto il commissario prefettizio di San Ferdinando. Un lavoratore, notoriamente di parte politica avversa, è stato licenziato dall’appaltatore di un servizio pubblico comunale e il giorno dopo prontamente sostituito da un collaboratore del suo studio legale senza provare il minimo imbarazzo e senza intervenire sulla ditta per le violazioni delle leggi sociali di cui nel frattempo era stato messo al corrente. Non appena insediato, con la mentalità di chi ritiene che sia venuta l’ora di spartire il bottino, ha anche conferito incarichi legali ad avvocati che hanno fatto parte del suo studio legale o parenti di consiglieri comunali. Sempre senza alcun imbarazzo. In breve il Sindaco ha rivelato subito che, quando declamava che trasparenza, disinteresse e legalità sarebbero stati i valori della sua attività amministrativa, mentiva e lo sta, ripeto, dimostrando celermente.

D: Dottoressa Tarantino, come giudica la capacità amministrativa della nuova amministrazione?

R:« L’esame della bozza di bilancio di previsione 2011 e la discussione che ne è scaturita hanno dimostrato almeno tre cose. La prima è che questo Sindaco non ha alcuna idea del futuro della nostra città. L’improvvisazione ed il pressappochismo erano tali che mi sentivo in forte imbarazzo a rilevarlo, dato che era la Dirigente comunale dott.ssa Maria Rosaria Marrone, seduta tra i banchi del Consiglio, a rispondere al posto dell’Amministrazione. In secondo luogo il Sindaco Di Feo non ha alcun rispetto del denaro pubblico che ha cominciato a spendere senza la doverosa oculatezza del buon padre di famiglia, soprattutto in periodi di tagli agli Enti Locali. Per esempio ha allegramente finanziato per oltre €.64.800 il Tour di Amici di Maria De Filippi laddove l’amministrazione di Tropea se l’è cavata con appena €.2.000 o quella di Latina con €.10.000. In terzo luogo è apparso chiaro che questo Sindaco non conosce le vere priorità della nostra popolazione. Ha preferito spendere oltre €.150.000 per l’estate trinitapolese (attendiamo il rendiconto finale) anziché affrontare, come ha proposto l’opposizione, il problema del completamento e della gestione dell’Asilo Nido finanziato sino ad ora dalla Regione Puglia o investire nel risanamento del Quartiere UNNRA CASAS, integrando i 4 milioni di euro messi a disposizione ancora una volta dalla Regione Puglia».


D: Dottoressa Tarantino come ha vissuto l’esperienza della candidatura allo scranno più alto del Palazzo di città di Trinitapoli?

R:«È stato un periodo faticoso ma entusiasmante, vissuto con responsabilità per l’incarico che mi era stato affidato. Il contatto continuo ed il confronto diretto con i cittadini è stato molto stimolante e nonostante la mia lista abbia perso le elezioni non ci siamo smarriti, c’è ancora molta volontà di proseguire il percorso avviato. Il consenso politico ricevuto è stato importante, sarà nostro impegno non tradire questa fiducia.

D: Dottoressa Tarantino che cosa significa per lei fare politica?

R:«Per me la parola politica si traduce in impegno per il proprio Paese, dal Municipio alla Nazione. Un impegno privo di qualsiasi interesse personale, perché se la scelta di far politica viene dettata da personalismi, si trasforma in disonestà e rivalsa verso il prossimo che si considera solo come avversario. Quando mi è stata offerta la possibilità di “metterci la faccia” l’ho fatto con questa consapevolezza e nella speranza di poter contribuire fattivamente allo sviluppo sociale ed economico della mia città».

D: Parliamo un po’ della questione “Quote Rosa”: come giudica la mancanza di donne in giunta? Perché giudicare le deleghe date alla Patruno (Politiche giovanili), Ortix (Pari opportunità), Filannino(Turismo e cultura) come un contentino?

R:«È una questione ormai risolta. L’assessore De Lillo è stato fatto dimettere ed è stato sostituito da una donna come noi chiedevamo.. Purtroppo per arrivare a questo risultato è stato necessario ricorrere al TAR perché il Sindaco affermava che lo Statuto comunale non lo obbligava a rispettare la differenza di genere. È stata una vicenda avvilente. Come avvilente è il tentativo del Sindaco di neutralizzare le nostre obiezioni, conferendo delle “deleghe” alle consigliere comunali. Tali deleghe sono anche meno di un contentino essendo prive del potere di firma; le consigliere Marta Patruno e Nicoletta Ortix possono ritenere circoscritto il loro ruolo a quello di “assistenti” degli uomini in giunta. Se possibile, un ruolo ancora più mortificante della loro stessa esclusione dalla giunta. In effetti, in un ormai noto lapsus, si autodefinirono “stagiste”, una definizione rivelatrice del ruolo a loro attribuito. È stato lo sdegno a questa condizione che mi ha spinto a firmare il ricorso al TAR. Donne come l’avv. Lucrezia Filannino, anche se appartengono a schieramenti politici diversi dal mio, sono valide professioniste, di cui ben conosco capacità e competenza. Infatti sia pure in ritardo, il sindaco l’ha nominata assessore al posto di De Lillo».

D: Cosa ne pensa in merito alla questione del “palpeggiamento” in provincia?

R:«Innanzitutto esprimo la mia solidarietà per la dipendente della Provincia che ha dovuto sopportare questa molestia. È evidente che episodi come questi ci lanciano un allarme sulla situazione femminile, ecco perché le Istituzioni non dovrebbero mai permettere le discriminazioni di genere e alcuni donne non dovrebbero auto-escludersi e permettere la prevaricazione come è accaduto a Trinitapoli. Purtroppo la cultura berlusconiana delle donne quali oggetto di piacere e la conquista dell’incarico politico solo per meriti estetici, oggi trova il consenso di molti maschietti che ritengono che tali pratiche siano plausibili e azioni come un “palpeggiamento” o un apprezzamento sessuale appaiono naturali nei confronti delle donne. Mi sarei aspettata qualche iniziativa sulla questione da parte della Consigliera alle Pari Opportunità di Trinitapoli Avv. Nicoletta Ortix perché questi sono avvenimenti di fronte a cui le donne in politica non possono restare in silenzio».

D. Dottoressa Tarantino, parliamo un po’ della questione “Unione dei comuni”: quali i motivi delle sue dimissioni?

R:«È stata una scelta politica condivisa nell’ambito del centro-sinistra perché anche il sindaco Di Feo considera l’Unione dei Comuni come un ente per “parcheggiare gli scontenti”, cioè i consiglieri comunali privi di incarichi esecutivi. Ultimamente, poi, Francesco Di Feo tenta di trasformare l’ente sovra comunale in un luogo privilegiato di rivincita dei politici di destra, benché niente affatto seguito dal sindaco Carlucci che dell’Unione si è sempre disinteressata, tant’è che il comune di Margherita di Savoia da due anni non versa le sue quote. Considerato poi che la finalità dell’Ente è la razionalizzazione dei servizi e la realizzazione di economie di scala, cosa mai attuata, è evidente che era il momento di lanciare un segnale forte. Le dimissioni, pertanto, dall’incarico di consigliere dell’Unione erano un mezzo per richiamare tutte le forze politiche ad un’assunzione di responsabilità».

D: Il sindaco Difeo in un suo ultimo intervento a mezzo stampa parla di battaglia per la fine “del Sannicandrismo”. Quale la sua opinione?

R:« Il temine “sannicandrismo” è stato coniato da Francesco Di Feo durante la campagna elettorale. Serviva, nella sua genericità, a costruire a tavolino “un Nemico”. Tecnica che il padre, Nicola di Feo, ha efficacemente trasmesso al figlio. Per comprenderne il significato vi rimando alle parole del Barbiere di Siviglia: “la calunnia è un venticello, un’auretta assai gentile” che comincia a sussurrare nei vicoli e poi diventa un colpo di cannone. Tecnica usata dal Sindaco Francesco Di Feo, quando in campagna elettorale, riprendendo una calunnia coniata dal padre, ha ripetutamente affermato che l’avvocato Sannicandro, nell’esercizio della sua professione ha fatto chiudere a Trinitapoli varie aziende o, affermando in un altro comizio, emblematicamente fatto nella piazza dei braccianti agricoli, che “Sannicandro si è arricchito mentre voi fate la fame”. Affermazioni infami per una vicenda squallida, che la dice lunga sulla moralità di Francesco di Feo, che omette di informare che lui, come la moglie e come tanti altri avvocati, si sono formati proprio nello studio legale e sull’esempio professionale di Sannicandro. Nel contempo, però, ha involontariamente dovuto sancire che l’avv. Sannicandro è stato e resta ancora per Trinitapoli un alto punto di riferimento professionale e politico. Orbene il consigliere regionale Sannicandro, insieme ad altri ex sindaci, ha sostenuto la mia candidatura a viso aperto e in piena libertà. Anche questo sostegno, che continua, è stato trasformato da Francesco Di Feo in una occasione per un attacco calunnioso alla mia persona, dipingendomi come “una pupa”, un manichino nelle mani di altri. Critica che oggi posso io, fondatamente, rivolgere a Francesco di Feo. È sotto gli occhi di tutti i frequentatori come il padre Nicola, diriga il figlio Francesco durante le riunioni del consiglio comunale, come senza alcun incarico istituzionale staziona nelle stanze del comune quotidianamente, rilascia di continuo interviste di fatto in nome e per conto del figlio, gli impone e controlla la linea politica in barba all’intera coalizione e alle altre forze politiche di centro destra che, d’altra parte, sembrano avergli concesso l’appalto della loro rappresentanza politica e dei simboli dei rispettivi partiti. Quindi altro che Rinascita trinitapolese e fine delle pratiche del passato, questo è davvero il vecchio che avanza e non si nasconde nemmeno!».

D: Dottoressa Tarantino, quale lo stato attuale della sinistra trinitapolese? Quale futuro per il centro sinistra trinitapolese?

R:«Il risultato delle urne ha imposto un periodo di riflessione. Sono impegnata ad un progetto di riaggregazione di tutte le forze di centro sinistra intorno ad un programma di profonda alternativa riformista e democratica al berlusconismo».

D: Al di là della sua passione politica vi è soprattutto la carriera al Ministero di Grazia e Giustizia fin dall’età di 19 anni. Nel 1994 poi si trasferisce a Milano proprio negli anni di tangentopoli: che ricordi ha di quel periodo?

R:«Ero una giovane donna catapultata improvvisamente nel mondo del lavoro, un lavoro che ti metteva in quegli anni al centro dei tristi avvenimenti di tangentopoli. Ero infervorata da tutto ciò che osservavo ed imparavo, è stata una palestra di vita. È stata una esperienza che ha definitivamente formato il mio carattere: uscire così presto dal tetto di mamma e papà, mantenersi all’università, lavorare di mattina e studiare di sera, vivere da sola. Questo ha permesso una maturazione delle mie convinzioni politiche anche perchè, una città come Milano ha permesso, con le tante iniziative politiche, di coltivare il mio vivace interesse».

D: Dottoressa Tarantino da dove nasce e quando nasce la sua passione per la politica? Quali i suoi modelli di riferimento politici?

R:«La mia passione nasce dalla mia spontanea attenzione per ciò che ci circonda e la politica è la sede naturale dove si compiono le scelte e si elaborano gli indirizzi per la società in cui viviamo. Considero il mio maggior modello di riferimento la figura politica e umana di Enrico Berlinguer. Ma non dimentico l’esempio di onestà e moralità di uomini come Enzo Biagi o Sandro Pertini».

D: Cosa vede nel suo futuro e nel futuro di Trinitapoli?

R:«Non so come si evolverà il mio impegno politico ma sono certa che non verrà mai meno la mia passione civile. A Trinitapoli auguro una pronta ripresa dal decadimento in cui adesso è precipitata. La “rinascita morale” di Trinitapoli che questo Sindaco, come ha spiegato, interpreta come rinascita del “buonumore”, spero che al più presto possa trasformarsi nella risoluzione della “questione morale”, come rinascita di una politica onesta ed efficace per la soluzione dei problemi della nostra comunità. Non ritengo, a differenza di lui, che Trinitapoli abbia bisogno di comici ma di persone sagge. Se il Sindaco abbandonerà la sua pratica di “guai ai vinti”, se comprenderà la necessità di dedicarsi al paese, più che alla guerriglia e alla denigrazione dei suoi avversari politici, noi potremo più facilmente contribuire allo sviluppo della nostra città».