Fini: sì a governo di tregua

ROMA. Gianfranco Fini e' tornato a parlare a tutto campo della situazione politica intervenendo ieri sera su La7 nella trasmissione ''Piazzapulita'' condotta da Corrado Formigli.
Si inizia con la domanda sul perche' non si sia dimesso da presidente della Camera quando e' diventato il leader di Fli.

Fini ricorda l'imparzialita' con sui esercita il suo ruolo istituzionale che non gli impedisce di esprimere opinioni sull'attualita' politica, come del resto fanno anche i vicepresidenti della Camera Rosy Bindi, Maurizio Lupi e Rocco Buttiglione, che sono personaggi molto impegnati nei loro partiti. Quindi, le dimissioni arriveranno con la fine della legislatura.

Il presidente della Camera da' subito un giudizio netto su Silvio Berlusconi e il suo governo: ''Si occupa di tutto, tranne che di governare''. Quanto alla data di possibili elezioni anticipate, Fini precisa: ''Al momento nessuno lo sa. Certo e' che cosi' non puo' durare. La previsione e' primavera 2012, anche Bossi lo ha fatto capire''.

Il leader di Fli auspica pero' che si costituisca un governo di tregua: ''Spero che nella maggioranza qualcuno prenda coraggio e dica a voce alta cio' che dice nei corridoi. Servirebbe un passo indietro di Berlusconi per poi vedere se ci sono le condizioni per un altro governo con un'altra maggioranza''.

Per rendere concreta questa prospettiva sono necessarie le dimissioni del presidente del Consiglio: ''Dimettersi domani? Doveva dimettersi ieri. Il mio auspicio e' che Berlusconi si dimetta e che nasca un governo che comprenda anche il Pdl, ma un governo che realizzi un programma di poche cose concrete con una maggioranza piu' ampia di quella del governo Berlusconi''.

Per Fini, a guidare questo governo ''dovrebbe essere un rappresentante dell'attuale maggioranza''. Sull'ipotesi di un governo di tregua ricorda quanto detto proprio ieri dal presidente Giorgio Napolitano a proposito del governo presieduto da Giuseppe Pella che guido' una fase di transizione nel 1953: ''Ci sono momenti in cui anche un governo che dura un anno e mezzo puo' fare cose utili''.

Il presidente della Camera prende posizione pure sul disegno di legge che vuole regolamentare le intercettazioni: ''Spero non si chieda un voto di fiducia. Se non c'e' ostruzionismo, il governo mette la fiducia quando non si fida della sua maggioranza e allora se Berlusconi la pone avra' paura nello scrutinio segreto di quei tanti deputati che mi dicono non se ne puo' piu'''.

E aggiunge: ''Ministri come Frattini, Tremonti e altri erano tutti a Montecitorio per il ddl intercettazioni, ma non e' questo che interessa ai cittadini. Viene fatto tutto tranne quello che interessa gli italiani e anche a livello internazionale oggi l'Italia ha credibilita' zero''. Il riferimento e' alla crisi economica, al declassamento dell'Italia deciso dall'agenzia di rating Moody's e al rinvio al 20 ottobre annunciato dallo stesso Berlusconi per quanto riguarda il varo dei decreti sullo sviluppo.

Fini conclude a proposito di intercettazioni ricordando che e' saltata la mediazione sul testo a cui avevano a lungo lavorato Niccolo' Ghedini, Pdl, e Giulia Bongiorno, Fli, presidente della commissione Giustizia di Montecitorio: ''Ora rischiamo il bavaglio e l'arresto dei giornalisti''.